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Intervista a Camillo Venesio e ai due nuovi Condirettori Generali, Wilma Borello e Giancarlo Poletto

Intervista a Camillo Venesio e ai due nuovi Condirettori Generali, Wilma Borello e Giancarlo Poletto

Abbiamo intervistato Camillo Venesio ed i due nuovi Condirettori Generali, Wilma Borello e Giancarlo Poletto, che lo affiancheranno nella guida della Banca.

 


Quali sono le ragioni principali della decisione di introdurre due condirettori generali al suo fianco?

Rinforzare il vertice della Banca per la realizzazione di un Piano Industriale molto ambizioso.

 

Perché due?

Insieme copriamo con professionalità ed efficienza tutte le aree della Banca.

 

Entrambi i neo condirettori generali hanno speso tutta la carriera nella Banca del Piemonte: perché ha preferito questa scelta puramente interna e non è ricorso a manager esterni?

I due condirettori generali hanno maturato negli anni grandi professionalità, hanno forti capacità di leadership, sono aperti all’innovazione e ai cambiamenti, hanno sempre agito in coerenza con la solida cultura e la forte etica aziendale. Dobbiamo essere tutti orgogliosi che Banca del Piemonte abbia saputo costruire al proprio interno due carriere così importanti.

 

Nel suo commento ai risultati 2021, ha sottolineato che ora quattro consiglieri di amministrazione su dieci sono nati negli Anni 80: quale messaggio ha inteso dare?

Conferma della volontà di rinnovamento e innovazione in coerenza col nostro Piano Industriale, con attenzione alla diversità di genere.

 

Il capitale della Banca è stato portato, gratuitamente, a 100 milioni. Perché è stata fatta questa operazione? Prelude a qualche iniziativa particolare?

È coerente con la nostra grande forza patrimoniale, anche a livello europeo.

 

 


Quali significati attribuisce alla vostra promozione da parte del Consiglio di amministrazione?

Anzitutto un segno di stima e fiducia che è motivo di grande soddisfazione per me,  allo stesso tempo è la conferma che l’esperienza e le capacità unite alla passione hanno un grande valore e possono accompagnare il ricambio generazionale e sostenere gli ambiziosi obiettivi di crescita che il Consiglio di Amministrazione si è dato nel piano strategico del prossimo triennio.

 

Con il vostro nuovo incarico, quale apporto conta di dare allo sviluppo della Banca?

La mia storia professionale si è sviluppata in diversi ambiti che hanno come comune denominatore la gestione e lo sviluppo della principale risorsa della Banca: quella umana. La sfida è ora quella di mettere al centro della mia attività non solo le persone di Banca del Piemonte ma anche i nostri oltre 80.000 clienti ai quali, con il supporto di un team di colleghi molto preparati e motivati, dedicherò il massimo impegno per migliorare la loro interazione quotidiana con la Banca ed in particolare quella digitale che chiamiamo “user experience”.

 

 Il fatto che entrambi fate parte della famiglia Banca del Piemonte da tanto tempo risulterà un vantaggio per l’operatività o può rappresentare un limite rispetto alle possibilità che potevano derivare dalla scelta di un condirettore esterno?

Ritengo che sia un vantaggio perché il limite potenziale è annullato grazie alla presenza di esponenti nel Consiglio di Amministrazione con esperienze esterne diversificate e stimolanti e di giovani manager – a partire da quelli che sono espressione della famiglia Venesio e delle altre famiglie azioniste – che hanno portato in Banca del Piemonte idee, cultura dei dati e dell’innovazione, entusiasmo, voglia di confrontarsi con nuove sfide che devono essere colte e integrate con i valori e con la sana e prudente gestione da sempre coltivati nella nostra Banca. Ecco cosa intendo quando parlo di accompagnare il ricambio generazionale.

 

 


Quali significati attribuisce alla vostra promozione da parte del Consiglio di amministrazione?

Direi soprattutto il riconoscimento della crescita professionale e personale che ho potuto maturare grazie all’appartenenza a un’azienda che mi ha offerto tante opportunità e proposto sempre nuove e più complesse sfide da affrontare. E anche il segno che se si sanno cogliere e portare avanti le innovazioni che il nostro mondo sempre più velocemente ci presenta si può contribuire a costruire continuamente, anche nel lavoro quotidiano, qualcosa di nuovo per il progresso della propria azienda e la propria soddisfazione personale.

 

Con il vostro nuovo incarico, quale apporto conta di dare allo sviluppo della Banca?

Continuare a guardare con curiosità, fiducia e spirito imprenditoriale alle nuove opportunità che si presenteranno e favorire la forte innovazione che è il principale  driver del nostro modo di fare banca. Tuttavia conservando la cultura di serietà, di trasparenza e nel governo dei rischi che ci ha  consentito di arrivare molto forti fino ad oggi.

 

Il fatto che entrambi fate parte della famiglia Banca del Piemonte da tanto tempo risulterà un vantaggio per l’operatività o può rappresentare un limite rispetto alle possibilità che potevano derivare dalla scelta di un condirettore esterno?

Lo reputo certamente un vantaggio perché è elemento che si integra in modo ottimale con la grande innovazione e diversificazione di culture, esperienze, campi di specializzazione e, non ultimo, di età anagrafica che ha contraddistinto l’evoluzione di questi ultimi anni avvenuta nel nostro CdA. Lo ritengo anche un messaggio forte ai nostri colleghi per due motivi: prima di tutto perché le opportunità di crescita riguarderanno sempre anche le persone che appartengono da più tempo alla storia della nostra banca e in secondo luogo perché penso che dalla contaminazione fra culture ed esperienze diverse, anche provenienti dall’esterno, si favorisca l’innovazione e la crescita della nostra banca.

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