- 15 Gennaio 2021
Interventi di riqualificazione energetica e sismica, una possibilità per il nostro Paese
Una recente ricerca di Nomisma ha mostrano i benefici ottenibili attraverso interventi di riqualificazione energetica e sismica sul patrimonio immobiliare pubblico italiano, che, fra l’altro, darebbero nuovo slancio all’economia del Paese dopo la crisi provocata dalla pandemia da Covid-19.
La ricerca evidenzia quali investimenti sarebbero richiesti alle istituzioni locali e, soprattutto, quale sarebbe il loro ritorno in termini economici.
L’urgenza di una riqualificazione – in particolare si fa riferimento a uffici comunali e scuole territoriali – nasce dal fatto che, in larga misura, si tratta di strutture datate e bisognose di ottimizzazioni dal punto di vista energetico e sismico.
I benefici individuati sono di vario tipo: dal punto di vista economico, in particolare, si parla di un effetto moltiplicativo sul Pil pari a 3,6 volte la somma investita e di una rivalutazione di valore degli immobili delle Amministrazioni locali fino a oltre il 30%.
Inoltre, la riqualificazione stessa degli edifici consentirebbe agli Enti locali di risparmiare sulla manutenzione ordinaria e straordinaria delle strutture e di ottenere consistenti risparmi energetici. Senza dimenticare che gli interventi permetterebbero di conseguire anche importanti benefici per l’ambiente, per esempio attraverso la riduzione delle emissioni di anidride carbonica in atmosfera, l’attivazione di un’economia circolare, la salvaguardia del suolo e la diminuzione dell’impatto sui cambiamenti climatici.
Dopo aver analizzato il quadro a livello nazionale, Nomisma ha evidenziato quelli che sarebbero i benefici, per ogni regione italiana, derivanti da interventi sul patrimonio immobiliare pubblico. In relazione agli uffici comunali e alle scuole territoriali, quindi, per ciascuna regione è stato quantificato l’investimento necessario per la riqualificazione energetica, per la messa in sicurezza sismica e per le spese tecniche. Inoltre, sono stati valutati gli impatti su produzione, occupazione, valore aggiunto, reddito da lavoro.
Per il Piemonte, in particolare, Nomisma ha stimato una spesa di circa 1,2 miliardi, grazie alla quale sarebbe possibile non solo dare lavoro a 27.514 persone, ma anche ottenere un impatto positivo sul Pil regionale pari a 4,5 miliardi di euro. Comunque, la regione del Nord Italia per cui sono stati stimati un maggiore investimento e un più elevato impatto sulla produzione è la Lombardia, con un investimento pari a circa 5,99 miliardi di euro. che potrebbero tradursi in un impatto di 21,7 miliardi sulla produzione e nella creazione di oltre 133 mila posti di lavoro. C’è poi l’Emilia-Romagna, per cui Nomisma prevede una spesa di 3,29 miliardi di euro e un impatto di 11,9 miliardi, senza contare che gli interventi di riqualificazione permetterebbero di introdurre ben 73.053 nuovi occupati.
Sono invece 53.103 i posti di lavoro che si creerebbero in Veneto, a fronte di un investimento di circa 2,4 miliardi e un impatto sulla produzione di 8,7 miliardi di euro.
Il Green New Deal sul patrimonio pubblico, inoltre, garantirebbe un impatto di 4,3 miliardi in Friuli-Venezia Giulia, a fronte dell’investimento di 1,2 miliardi, generando anche occupazione aggiuntiva 26.598 lavoratori. E in Liguria, con una spesa di circa 849 milioni di euro, gli interventi di riqualificazione consentirebbero di realizzare un impatto di 3 miliardi e 18.869 posti di lavoro. Quasi identici fra loro i dati del Trentino-Alto Adige e della Valle d’Aosta, per i quali sono stati calcolati, rispettivamente, un investimento complessivo di 95,8 e di 95,5 milioni, un impatto di 347 e di 346 milioni, nonché la creazione di 2.130 e 2.122 posti di lavoro.
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