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Nasce il Gruppo Credito, Finanza e Assicurazioni dell’Unione Industriali Torino

Nasce il Gruppo Credito, Finanza e Assicurazioni dell’Unione Industriali Torino

Il Gruppo Credito, Finanza e Assicurazioni dell’Unione Industriali Torino, è un nuovo raggruppamento merceologico che riunisce più di quaranta aziende fra banche, advisor, imprese assicuratrici e broker, SIM, SGR e società finanziarie, tutti settori strategici per lo sviluppo economico del territorio.

L’obiettivo del Gruppo è di promuovere, rappresentare, tutelare e assistere le imprese associate nei rapporti con le istituzioni, con le organizzazioni economiche, politiche e sindacali e con ogni altra componente della società, studiando le esigenze delle imprese e del territorio, al fine di promuovere e proporre progettualità su temi correlati al mondo finanziario, come la crescita dimensionale, il rafforzamento patrimoniale e le tematiche ESG.

Il Gruppo intende inoltre rafforzare e consolidare i rapporti tra le oltre duemila aziende associate all’Unione Industriali Torino e il sistema finanziario.

Un’ulteriore opportunità per presentarsi in modo coeso nei confronti degli interlocutori istituzionali, nella gestione delle risorse dei Fondi Strutturali, nonché nella condivisione di progetti che siano in grado di favorire la crescita e la competitività delle imprese, la transizione digitale e la sostenibilità.

Nominate giovedì 13 luglio, durante la prima assemblea le cariche: alla presidenza Erica Azzoaglio – Banco Di Credito P. Azzoaglio, e alla vicepresidenza Stefano Cappellari – Intesa Sanpaolo e Alberto Pianta – Marsh spa.

All’interno del Consiglio, Giancarlo Poletto – Condirettore Generale di Banca del Piemonte.

Leggi la Rassegna Stampa

Il Fondo di Garanzia per PMI e partite Iva

Il Fondo di Garanzia per PMI e partite Iva

Una grande soluzione per le imprese di micro, piccole e medie dimensioni (PMI) e per i professionisti titolari di partita Iva. È quello che rappresenta il Fondo pubblico di garanzia per quanti di questi soggetti economici hanno difficoltà ad accedere al credito bancario perché non dispongono di sufficienti garanzie.

E che il Fondo di garanzia costituisca una grande soluzione lo confermano i numeri: dal primo giorno di gennaio al 16 giugno di quest’anno, di domande di accesso al Fondo di garanzia ne sono state accolte 107.944, delle quali 8.000 provenienti dal Piemonte, per un totale di finanziamenti concessi pari a 20,234 miliardi di euro (1,374 miliardi a PMI e titolari di partita Iva in Piemonte) con importi garantiti per 15,232 miliardi (1,045 in Piemonte).

Nell’intero 2022 le domande accolte a livello nazionale sono state 283.056 con relativi finanziamenti concessi pari 53,9 miliardi, 42,1 dei quali garantiti dal Fondo pubblico.

La garanzia del Fondo, fattore fondamentale del successo di questo strumento di politica economica, è infatti una agevolazione del ministero dello Sviluppo economico, finanziata anche con risorse europee. Può essere attivata solo a fronte di finanziamenti concessi da banche – compresa la Banca del Piemonte – società di leasing e altri intermediari finanziari.

Il Fondo non interviene direttamente nel rapporto tra banca e cliente: tassi di interesse, condizioni di rimborso ecc., sono lasciati alla contrattazione tra le parti, fermo restando che sulla parte garantita dal Fondo non possono essere acquisite garanzie reali, assicurative o bancarie.

La garanzia pubblica, infatti, in pratica, sostituisce le garanzie normalmente richieste per ottenere un finanziamento.

Come funziona il Fondo di garanzia?

Possono essere garantite sia le imprese di micro, piccole o medie dimensioni iscritte al Registro delle Imprese tenuto dalle Camere di commercio sia i professionisti titolari di partita Iva.

Ma la PMI o il professionista non può inoltrare la domanda direttamente al Fondo. Deve, quindi, rivolgersi a una delle banche abilitate, come la Banca del Piemonte, per richiedere il finanziamento e, contestualmente, richiedere che sul finanziamento sia acquisita la garanzia del Fondo. Sarà la banca stessa, perciò, a occuparsi della domanda.

In alternativa alla banca, ci si può rivolgere a un Confidi accreditato, che garantisce l’operazione in prima istanza e che si occuperà di richiedere la controgaranzia al Fondo.
Ai fini dell’ammissibilità alla garanzia, il gestore del Fondo, che è il Mediocredito Centrale, non effettua alcuna valutazione del merito di credito del soggetto beneficiario finale, in deroga alle ordinarie disposizioni operative del Fondo.

Le procedure sono snelle e veloci: in tempi rapidi vengono verificati i requisiti di accesso e adottata la delibera dal Consiglio di gestione del Mediocredito Centrale, che si riunisce due volte a settimana. L’impresa viene informata vie e-mail sia della presentazione della domanda sia dell’adozione della delibera.

Possono essere garantiti i soggetti che svolgono attività economica appartenente a qualsiasi settore. Però, fatte salve alcune attività ausiliarie, non è ammissibile il settore delle attività finanziarie e assicurativo.

La Banca del Piemonte precisa che la percentuale di copertura del Fondo varia dal 30% (o 50% se la durata è superiore a 37 mesi) all’80% dell’importo del finanziamento e con una garanzia massima di cinque milioni di euro.
Il pagamento di rate di capitale e interessi, mensile o trimestrale, avviene secondo un piano di ammortamento a scadenze concordate. Il tasso è fisso o variabile e la durata del finanziamento con garanzia del Fondo va dal minimo di 18 mesi al massimo di 120 mesi, più un’unica rata di preammortamento.

I documenti richiesti all’impresa o al professionista con partita Iva per ottenere il finanziamento garantito dal Fondo sono: la visura camerale aggiornata ai sei mesi precedenti, l’elenco degli affidamenti bancari/leasing; l’elenco dei principali clienti e fornitori con il dettaglio dei relativi importi; il bilancio ufficiale/la dichiarazione dei redditi; il bilancio infrannuale; il bilancio consolidato e/o i bilanci delle società del gruppo di appartenenza; il piano previsionale/budget; la dichiarazione degli immobili di proprietà e, infine, i documenti giustificativi, quali fatture e preventivi.

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Ed è ancora musica!

Ed è ancora musica!

Da oltre 16 anni Banca del Piemonte è accanto al Lingotto Musica e alle sue attività che quest’anno festeggiano i primi 30 anni.

Quello che ci aspetta per la prossima stagione è un palinsesto di appuntamenti sinfonici, corali e cameristici costellato da artisti e formazioni di assoluta eccellenza che riportano l’istituzione torinese ai vertici della scena italiana e internazionale dopo gli anni difficili della pandemia.

La nuova stagione, presentata presso la Sala Berlino del Centro Congressi Lingotto, vedrà artisti nazionali e internazionali impegnati in 13 concerti dal 9 ottobre 2023 al 30 maggio 2024, suddivisi nei consueti cicli dei Concerti del Lingotto all’Auditorium Agnelli e di Lingotto Giovani in Sala 500, cui si aggiungeranno i 4 appuntamenti della rassegna Lingotto in Reggia, ospitata nella Sala di Diana e nella Chiesa di Sant’Uberto della Venaria Reale sotto le festività natalizie.

“La stagione che vi presentiamo si riconnette idealmente ai due valori fondativi che da trent’anni animano la nostra attività: la qualità e l’internazionalità della proposta artistica – afferma il Direttore Luca Mortarotti – Una lunga tradizione che adatteremo alle sfide della modernità grazie a un lavoro di convergenza e sinergia con autorevoli Enti e Istituzioni del territorio.”

A questo programma ricco di musica di altissima qualità, si aggiunge un tassello importante: la solidarietà.  Il Maestro Riccardo Muti e la Chicago Symphony Orchestra sul palco dell’Auditorium Giovanni Agnelli del Lingotto per un progetto straordinario e di grande prestigio che unisce per la prima volta Fondazione per la Cultura Torino, Lingotto Musica e Fondazione Piemontese per la Ricerca sul Cancro. L’evento contribuirà a finanziare le attività dell’Istituto di Candiolo – IRCCS, una delle eccellenze italiane e punto di riferimento internazionale nel campo della ricerca oncologica

Come Banca del territorio non possiamo che essere fieri di far parte di questa sinergia che contribuisce a portare la musica, la cultura, e non solo, della nostra città ai massimi livelli.

Leggi il comunicato stampa

Scarica il programma 2023-2024

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Piemontesi meno geniali?

Piemontesi meno geniali?

Piemontesi meno geniali? Ma no; la loro creatività ha solo rallentato un po’. Se è vero, infatti, che l’anno scorso, è diminuito rispetto al 2021 il numero dei brevetti piemontesi pubblicati dall’Epo (European patent office); è altrettanto vero che la regione subalpina resta al quarto posto in Italia per numero di domande di brevetto pubblicate dall’Epo e, in particolare, la provincia di Torino è risultata seconda, a pari merito con quella di Bologna.

Nel 2022, le domande italiane di brevetto pubblicate dall’Epo sono state 4.773, un record e il 5% in più rispetto all’anno precedente. Il Piemonte, però, è risultato in controtendenza, con 25 domande in meno.

Come emerge dall’analisi di Unioncamere e Dintec, dal 2016 l’aumento delle domande italiane di brevetto europeo è risultato pressoché continuo, con una variazione del 33% tra il 2015 e il 2022, quando il nostro Paese ha raggiunto il miglior risultato del decennio, mantenendo così la quinta posizione per capacità inventiva nell’Epo tra i Paesi Ue e l’undicesima nel mondo.

Tra il 2021 e il 2022 la crescita delle domande italiane pubblicate dall’Epo è stata trainata dalle attività di ricerca, sviluppo e innovazione nel Nord–Est e nel Mezzogiorno (rispettivamente, +6% e +29%). Nella prima macro-area le regioni più dinamiche sono risultate il Friuli-Venezia Giulia (+21%) e il Trentino-Alto Adige (+12%); nella seconda l’Abruzzo (+93%), la Campania (+46%) e la Puglia (+14%). Nelle altre grandi circoscrizioni del Paese, le variazioni più significative nel numero delle domande si sono registrate in Liguria (+28%) e in Umbria (+57%).

A sorpresa, la provincia che l’anno scorso ha messo a segno una crescita straordinaria è quella di Chieti, che ha registrato 63 domande pubblicate dall’Epo (47 in più rispetto alle 16 del 2021). Un risultato che stacca anche quello eccellente di Bologna (+38), Milano (+25), di Bolzano e Pordenone (+22).

Nel lungo periodo che va dal 2008 al 2022 le domande di brevetto europeo dell’Italia sono state 61.253 in tutto; di queste 10.131, quasi il 17%, hanno origine nella provincia di Milano.

Con 726 domande nel 2022, Milano si conferma la regina del Paese per il numero delle nuove invenzioni brevettate in Europa. Seguono le province di Torino e Bologna, entrambe con 314 domande di brevetto l’anno scorso (9,6% del totale nazionale); quindi Roma (252), Treviso (198), Vicenza (174) e Monza Brianza (172). Nel loro insieme, con 2.595 domande, le prime dieci concentrano il 54% delle domande complessive.

L’anno scorso, l’88% delle domande pubblicate (4.188) è arrivato dalle imprese, il 5% dagli enti di ricerca e dalle Università e il restante 7% dagli inventori privati.

Ed è proprio lo sviluppo delle capacità innovative delle imprese a fare la differenza: i brevetti provenienti dal settore produttivo sono cresciuti del 7% rispetto al 2021, segno di una forte accelerazione sul fronte dell’innovazione radicale dei prodotti.

Le tecnologie della meccanica e dei mezzi di trasporto continuano a fare la parte da leone del Made in Italy: le domande di brevetto europeo in questi settori tecnologici sono 1.910 nel 2022, il 40% del totale e crescono considerevolmente (+124 rispetto al 2021, con un aumento del 7%).

Rispetto all’anno precedente, aumentano anche le domande di brevetto sulle nuove tecnologie di strumentazione e controllo (+76, con una crescita del 12%) e quelle relative all’elettricità e all’elettronica (+68, con una crescita del 14%).

Guardando alle domande italiane nell’ambito delle Key enabling technologies (Ket), che, per la loro applicazione a un gran numero di attività produttive sono fondamentali per la competitività delle imprese, con un totale di 985 pubblicazioni dell’Epo, hanno raggiunto il 21% del totale, con un aumento dell’8% rispetto al 2021.

Con 752 domande, quelle della manifattura avanzata rappresentano oltre il 76% delle Ket, tanto che “spiegano” tutto il loro aumento in valore assoluto rispetto al 2021 (+11%).

Le domanda italiane di brevetti con tecnologie green sono aumentate invece del 23% rispetto al 2021: il 29% di queste domande fa riferimento a quelle per la gestione e il trattamento dei rifiuti, cresciute del 22%. Le altre tecnologie verdi che hanno manifestato una dinamica notevole sono quelle per le energie alternative (+72%) e quelle relative al design dei prodotti (+66%).

 

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