- 23 Luglio 2021
Il desiderio di bici è sempre più forte
Il desiderio di bici contagia l’Europa e fa crescere l’industria del settore.
Se per l’Italia il 2020 è stato un anno da record, con oltre 2 milioni di pezzi venduti (+17% sul 2019), il mercato nella zona Ue fa addirittura segnare il massimo storico degli ultimi vent’anni. Sono, infatti, oltre 22 milioni le biciclette vendute nell’Unione Europea e Regno Unito l’anno scorso anno (biciclette tradizionali ed e-bike), così che il relativo mercato ha toccato un valore complessivo pari a 18,3 miliardi di euro (+40% rispetto all’anno precedente). È quanto emerge dal rapporto 2021 di Conebi (Confederazione europea dell’industria bici, e-bike, componenti e accessori) sull’industria del ciclo e il mercato in Europa, diffuso in Italia da Confindustria Ancma (Associazione nazionale ciclo motociclo accessori).
Spinta dal boom della domanda, dagli investimenti nelle infrastrutture ciclabili e dalle dichiarazioni politiche sulla transizione verso la green economy, “l’industria europea della bicicletta prosegue nella sua costante crescita, con il 2020 che si conferma come l’anno migliore da quando vengono analizzati i dati”, è stato riferito dalla Conebi, sottolineando inoltre che “gli investimenti, inclusi quelli in innovazione, hanno superato 1,5 miliardi di euro, rispetto a un miliardo di euro nel 2019. Fattore che ha alimentato una crescita della produzione senza precedenti in tutta la zona Ue”.
Dalla stessa confederazione è stato aggiunto che le e-bike stanno rapidamente diventando la scelta preferita dei consumatori: “i cittadini europei stanno selezionando opzioni di mobilità elettrica più ecologiche e questo ha portato le e-bike a registrare l’incredibile aumento delle vendite del 52% in termini di valore; nel 2020, infatti, il mercato è balzato a 10,6 miliardi di euro”.
Anche la produzione di parti e accessori in Europa è aumentata l’anno scorso, raggiungendo i 3 miliardi di euro, il che evidenzia l’impatto positivo sull’intera catena di valore della produzione. Tuttavia, secondo Conebi: “bisogna investire di più nella produzione locale, cioè nella produzione in Europa”. Sulla base delle attuali proiezioni, comunque, è previsto che il valore delle parti e degli accessori prodotti in Europa raddoppierà fino a raggiungere i 6 miliardi di euro entro il 2025.
Una serie di nuove politiche nazionali incentrate sulle infrastrutture ciclistiche, guidate dai cambiamenti nel comportamento dei consumatori, ha portato altre buone notizie per i produttori di bici ed e-bike Europei: 3,6 dei 4,5 milioni di e-bike vendute nella Ue e nel Regno Unito sono state costruite in Europa.
Fra l’altro, le notevoli prestazioni del settore bici, e-bike, componenti e accessori ha favorito l’aumento del 30% della relativa occupazione rispetto al 2019. “Oggi – riferiscono da Conebi – abbiamo oltre 1.000 pmi manifatturiere sostenibili in Europa con 155.000 posti di lavoro legati direttamente o indirettamente alla produzione di bici ed e-bike. Prendendo in considerazione anche il cicloturismo, i servizi come la logistica dei centri urbani e il bike-sharing, nonché l’intero settore retail, il comparto supporta oltre 850.000 posti di lavoro verdi”.
Con un numero crescente di aziende che rafforzano i propri investimenti in Europa e decidono di portare o riportare la loro produzione nel Vecchio Continente, per ogni 1.000 bici costruite ogni anno in Europa si creano da tre a cinque posti di lavoro. E per ogni 1.000 E-Bike, vengono generati da sei a nove posti di lavoro. Inoltre, la produzione locale in Europa si traduce in una riduzione di oltre 2 milioni di tonnellate di emissioni di Co2 all’anno.
“I dati contenuti nel rapporto di Conebi – ha rimarcato Paolo Magri, presidente di Confindustria Ancma – raccontano il momento di successo delle due ruote a pedale, ma dimostrano al contempo quanto lavoro hanno ancora davanti il comparto e il legislatore nel valorizzare questo trend di crescita, nel promuovere l’utilizzo della bici, nel creare opportunità di emancipazione e di ulteriore crescita del nostro tessuto produttivo e nello sviluppare un’equilibrata e sicura infrastrutturazione ciclabile che sia attrattiva anche dal punto di vista turistico”.
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