La Fondazione Venesio Ente Filantropico restituisce ai giovani il nuovo campo da calcio a 5 dell’Oratorio della Parrocchia Sant’Antonio Abate a Torino, in via Quincinetto.
Il campo – riqualificato nell’ambito dell’iniziativa della Fondazione ‘Scendiamo in campo!” – è stato inaugurato giovedì 5 settembre e consegnato ai ragazzi e alle famiglie del quartiere.
“Una bella occasione per questo vivace Oratorio che offre molteplici attività rivolte a bambini e ragazzi della Circoscrizione 5 e non solo rendendolo un luogo di accoglienza e socializzazione, di crescita educativa e confronto per tutti i giovani della zona” sottolinea Wilma Borello, presidente della Fondazione.
Al taglio del nastro, accanto a Wilma Borello, presidente della Fondazione Venesio e a Camillo Venesio, Amministratore Delegato e Direttore Generale di Banca del Piemonte nonché fondatore e vicepresidente della Fondazione che porta il suo nome, l’arcivescovo di Torino Roberto Repole, gli assessori regionali Maurizio Marrone, Andrea Tronzano e Federico Riboldi, l’assessore comunale Jacopo Rosatelli, il presidente della Juventus Gianluca Ferrero e il direttore del Torino Alberto Barile.
“Da grande appassionato di questo sport e tifoso, non posso sentirmi più orgoglioso: questo progetto restituisce ai giovani un campo da calcio nuovo e, per me, non esiste altro posto del mondo in cui sentirsi più felici” le parole di Camillo Venesio.
Tanti i ragazzi e adulti presenti all’inaugurazione che hanno gioito e festeggiato insieme ad alcuni giocatori del Torino FC e della Juventus FC intervenuti all’evento.
Agosto, periodo di vacanze. È l’occasione per usare bene il tempo e la libertà dagli impegni per fare buone letture: ma quali?
A rispondere è Camillo Venesio, il nostro Amministratore Delegato e Direttore Generale, in occasione dell’intervista rilasciata venerdì 23 agosto su “La Repubblica – Torino”.
«Il mese di agosto – dice il nostro Amministratore Delegato – per noi che lavoriamo nella finanza, e quindi in un universo molto sensibile alle turbolenze geopolitiche, non è stato quasi mai di assoluto riposo».
Eppure, ripensando alle sue letture estive, aggiunge: «Sono un appassionato di Shakespeare, che leggo e rileggo da anni, e se penso a un libro che ha segnato la mia estate e che da allora continua a darmi la misura del mio scrittore di culto, questo libro è una biografia del Grande Bardo scritta dallo storico inglese Max Meredith Reese: “Shakespeare. Il suo mondo e la sua opera”».
Un tomo di seicento pagine, che tratta di uno dei grandi maestri dell’umanità: ma allora, perché leggere Shakespeare per essere un buon banchiere?
Ce lo svela Camillo Venesio: «Nella mia vita professionale leggere Shakespeare mi è servito molto di più di tanti corsi che ho fatto per capire le dinamiche relazionali del potere, per conoscere le caratteristiche dell’animo umano, sia nella crudeltà sia nell’amore, sofferenza e gioia, carità, avidità e generosità. Faccio solo una citazione: per me leggere Shakespeare significa stare come chi, seduto su un promontorio, intravede da lontano la riva».
Negli ultimi anni, si sono moltiplicate le analisi sulle cause delle crisi finanziarie e delle recessioni che, tra il 2007 e il 2017, hanno minacciato di travolgere le principali economie mondiali.
Una breve frase che sintetizza bene il contesto è stata scritta da Paul Samuelson, premio Nobel per l’Economia, al manifestarsi della prima terribile crisi finanziaria negli Stati Uniti: «La causa della peggiore crisi finanziaria degli ultimi 100 anni è stata l’assenza di controllo sul capitalismo libertario del laissez-faire di Friedman-Hayek. […] Questi due uomini sono morti, ma la loro eredità avvelenata continua a vivere».
La forte richiesta dei vertici politici di ridurre le probabilità di future crisi ha portato ad un vero e proprio “tsunami regolamentare” negli ultimi quindici anni, specialmente in Europa.
Nel 2023, solo in Italia, sono state oltre 12.000 le “notizie” di carattere normativo (leggi, disposizioni della Banca d’Italia, pubbliche consultazioni, Direttive, Regolamenti Europei, provvedimenti dell’Agenzia delle entrate, comunicazioni Consob…) a banche, assicurazioni e altre imprese.
Fanno riflettere allora le parole di un banchiere spagnolo che, nel lontano 2019, ha osservato che «il numero di parole della Capital Requirements Regulation (Crr) è di circa due milioni, pari a tre volte quelle della Bibbia», e le stesse parole spaventano se pensiamo che la Crr — che riguarda le banche — è solo una delle innumerevoli regolamentazioni di questi anni.
Tuttavia, questa sovra regolamentazione ha sollevato preoccupazioni sulla competitività dell’economia europea rispetto agli Stati Uniti e Cina. Nonostante l’Europa sia la migliore in termini di regolamentazione rischia di sacrificare la crescita e l’innovazione.
Nicolai Tangen, a capo del fondo sovrano norvegese, ha osservato come l’Europa sia meno ambiziosa e più regolamentata rispetto agli Stati Uniti. È essenziale, dunque, che le istituzioni europee trovino un equilibrio regolamentare che favorisca competitività e crescita, evitando un approccio eccessivamente punitivo che potrebbe alimentare il malessere sociale.
Il nostro Amministratore Delegato conclude la sua interessante riflessione con parole di grande consapevolezza e speranza.
A volte mi chiedo se vi sia nei regolatori piena consapevolezza di quale sia il ginepraio di norme, di tutti i tipi, che hanno ingabbiato le attività economiche europee; per capirlo dovrebbero forse inviare qualcuno a osservare dall’interno, per qualche tempo, la vita quotidiana di imprese, banche e assicurazioni.
Come cittadino e imprenditore convintamente europeo posso solo auspicare che il prossimo futuro ci riservi coraggiosi e lucidi legislatori, magari ispirati da altrettanto lucidi economisti capaci di staccarsi dal pensiero oggi prevalente, che partendo dalla comparazione della crescita negli ultimi venti anni dell’economia europea con quella nordamericana, agiscano con vigore e determinazione, in modo da arrivare a una situazione regolamentare più equilibrata e sostenibile, attuando una concreta e ampia opera di semplificazione e razionalizzazione delle normative che permetta di far tornare l’Europa competitiva in un sentiero di crescita e innovazione.
Il prossimo futuro è oggi. Non c’è più molto tempo.
«La validità del nostro modello di banca regionale funziona».
Camillo Venesio, il nostro Amministratore Delegato e direttore Generale, ha rilasciato in data odierna una intervista a Nord Ovest Economia (La Stampa – XIX Secolo) sul futuro delle banche, dell’economia del Paese e del Nord Ovest, con un particolare focus su Torino.
Partendo dall’andamento della Banca, spiega che nella prima parte dell’anno c’è stato un incremento su tutti gli aggregati: patrimoniali ed economici, eccetto i prestiti alle imprese, mentre si osserva una certa vivacità nel mercato dei mutui per le famiglie. Anche la visione sul secondo semestre 2024 si mantiene positiva.
L’intervista prosegue con una domanda sul tema dell’intelligenza artificiale, in particolare su come possa influenzare il settore bancario: «Lo influenzerà in modo importante. Ci stiamo lavorando, in particolare su alcune applicazioni che possono migliorare l’efficienza. Per me è un utile, ulteriore, importante contributo alla fondamentale attività delle persone». Questo non avrà impatto sulle filiali fisiche della banca, anzi: «La rete fisica potrebbe incrementarsi, non diminuire».
Parlando poi dell’economia del Nord Ovest: «L’economia è ben strutturata, aperta all’internazionalizzazione, abbiamo esempi di attrazione degli investimenti. L’aerospazio è in crescita e il rapporto annuale della Banca d’Italia evidenzia che l’avanzamento delle opere finanziate dal Pnrr all’inizio di quest’anno risultava superiore alla media nazionale. Infine, l’industria delle costruzioni tiene».
Ed infine, il pensiero di Camillo Venesio su quali settori Torino deve puntare per crescere: «L’automotive e l’aerospazio. Restano due pilastri fondamentali. Ma non dimentichiamo l’alimentare, che ha presenze significative. E poi c’è il turismo, anche se non è sostitutivo degli altri comparti. Però dobbiamo rimboccarci le maniche, quando abbiamo avuto le Olimpiadi invernali del 2006 eravamo allo stesso livello di Milano, poi loro sono decollati, noi ci siamo un po’ infiacchiti. Non dobbiamo accettarlo».
L’elezione del neoeletto consiglio dell’ABI ha visto la rielezione “per acclamazione” di Antonio Patuelli come Presidente e l’ampliamento della rosa dei vicepresidenti dell’associazione. Tra questi si conferma Camillo Venesio, il nostro Amministratore Delegato e Direttore Generale.
Per lui parole di grande stima e fiducia da parte del presidente Patuelli: “Ringrazio i rappresentanti delle Banche italiane per la fiducia; ringrazio innanzitutto Camillo Venesio che ha guidato con acume e saggezza l’ABI in questi giorni così difficili, nonché per quanto mi ha insegnato in tanti anni e per quanto farà”.
Siamo fieri che il nostro Amministratore Delegato e Direttore Generale ricopra una posizione di così grande rilievo e dimostri come anche le piccole realtà bancarie possano fare la differenza. La sua leadership è fondamentale per affrontare con consapevolezza le grandi sfide che famiglie e imprese italiane devono affrontare.
Siamo certi che con lui non mancheranno una “sana e prudente gestione” e una forte responsabilità sociale.