Sabato 26 ottobre presso la Nuvola Lavazza a Torino, si sono riuniti importanti nomi della politica, dell’economia e dell’editoria di Torino in occasione della presentazione del Rapporto Rota 2019.
Quest’anno non si è trattata di una “semplice” presentazione al pubblico in sala, quest’anno si è raggiunto il traguardo del 20° rapporto ed è così venuto naturale tirare le somme e fare un bilanciodell’ultimo ventennio della nostra città e non solo.
Già dal primo studio nel 2000, emergeva che “da sola la città è debole” eppure quanto è emerso sabato mattina testimonia che la ferita non è ancora stata sanata, nonostante siano stati fatti passi importanti.
Camillo Venesio, il nostro Amministratore Delegato e Direttore Generale insieme alla Sindaca Chiara Appendino, Francesco Profumo Presidente della Compagnia di San Paolo, l’Imprenditore Marco Lavazza, il Direttore Alberto Riccadonna e Virginia Antonini, Responsabile della sostenibilità di Reale Group hanno dapprima analizzato e commentato i dati statistici che hanno permesso un’importante comparazione tra la città di Torino e le altre metropoli italiane, per poi esaminare i numerosi piani e progetti strategici analizzando cosa sia stato effettivamente realizzato e quali gli obiettivi raggiunti.
Si è parlato di trasformazioni urbane: partendo dal decennio eccezionale dell’attività edilizia esauritosi intorno al 2005, passando ai progetti, rimasti incompiuti, di riurbanizzazione delle aree di Corso Marche e della Variante 200 fino agli interventi di riqualificazione dell’area urbana ed in particolar modo con riferimento alla percorribilità delle sponde fluviali e la superficie del verde urbano. Questi ultimi due punti hanno segnato un dato positivo importante, ma comunque non sufficiente da permettere a Torino di restare al passo delle grandi metropoli europee.
Oscillazioni significative nell’economia dell’area torinese: aumentano le PMI con meno di 10 addetti, ma segnano un calo del 12% le grandi imprese. Il saldo fa si che Torino risulti peggiore alla media italiana.
Anche a ricchezza prodotta il dato emerso non premia la nostra città che risulta al 7° posto tra le metropoli del centro nord, seguita solo da Venezia.
Segno più invece per il settore alberghiero e turistico: Torino è oggi all’11esimo posto tra le città metropolitane per indice di turisticità.
Tema delicato è quello affrontato riguardo le infrastrutture e mobilità: l’odissea della TAV e l’aeroporto di Caselle, il cui piano di aumento dei passeggeri è stato progressivamente rinviato, contribuiscono a lasciare la nostra città ai margini per intensità di collegamenti.
Negli ultimi due decenni la nostra città è cambiata e lo ha fatto in meglio; considerando l’andamento di una cinquantina di indicatori di “efficienza urbana” il segno positivo prevale in due terzi dei casi. Emergono come punti di forza per Torino gli atenei, il sistema culturale cittadino ed alcuni parametri ambientali.
Tantissimi, forse troppi, sono i piani che ogni anno vengono presentati e analizzati coinvolgendo molti attori locali e risorse, sia umane che finanziarie, contribuendo così a suscitare forti attese sociali, ma che poi sono stati abbandonati o poco monitorati.
Tre quarti dei piani guardano solo al capoluogo, riducendo così la possibilità di competere e collaborare su una scena internazionale sempre più propensa a guardare all’area metropolitana e non alla singola città, scelta definita dai ricercatori come anacronistica.
L’export del Made in Italy in Europa è in continua crescita
Il nostro paese si trova, ormai da diversi anni, in un periodo di grande incertezza dovuto a diversi fattori, tra questi per esempio i negoziati sulla Brexit e la guerra dei dazi tra Stati Uniti e Cina che pesano sulle prospettive economiche europee.
In questo scenario di incertezza l’export italiano continua comunque a crescere: la richiesta di prodotti Made in Italy da parte dei paesi europei è in aumento e continuerà a registrare un tasso positivo anche nel prossimo futuro.
Un interessante articolo del nostro partner Octagona, ha messo in evidenza quali saranno i paesi più caldi per l’export italiano nei prossimi anni: Spagna, Germania e Francia. Anche le esportazioni nell’area orientale registreranno un tasso di crescita positiva: Repubblica Ceca e Polonia i paesi più appetibili.
Nel mondo odierno l’internazionalizzazione non è quindi solo un’opportunità, ma anche una sceltaobbligata.
L’export italiano è sicuramente un traino della crescita dell’economia del nostro paese ed oggi corrisponde al 32% del Pil, ma è ancora distante dal contributo tedesco che si attesta intorno al 42% del Pil.*
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Virtuosi esempi in Europa e in Italia superbonus dal 2021 per chi paga con modalità tracciabili
Negli ultimi anni sono sempre più i paesi che puntano ad abbandonare il contante in favore dei pagamenti elettronici.
I paesi come Svezia, Danimarca e Finlandia si dimostrano essere i pionieri europei della materia, mentre Irlanda, Belgio e Slovenia negli ultimi 4 anni hanno registrato i maggiori progressi individuando una chiara strategia di sviluppo digitale e cashless per il loro paese.
Questi paesi hanno adottato un mix vincente di obblighi ed incentivi per esercenti, ma non bisogna ovviamente dimenticare che la digitalizzazione dei pagamenti va di pari passo con la digitalizzazione del paese. Ad esempio, un paese come la Slovenia ha visto il successo dell’operazione grazie ad un importante strategia della digitalizzazione della pubblica amministrazione.
L’Italia risulta essere solo al 23esimo posto in Europa nel Cashless society index Ambrosetti.
La digitalizzazione dei pagamenti ha come obiettivo primario la lotta all’evasione e parallelamente vuole favorire lo sviluppo digitale della pubblica amministrazione e dell’economia nazionale.
La lotta all’evasione è tra i temi caldi della legge di Bilancio 2020 che punta sulla strada della tracciabilità con una serie di misure tra cui l’introduzione di incentivi per chi usa sistemi di pagamenti diversi dal contante.
Tra decreto fiscale e manovra approvate «salvo intese» dal Consiglio dei ministri è stato raggiunto un compromesso che prevede il superbonus dal 2021 per chi paga con carta di credito, bancomat o altre modalità.
Altro punto importante è la doppia sanzione per i negozianti che rifiutano i pagamenti tramite Pos. La Manovra prevede una sanzione di 30 €, a cui si aggiunge il 4% del valore della transazione, per i commercianti che non accetteranno modalità di pagamento diverse dal contante.
Verrà premiato, invece, chi utilizzerà strumenti di pagamento tracciabili, ad iniziare da quei settori in cui i pagamenti vengono fatti per la maggior parte con i contanti come per i servizi alla persona, per i piccoli interventi sulla casa o per la cura del corpo.
Si tratta quindi di una sorta di cashback, ossia una restituzione di una quota (verosimilmente tra il 10% e il 19%) che dovrebbe arrivare direttamente sull’estratto conto del beneficiario.
È ovvio che la transizione dal contante al digitale comporta una serie di cambiamenti anche culturali e un importante investimento in termini di alfabetizzazione digitale.
In questo senso Banca del Piemonte sta già, da diverso tempo, incrementando i servizi digitali e gli strumenti di pagamento a disposizione dei suoi Clienti.
Non solo carte di credito, ma una gamma sempre più ampia di strumenti di pagamenti digitali messi a disposizione da Banca del Piemonte che permettono di ridurre il nostro utilizzo giornaliero del contante e di effettuare pagamenti in modo pratico e veloce.
Le carte di credito Nexi BP possono essere abbinate ad Apple Pay, Samsung Pay e Google Pay per pagare nei negozi, su internet e sulle App attraverso il proprio smartphone, ma anche tramite gli smartwatch di ultima generazione grazie alle App Garmin Pay e Fitbit Pay.
Anche la piattaforma di Internet Banking BPnow è stata recentemente rivista e sviluppata con nuove funzionalità.
Sono stati ampliati i servizi di pagamento offerti tramite il servizio come, ad esempio, CBILL per il pagamento di utenze domestiche ed avvisi pagoPA, la possibilità di ricarica telefonica per più gestori telefonici (CoopVoce e PosteMobile si sono aggiunti ai già presenti TIM, Vodafone, H3G e Wind).