Con emozione e speranza siamo lieti di comunicarvi che Banca del Piemonte ha fortemente voluto sostenere la Fondazione IEO – MONZINO per la Ricerca IEO.
La nostra Banca, infatti, finanzierà una borsa di studio per un progetto di ricerca sulle terapie cellulari, portato avanti nei laboratori IEO.
È per noi motivo di grande orgoglio sostenere e accompagnare la Fondazione IEO – MONZINO in questo percorso.
Troppe famiglie, ogni giorno, combattono contro un male che dobbiamo impegnarci per sconfiggere.
Mai come in questi ultimi tempi, abbiamo capito quanto la ricerca sia importante.
Avere una casa propria è un’aspirazione molto diffusa, in Italia in particolare. Da sempre. È lo è soprattutto per i giovani, che vogliono formare una nuova famiglia o andare a vivere da soli. Ma proprio i giovani sono quelli che normalmente hanno più difficoltà a comprare casa, se non si “fanno” un mutuo, cioè se non ottengono da una banca la somma indispensabile per l’acquisto del loro nuovo “nido”.
COS’E’ IL MUTUO PRIMA CASA GIOVANI
Il mutuo è un finanziamento erogato da un istituto di credito, un prestito, che il sottoscrittore si impegna a restituire in un arco di tempo piuttosto lungo e in rate periodiche, così da risultare sostenibile, cioè a portata del debitore, il quale quindi può rimborsarlo in misura confacente con il suo tenore di vita. L’importo della rata è costituito da una quota del capitale ottenuto e dal tasso di interesse, che può essere predeterminato (mutuo a tasso fisso) o calcolato rata per rata, secondo i parametri di riferimento (mutuo a tasso variabile). Il programma di estinzione del mutuo si chiama piano di ammortamento.
Il mutuo a tasso fisso comporta rate con tassi di interesse che non variano per tutta la durata dello stesso; mentre il mutuo a tasso variabile prevede che il tasso di interessa cambi in funzione dell’andamento di un parametro di mercato prestabilito. Il mutuo, però, può essere anche a rata costante, nel caso di tassi in diminuzione, la durata del mutuo si accorcia, in caso di tassi in aumento la durata del mutuo si allunga. Il tasso di interesse equivale al prezzo che il mutuatario è chiamato a pagare per il capitale ottenuto dalla banca alla quale si è rivolto.
COME FUNZIONANO I MUTUI AGEVOLATI PER GIOVANI UNDER 36?
Il mutuo prima casa giovani è un mutuo nuovo, con diverse agevolazioni, destinato a persone che non abbiano ancora compiuto i 36 anni e con Isee (indicatore della situazione economica equivalente) inferiore ai 40.000 euro. È nato con il Decreto Sostegni Bis del governo Draghi: prevede l’accesso prioritario al Fondo di Garanzia Mutui Prima Casa e fino all’80% della quota capitale del mutuo concesso. In questo modo, lo Stato, offrendo garanzie agli istituti di credito che concedono mutui di importo superiore all’80% del prezzo d’acquisto, consentono di fatto ai giovani di acquistare la casa con minimo apporto di denaro.
Non solo: proprio al fine di favorire l’autonomia abitativa dei più giovani, il Decreto Sostegni Bis potenzia anche una serie di agevolazioni previste con il bonus prima casa. Fino al 31 dicembre 2022, infatti, ai giovani che non hanno ancora compiuto 36 anni di età nell’anno in cui l’atto è rogitato e con Isee non superiore ai 40.000 euro l’anno spetterà: l’esenzione dall’imposta di registro; l’esenzione dalle imposte ipotecaria e catastale, un credito d’imposta pari all’ammontare dell’Iva corrisposta, se dovuta; l’esenzione dall’imposta sostitutiva, pari allo 0,25% dell’ammontare complessivo del mutuo.
In presenza dei requisiti di età e reddito, infatti, il Decreto Sostegni Bis ha previsto anche che, se si compra casa non da un privato ma da una impresa, all’acquirente spetta un credito d’imposta pari all’Iva pagata, da utilizzare per pagare altre imposte su atti successivi (come successioni o altre compravendite). In alternativa, il credito può essere inserito nella dichiarazione dei redditi per essere recuperato.
Un altro vantaggio del mutuo prima casa è il tasso calmierato, cioè il Teg-tasso effettivo globale del finanziamento non può essere superiore al Tegm-tasso effettivo globale medio pubblicato trimestralmente dal ministero dell’Economia e delle Finanze.
IL FONDO DI GARANZIA PRIMA CASA
Istituito nel 2013, il Fondo di Garanzia Mutui Prima Casa è uno strumento finalizzato a migliorare all’accesso al credito bancario per l’acquisto della prima casa da parte dei giovani che, lavorando spesso con contratti precari, non hanno la possibilità di farlo. Il Fondo, finanziato dallo Stato, prevede, per specifiche categorie di mutuatari, il rilascio di garanzie statali. Questo significa che, se le rate del mutuo non vengono pagate, il Fondo potrà coprire fino all’80% della quota capitale ottenuto dal sottoscrittore, purché l’ammontare del finanziamento sia superiore all’80% del valore della casa.
REQUISITI PER RICHIEDERE IL MUTUO GIOVANI
Le condizioni per ottenere un mutuo prima casa giovani garantito dal Fondo statale fino all’80% del capitale sono: essere cittadini italiani o stranieri con permesso di soggiorno in Italia, avere meno di 36 anni e un Isee non superiore ai 40.000 euro (l’Isee attesta l’ammontare delle voci di “ricchezza” del proprio nucleo familiare e per ottenerlo basta rivolgersi a un Caf, fornendo i dati sui membri del nucleo, quelli sul reddito e il patrimonio mobiliare e immobiliare). Inoltre, occorre non essere proprietari di altri immobili a uso abitativo, il mutuo richiesto non può essere superiore a 250.000 euro ed è utilizzabile solo per l’acquisto della prima casa. Così come è esclusa la possibilità di usufruire del fondo nel caso di abitazioni di categoria A1, A8, A9 e case di lusso.
Il vincolo legato al reddito vale anche in caso di acquisto da parte di due persone conviventi i cui Isee siano per entrambi inferiori ai 40.000 euro. Esempio: se ad acquistare la prima casa è una coppia, per poter usufruire delle agevolazioni, è necessario che entrambi abbiano un Isee inferiore ai 40.000 euro (anche se la somma dei due supera il limite, l’agevolazione verrà concessa). Se, invece, uno dei due avesse un Isee inferiore a 40.000 euro e l’altro superasse questa soglia, l’unico ad aver diritto all’agevolazione sarebbe quello con Isee inferiore ai 40.000 euro per la sua quota.
Per richiedere il mutuo garantito dallo Stato fino all’80% del capitale bisogna presentare la domanda alla banca convenzionata alla quale ci si rivolge e compilare il modulo messo a disposizione sul sito di Consap o del Mef (Ministero dell’Economia e delle Finanze). Una volta inseriti i propri dati anagrafici e aver dichiarato di possedere i requisiti richiesti per accedere al Fondo di Garanzia, si dovrà presentare alla banca il modulo firmato e corredato di documento di identità e dichiarazione Isee. Presentata la richiesta alla banca, questa inoltrerà i documenti al Consap che, entro 20 giorni, comunicherà alla banca l’ammissione al Fondo. A quel punto, entro 90 giorni, la banca, a sua volta, segnalerà al Consap i dettagli del mutuo erogato o la sua mancata accensione.
Può richiedere un mutuo under 36 anche chi si trova in stato di disoccupazione o di precariato, come chi non ha un lavoro a tempo indeterminato, i liberi professionisti e coloro che hanno un contratto di lavoro atipico.
ADESSOpuoi CASA IL MUTUO GIOVANI DI BANCA DEL PIEMONTE
“ADESSO puoi CASA”. È così che si chiama il mutuo giovani della Banca del Piemonte con il Fondo di Garanzia Prima Casa. Consente di ottenere dalla Banca fino al 100% del valore dell’immobile da acquistare, che però, come previsto dal Decreto Sostegni Bis, non può essere superiore ai 250.000 euro. I requisiti per avere il mutuo giovani della Banca del Piemonte sono gli stessi richiesti per il Fondo di Garanzia Prima Casa.
Certamente è una grande opportunità per i giovani con meno di 36 anni che, con questo mutuo, possono esaudire il sogno di una casa propria. Lo conferma anche il fatto che alla fine dell’anno scorso risultavano presentate già oltre 46mila domande di mutuo Giovani Prima Casa. E, fra l’altro, le agevolazioni sono state prorogate fino al 31 dicembre 2022.
Messaggio pubblicitario con finalità promozionale. La richiesta di mutuo è soggetta a valutazione ed approvazione da parte della Banca. Per tutte le condizioni si prega di fare riferimento alle Informazioni generali sul credito immobiliare offerto a consumatori “ADESSOpuoi CASA” disponibile presso le filiali della Banca e sul sito www.bancadelpiemonte.it alla sezione Trasparenza – Mutui Ipotecari Privati.
Oltre 300mila nuovi alberi, quasi otto milioni di metri quadrati aggiuntivi di parchi e giardini, 16mila nuovi terrazzi e balconi fioriti, nei prossimi tre anni, grazie alla proroga del Bonus Verde prevista dalla manovra di bilancio, che pone l’Italia all’avanguardia nella lotta allo smog e ai cambiamenti climatici. È quanto emerge dall’analisi della Coldiretti diffusa in occasione della Giornata nazionale degli alberi, festeggiata il 21 novembre. in tutta Italia, per tutelare la natura e la ricchezza botanica italiane.
Il Bonus Verde prevede una detrazione ai fini Irpef nella misura del 36% delle spese sostenute per la sistemazione a verde di aree scoperte private e condominiali di edifici esistenti, di unità immobiliari, pertinenze o recinzioni (giardini, terrazze), per la realizzazione di impianti di irrigazione, pozzi, coperture a verde e giardini pensili.
Il Bonus Verde dà una spinta a rendere più belle le case e le città, ma anche un contributo a ridurre l’inquinamento e a contrastare i cambiamenti climatici. Il tutto, però, deve essere accompagnato anche dall’impegno dei Comuni, tra i quali – sottolinea la Coldiretti – più di un capoluogo di provincia su due (54%) è ancora fuorilegge sul verde urbano, per non aver rispettato la legge 10 del 2013, che impone a tutti i Comuni con più 15mila abitanti di piantare un albero per ogni nuovo nato.
L’iniziativa, comunque, è in linea con le strategie nazionali del Pnrr, che ha stanziato 330 milioni di euro per la forestazione urbana, somma che consente di piantare 6,6 milioni di alberi, tutelando così le aree verdi esistenti e creandone nuove, anche al fine di preservare e valorizzare la biodiversità e i processi ecologici legati alla piena funzionalità degli ecosistemi. “Abbiamo elaborato insieme a Federforeste il progetto di piantare milioni di alberi nell’arco dei prossimi anni nelle aree rurali e in quelle metropolitane anche per far nascere foreste urbane, con una connessione ecologica tra le città, i sistemi agricoli di pianura a elevata produttività e il vasto e straordinario patrimonio forestale nelle aree naturali” ha detto il presidente della Coldiretti, Ettore Prandini.
L’impegno è di aumentare la disponibilità di spazi verdi nelle città, dove, mediamente, sono appena 33,8 i metri quadrati di verde urbano per abitante ed è quindi necessario, secondo Coldiretti, puntare su un grande piano di riqualificazione urbana di parchi e giardini, che migliori la qualità dell’aria e della vita della popolazione.
Annualmente, una pianta adulta è capace di catturare dall’aria dai 100 ai 250 grammi di polveri sottili all’anno e un ettaro di piante è in grado di aspirare dall’ambiente ben 20mila chili di anidride carbonica (CO2). Senza dimenticare gli effetti di mitigazione sui microclimi metropolitani, visto che la differenza di temperatura estiva delle aree urbane rispetto a quelle rurali raggiunge spesso valori superiori a 2°C nelle città più grandi.
In Italia, comunque, la superficie boschiva è aumentata di circa 587.000 ettari in dieci anni, per complessivi 11 milioni di ettari, che si sono dimostrati però molto vulnerabili al degrado e agli incendi, perché è mancata l’opera di prevenzione nei boschi che, a causa dell’incuria e dell’abbandono, sono diventati giungle ingovernabili. Solo quest’anno, infatti, sono stati ben 170mila gli ettari di bosco andati a fuoco. Per difendere il bosco italiano occorre creare le condizioni – rileva Coldiretti – affinché si contrasti l’allontanamento dalle campagne e si valorizzino quelle funzioni di sorveglianza, manutenzione e gestione del territorio svolte dagli imprenditori agricoli. Un’opportunità può arrivare dall’aumento del prelievo del legname dai boschi con lo sviluppo di filiere sostenibili in grado di tutelare l’ambiente e creare occupazione, dato che l’Italia importa dall’estero più dell’80% del legno necessario ad alimentare l’industria del mobile, della carta o del riscaldamento.
A preoccupare, però, è anche la pesante crisi del frutteto italiano, perché negli ultimi venti anni è sparita quasi una pianta da frutto su quattro, con un gravissimo danno produttivo e ambientale. Non a caso, recenti studi hanno sottolineato il ruolo positivo della frutticoltura nella tutela dell’ambiente proprio per la capacità di catturare CO2.
Sai che dal 2022 puoi sciare solo se sei assicurato?
Dal 1° gennaio 2022 non basterà avere gli sci ai piedi per sfrecciare sulle piste innevate. Sarà obbligatorio avere anche una copertura assicurativa RC, proprio come già accade se si vuole guidare un’auto o una moto. La tua polizza Rubino ti protegge anche sulle piste.
Banca del Piemonte ed Italiana Assicurazioni giocano sempre in anticipo sugli eventi. Non a caso, la tua polizza Rubino ti protegge a norma di legge anche sulle piste da sci. Ma non è tutto: tutela anche i tuoi familiari* nella pratica di sport a livello dilettantistico, sci compreso.
Perciò, non dovrai fare nulla, se non goderti la NEVE.
*Le prestazioni assicurative sono erogate all’Assicurato e ai familiari iscritti nel CERTIFICATO ANAGRAFICO DI FAMIGLIA al momento del sinistro. Prima della sottoscrizione leggere il Set Informativo disponibile presso le filiali di Banca del Piemonte e sul sito www.italiana.it
Messaggio pubblicitario con finalità promozionale. Banca del Piemonte SpA con unico socio, con sede legale in Via Cernaia 7 Torino – Tel. 011.56521– www.bancadelpiemonte.it – assicurazioni@postacert.bancadelpiemonte.it, info@bancadelpiemonte.it iscritto alla sezione D del RUI al numero D000058742 in data 19.02.2007. L’attività di distribuzione assicurativa svolta da Banca del Piemonte è sottoposta all’IVASS come competente Autorità delegata alla vigilanza. Gli estremi identificativi e di iscrizione degli intermediari assicurativi e riassicurativi sono consultabili sul sito internet dell’IVASS. Per informazioni sulla possibilità di presentare un reclamo clicca qui.
Lo sapevi che Banca del Piemonte è da 110 anni un’impresa familiare? L’attuale Amministratore Delegato e Direttore Generale, Camillo Venesio, omonimo del fondatore, rappresenta la terza generazione e i giovani della quarta lavorano già in banca. Una continuità di poche realtà che ha permesso di mantenere una totale indipendenza, una solidità patrimoniale e una vicinanza particolare alla clientela, come solo le attività a gestione familiare sanno fare.
Le imprese familiari in Italia
In Italia è familiare il 65,6% delle imprese che fatturano più di 20 milioni di euro all’anno. Complessivamente, impiegano oltre 2,4 milioni di persone e registrano un volume d’affari annuo superiore ai 750 miliardi di euro. Ma se aggiungiamo le imprese familiari con fatturato annuo inferiore ai 20 milioni di euro, il totale delle aziende familiari attive nel nostro Paese diventano l’85% di tutte le imprese che operano in Italia e, naturalmente, aumentano sia il numero dei loro occupati sia il valore del loro fatturato.
Fra l’altro, diverse ricerche dimostrano che le imprese familiari in Italia mediamente crescono più delle altre, hanno una redditività maggiore e un tasso d’indebitamento inferiore. Risultati che non stupiscono, considerando l’impegno straordinario che i familiari profondono nelle loro imprese, sentite e vissute non come cose proprie ma come figlie, da curare con la massima attenzione, amorevolmente.
Banca del Piemonte familiare da 110 anni
Il prossimo 26 aprile Banca del Piemonte compirà 110 anni. È nata a Torino come Banca Fondiaria Italiana, per iniziativa di un gruppo di amici appartenenti ad alcune antiche famiglie locali. Grazie all’originaria volontà di accrescere costantemente la sua solidità rafforzando il patrimonio “per premunirsi contro le sorprese del destino”, a tutela soprattutto dei suoi clienti, la banca è riuscita non solo a superare i difficili anni della Grande Guerra, ma anche a continuare a svilupparsi.
Nel 1925 avviene il primo cambio di denominazione: l’istituto diventa Banca Anonima di Credito e tale resterà fino alla fine degli anni Novanta, quando sarà ribattezzata Banca del Piemonte, per sottolineare proprio il suo radicamento nella Regione dove è nata e cresciuta.
Alle origini c’è Camillo Venesio
Intanto, nel 1930, il comando della Banca viene assunto da Camillo Venesio, nominato amministratore delegato. Con la sua guida, la Banca accelera la crescita e la prosperità. Il grande lavoro, i solidi principi alla base del suo instancabile operato e la lungimiranza danno i meritati frutti. Così, Camillo Venesio e la sua famiglia diventano anche i principali azionisti della Banca, che, nel 1978, sarà fusa con un’altra “creatura” di Camillo Venesio, la Banca di Casale e del Monferrato, fondata nel 1947 dall’intraprendente banchiere piemontese, nato nel 1900 e scomparso nel 1983.
La continuità con il figlio Vittorio
La fusione della Banca di Casale e del Monferrato nell’Anonima di Credito, che poi sarà appunto Banca del Piemonte, è opera di Vittorio Venesio, succeduto al padre Camillo come amministratore delegato nel 1955. Come il padre, al quale si ispira con convinzione, Vittorio Venesio è un banchiere capace, prudente, scrupoloso, affidabile, attento alle esigenze dei clienti, siano essi risparmiatori che affidano le loro risorse alla banca, piuttosto che imprenditori, artigiani, commercianti, famiglie che chiedono alla banca prestiti per investire nelle loro attività o per comprare la casa.
Dal 1983 il timone al nipote del fondatore
Nel 1983, Vittorio Venesio passa il testimone al figlio Camillo, omonimo del nonno. Allora, il nuovo amministratore delegato e direttore generale della Banca del Piemonte, ha trent’anni. Ma già da tempo lavora nella banca di famiglia, dopo essersi laureato in Economia e Commercio, a Torino, con lode e menzione, nonché dopo esperienze alla First Los Angeles Bank e alla San Paolo Bank, filiale californiana del grande istituto subalpino. Al giovane esponente della terza generazione dei Venesio banchieri, infatti, vengono riconosciute tutte le qualità confacenti al compito affidatogli. E la scelta si rivelerà più che giusta. I successi della banca ne sono la conferma più convincente.
Gli anni del grande sviluppo
Guidata da Camillo Venesio, fra l’altro nominato Cavaliere del Lavoro già nel 2003 e vice presidente dell’Abi, l’Associazione Nazionale delle Banche, la Banca del Piemonte ha continuato a svilupparsi, a diffondersi capillarmente nella sua regione d’origine grazie alle filiali nelle principali città e in diverse cittadine locali e al digital banking; in concomitanza con l’ingresso dei primi esponenti della quarta generazione, ha anche ampliato la propria rete oltre i confini piemontesi aprendo una filiale a Milano.
Inoltre, perseguendo sempre l’obiettivo del rafforzamento patrimoniale, secondo la raccomandazione del fondatore, la Banca ha mantenuto e mantiene un’elevata solidità, ben superiore a quella richiesta dalle Autorità di Vigilanza; ha, infatti, il Cet1 pari al 17,4%, ratio tra i più alti in Italia e in Europa.
Le doti della Banca di famiglia
La solidità è uno dei valori fondamentali della Banca del Piemonte che, interamente posseduta dalla famiglia Venesio, si caratterizza anche per la totale indipendenza, la cura particolare della clientela, l’efficienza, la professionalità dei suoi operatori, motivati e discreti; la filiera decisionale corta, che garantisce la rapidità delle risposte, la qualità del servizio.
Tutte doti tipiche dell’impresa che ha a capo la famiglia del fondatore, vocata naturalmente alla crescita, al rafforzamento continuo delle riserve, al progressivo consolidamento della fiducia dei suoi stakeholder, al mantenimento dell’autonomia, garanzia di scelte libere; all’impegno a trasmettere alla generazione successiva un patrimonio costituito anche da senso di responsabilità e del dovere, dai principi etici che regolano l’attività degli amministratori, dalla volontà dell’ulteriore sviluppo innovando con il rispetto dell’esperienza.
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