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Banca del Piemonte e Croce Rossa Italiana per i profughi ucraini

Banca del Piemonte e Croce Rossa Italiana per i profughi ucraini

Sono 139 le persone, tra mamme, nonni e bambini ad essere transitate presso il Polo Logistico della Valle di Susa in questi mesi all’interno del Progetto Accoglienza Straordinaria il cui avvio è coinciso con lo scoppio della guerra in Ucraina e tutta la situazione emergenziale che ne è derivata.

Il lavoro dei giovani volontari della Croce Rossa è stato encomiabile: attività di inserimento ed integrazione nella comunità, corsi di introduzione della lingua italiana nella sala con la lavagna elettronica ed in ultimo, ma non certo per importanza, la realizzazione del Red Cross Summer Camp.

Banca del Piemonte contattata dalla Croce Rossa Italiana ad inizio emergenza, ha accolto fin da subito il progetto e grazie al contributo donato, oltre alle migliorie nella ludoteca, sono state acquistate nuove apparecchiature per l’ambulatorio come l’elettrocardiografo, un nuovo lettino, un monitor multiparametrico e la bilancia neonatale. Infine, è stato organizzato il Red Cross Summer Camp in cui i bambini si sono cimentati in diverse attività, come la scoperta delle Unità Cinofile, le lezioni di primo soccorso, i laboratori di disegno, la costruzione degli aquiloni e molto altro.

Venerdì 22 luglio, presso il Polo Logistico, si sono riunite, attorno ai bambini che hanno preso parte al Red Cross Summer Camp, le realtà locali che hanno sostenuto e dato vita a questa importante rete di collaborazione: la Croce Rossa Italiana con i volontari della Sezione di Susa ed il loro Presidente Francesco Feroldi, l’Assessore al Comune di Bussoleno Ivano Fucile e Wilma Borello, Condirettore Generale di Banca del Piemonte.

Parole di ringraziamento e di stima quelle spese dal nostro Condirettore Generale Wilma Borello durante l’evento: “Banca del Piemonte è una banca privata ed indipendente, una banca del territorio, una banca vicina alle persone. Quando siamo stati contattati dalla Croce Rossa Italiana abbiamo accolto con favore il progetto. Era appena iniziata la guerra in Ucraina e questo momento di grande difficoltà. Abbiamo così deciso di sostenere con un contributo economico la realizzazione di questo progetto e non nascondo che mi fa molto piacere ammirare i tanti giovani volontari impegnati in questa iniziativa all’insegna dell’inclusione. Grazie alla Croce Rossa e ai  volontari il progetto è stato portato avanti ed è arrivato alla conclusione. Sono state fatte delle bellissime cose: la ludoteca è stata migliorata, nuove attrezzature mediche hanno arricchito l’ambulatorio ed il Red Cross Summer Camp è stato molto ben organizzato. Vedere i volontari della Croce Rossa Italiana, i bambini, il Presidente, l’Assessore qui oggi sono il riconoscimento concreto dell’impegno che Banca del Piemonte spende per l’accoglienza, per l’integrazione delle persone e dei bambini nelle nostre comunità e nel nostro territorio. Grazie a tutti per quello che avete fatto”.

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Nuovi valori nell’era Covid

Nuovi valori nell’era Covid

I mutamenti provocati dal Covid hanno indotto gli italiani a sposare nuovi valori. Secondo i dati del Rapporto Coop 2021, 36 milioni hanno intenzione di modificare il proprio sistema valoriale nei prossimi tre-cinque anni,  in particolare, dando maggiore spazio alla cura di sé: il 47% degli italiani vuole occuparsi di più della propria salute e il 42% trovare maggiore serenità ed equilibrio personale. Emerge, inoltre, la volontà di tutelare l’ambiente, un altro valore che si sta affermando; il 40%, infatti, desidera impegnarsi maggiormente in tal senso.

In questo panorama, gli italiani rivolgono massima attenzione al tema del cibo. L’Osservatorio Cirfood district ha rilevato non solo che l’83% dei lavoratori è molto attento alle proprie scelte alimentari, ma evidenzia anche ciò che la nutrizione rappresenta per le persone.

Solo una percentuale minoritaria (12%), infatti, associa l’alimentazione a una mera necessità vitale: per molti italiani, al contrario, rappresenta felicità e soddisfazione (32%), un momento di convivialità (29%), un modo per prendersi cura di sé e per fare prevenzione (27%).

La ricerca di aspetti come la cura di sé, la convivialità, la gratificazione verso il cibo hanno portato gli italiani a cambiare i propri comportamenti alimentari, determinando l’instaurarsi di nuove abitudini a tavola.

Quella che si evidenzia maggiormente è l’intenzione di mangiare in modo sano ed equilibrato (42%), a cui si affianca una percentuale consistente di persone (26%) che cerca di ridurre il consumo di carne. “Diminuire il consumo di carne significa anche imprimere una volontà attiva nella preservazione dell’ambiente, perché rappresenta una modalità concreta per ridurre l’impatto climatico”, ha commentato Silvia Zucconi, responsabile Market Intelligence di Nomisma.

In termini di stili alimentari, quasi il 30% degli italiani predilige la dieta mediterranea. Accanto a questo gruppo emerge una serie di altri stili molto variegati, in cui si identifica il 53% delle persone. Si tratta di comportamenti alimentari difficili da classificare in modo unitario perché esprimono tante esigenze differenti. In questa percentuale rientrano, ad esempio, gli italiani che ricercano in modo continuativo cibo biologico, coloro che prediligono prodotti stagionali, chi segue un’alimentazione vegetariana o vegana, ma anche chi preferisce una nutrizione iperproteica.

Comunque, oggi gli italiani hanno ripreso a mangiare fuori casa, anche per motivi di svago: più del 65% dichiara di pranzare o cenare away from home, per ragioni diverse dal lavoro, almeno due o tre volte al mese.

Quanto ai desideri, la nuova analisi di Nomisma mette in luce tre macro tendenze. La prima è la ricerca degli ingredienti e delle materie prime, che rappresenta un fattore determinante: si richiede qualità, italianità e stagionalità. Inoltre, si presta attenzione alle caratteristiche nutrizionali degli alimenti: in particolare si guarda a cibi light e “free from” (ad esempio senza lattosio o glutine, zuccheri e sale). Il tutto sempre ricercando un buon rapporto qualità/prezzo, aspetto rilevante e irrinunciabile per un italiano su quattro.

Per comprendere quali siano i desiderata degli italiani rispetto alla pausa pranzo, emerge che
rispetto al periodo pre Covid, una quota di italiani continua a viverla tra le mura domestiche. Questa rappresenta la tendenza in maggiore crescita (+ 31% rispetto al 2019). Una quota altrettanto elevata di dipendenti, tuttavia, consuma il pranzo nel ristorante aziendale, se disponibile, o nella ristorazione convenzionata con l’azienda.

In generale, il ristorante aziendale o convenzionato viene percepito come un elemento di benessere e di comfort. Molti dipendenti, infatti, vivono questa opportunità come una comodità legata al fatto di non dover preparare e portare nulla da casa (la descrive così il 26% di chi mangia nel ristorante aziendale e il 12% di chi utilizza il ristorante convenzionato), ma anche come un momento di relax (23% e 33%) e un’occasione per vedere i colleghi (22% e 19%).

Per quanto riguarda i punti di forza di questo tipo di servizio, al primo posto c’è la cortesia del personale, seguita dalla presenza di una chiara comunicazione dei protocolli di sicurezza anti Covid e dal mantenimento delle distanze di sicurezza. È stato anche chiesto ai lavoratori quali servizi dovrebbe offrire l’azienda per soddisfare pienamente i loro bisogni in relazione alla pausa pranzo nel ristorante aziendale o convenzionato.

Tra le necessità che si evidenziano c’è la proposta di orari differenziati per l’accesso alla mensa (20% e 19%) e un minore utilizzo di plastica nel servizio (20% e 15%). Inoltre, chi ha accesso al ristorante convenzionato desidera prenotare in anticipo le portate e ritirare il pranzo già pronto.

In merito alle caratteristiche del menù ideale, invece, i desiderata riguardano soprattutto la presenza di portate realizzate con ingredienti locali (19% e 21%) e con ingredienti di qualità (17% e 22%).

L’indagine Nomisma ha dedicato un focus alla ristorazione aziendale, coinvolgendo i lavoratori che non hanno l’opportunità di usufruirne, per capire se il servizio venga percepito come un elemento di benessere e di welfare. È emerso che il 59% dei dipendenti che normalmente pranza in un ristorante convenzionato vorrebbe disporre di un ristorante aziendale. Per quanto riguarda gli smart worker, cinque su dieci desidererebbero accedere a questa opportunità.

È stato poi chiesto a chi già si avvale di un ristorante aziendale come percepisca tale possibilità: per otto lavoratori su dieci si tratta di un vantaggio irrinunciabile. Questo non solo perché rappresenta una semplificazione della vita quotidiana, ma anche perché permette di mangiare pasti sani ed equilibrati (l’83% ritiene questo aspetto importante o estremamente importante) e di fruire di materie prime di qualità (81%).
Il livello di soddisfazione, nel complesso, è elevato: il 66% dei dipendenti è soddisfatto del servizio di ristorazione aziendale e il 76% lo è del ristorante convenzionato di cui usufruisce.

È stato poi dedicato un approfondimento specifico agli smart worker per capire le loro aspettative e valutazioni rispetto alla pausa pranzo. Nove su dieci dichiarano che, prima dei cambiamenti determinati dalla pandemia, pranzavano fuori, nella maggior parte dei casi portando qualcosa da casa oppure mangiando nella mensa aziendale.

Si rilevano, inoltre, alcuni elementi di preoccupazione e scontento rispetto alla pausa pranzo svolta tra le mura domestiche. La principale criticità risulta essere la difficoltà a staccare dalle attività lavorative (citata dal 40%), a cui va ad aggiungersi il tempo da dedicare alla preparazione del pasto (34%). E uno smart worker su cinque risponde di essere aumentato di peso da quando consuma a casa la pausa pranzo.

Il 60% degli smart worker che prima della pandemia usufruivano del ristorante aziendale dichiara di sentire la mancanza di questo servizio: a mancare di più è l’elemento di socialità, menzionato dal 75% di chi vorrebbe tornare a mangiare nel ristorante dell’azienda.

Camillo Venesio: “La nostra città ha tutte le infrastrutture per ospitare sede dell’Autority Ue sull’anti-riciclaggio”

Camillo Venesio: “La nostra città ha tutte le infrastrutture per ospitare sede dell’Autority Ue sull’anti-riciclaggio”

Camillo Venesio, Amministratore Delegato e Direttore Generale di Banca del Piemonte nonché vicepresidente Abi, intervistato dal Corriere Torino si esprime in merito alla prossima assegnazione, da parte di Bruxelles, della sede dell’Autority Ue sull’anti-riciclaggio: “Da torinese vorrei che l’Authority avesse sede qui, la nostra città ha tutte le infrastrutture per ospitare un istituto di tale portata. Ma l’importante è che arrivi in Italia.”

Alla domanda su cosa deve fare la nostra città per non perdere questa importante opportunità, Venesio risponde con la leadership che lo contraddistingue: “Come al solito bisognerà fare squadra, privati ed enti territoriali, concretamente, attraverso la definizione della strada da percorrere, con adeguate risorse umane e finanziarie.”

 

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Inaugurata la nuova stagione del Lingotto Musica 2022-2023

Inaugurata la nuova stagione del Lingotto Musica 2022-2023

Mercoledì 22 giugno è stata presentata la nuova rassegna dei Concerti del Lingotto, articolata in otto appuntamenti che si svolgeranno presso l’Auditorium «Giovanni Agnelli» di Torino.

Inaugurazione molto sentita e partecipata quella di quest’anno in cui il Direttore artistico, Francesca Gentile Camerana, colei che ha fondato nel 1994 e curato con amore e dedizione per quasi trent’anni quest’Associazione ha nominato, Luca Mortarotti, nuovo Direttore.

La stagione che inizierà l’11 ottobre 2022 e si concluderà il 16 maggio 2023 porterà ancora la firma di Francesca Gentile Camerana.

Sono ormai quindici anni che Banca del Piemonte è accanto all’Associazione Lingotto Musica e sostiene con fierezza le sue attività.
Quello che ci regalerà la prossima stagione è un itinerario di respiro internazionale con formazioni e artisti di altissima levatura, nonché sorprendenti stelle di domani, che abbraccerà repertori sinfonici, sacri e cameristici d’ogni epoca e provenienza.

Da parte di Banca del Piemonte un infinito grazie al Direttore artistico Camerana per questi anni di note e sinfonie e un in bocca al lupo al nuovo Direttore Mortarotti.

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Restauro della Fontana dell’Ercole: la rinascita del Teatro delle Acque

Restauro della Fontana dell’Ercole: la rinascita del Teatro delle Acque

Martedì 21 giugno 2022 è stato presentato in anteprima il risultato dell’ambizioso intervento di restauro e valorizzazione del capolavoro seicentesco di Amedeo di Castellamonte, realizzato grazie all’indispensabile contributo di aziende ed enti soci della Consulta di Torino, di cui Banca del Piemonte fa parte.

Si tratta dell’ultimo tassello del Progetto di recupero della Venaria Reale, avviato nel 1998 e che riporta la reggia sabauda ad uno splendore unico ed un allestimento scenografico di grande valore.

Al centro della fontana oggi domina nuovamente la statua dell’Ercole: ricollocata, grazie a questo magnifico lavoro di restauro, progettazione e ricostruzione archeologica, al centro della nuova vasca e dei padiglioni contemporanei. In parte interrato, è stato ricreato il complesso ninfeo sotto le nuove volte a centine lignee, con le pareti decorate con conchiglie e pietre colorate, ricche di statue e giochi d’acqua.

È davvero un onore ed un privilegio per la nostra Banca far parte della Consulta: un gruppo coeso che si muove in un’unica direzione: ridare alla città di Torino, ed al Piemonte, lo splendore che merita.

 

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