Privati, Imprese - 30 Gennaio 2023
Ricchezza famiglie aumenta, ma cala in termini reali
Alla fine del 2021, la ricchezza netta delle famiglie italiane, misurata come somma delle attività reali (abitazioni, terreni, altri immobili) e delle attività finanziarie (depositi bancari, titoli, azioni, ecc.), al netto delle passività finanziarie (prestiti a breve termine, a medio e lungo termine e altri debiti), è risultata pari a 10.422 miliardi di euro, ossia 176 mila euro pro capite.
La ricchezza netta è aumentata di oltre 300 miliardi a valori correnti rispetto all’anno precedente (+3%), proseguendo la crescita iniziata nel 2019 e non interrotta dalla crisi pandemica; ma in termini reali si è ridotta dell’1,1%, in controtendenza rispetto a quanto osservato nel 2020 (+1,7%). Le attività reali (6.186 miliardi di euro) sono aumentate dello 0,3% a prezzi correnti (+16 miliardi), soprattutto per effetto delle abitazioni (+23 miliardi), il cui valore ha registrato una crescita per la prima volta dal 2012. Il valore degli immobili non residenziali, invece, si è ridotto (-1,5%), proseguendo la fase di contrazione in atto dal 2012.
Le attività finanziarie (5.237 miliardi) hanno segnato una crescita più robusta rispetto a quelle reali, pari al 6,6% (per un controvalore di 325 miliardi), trainata prevalentemente dalle azioni (+150 miliardi) e dalle quote di fondi comuni (+89 miliardi). È stata rilevante anche la crescita dei depositi (+70 miliardi), seppure meno accentuata di quanto osservato nel 2020 (+104 miliardi).
Le passività finanziarie sono aumentate del 3,7%, superando la soglia dei 1.000 miliardi. Si è osservato, in particolare, un incremento della componente dei prestiti (+3,8%).
A differenza di quanto registrato l’anno prima, nel 2021 la crescita della ricchezza finanziaria delle famiglie è tornata a beneficiare ampiamente dei guadagni in conto capitale (+4,3%, per un aumento complessivo di 210 miliardi), legati soprattutto alle azioni e alle quote di fondi comuni.
Questi dati sono della Banca d’Italia, la quale ha aggiunto che la ricchezza netta delle imprese a fine 2021 è risultata pari a 880 miliardi, l’8% in meno rispetto al 2020. Infatti, a fronte di un incremento della ricchezza lorda di circa 150 miliardi, a cui ha fortemente contribuito l’aumento dei depositi (+49 miliardi), le passività sono cresciute di 225 miliardi, principalmente per effetto dell’aumento del valore delle azioni e altre partecipazioni.
Tra le attività reali delle imprese, dopo la contrazione del 2020, ha ripreso a crescere il valore degli impianti e macchinari (+4,1%) che, insieme a quello delle altre opere (+5,7%), ha più che controbilanciato il calo del valore degli immobili.
Nel caso delle società finanziarie, poi, tra il 2020 e il 2021 la ricchezza netta è scesa da 717 a 686 miliardi. L’aumento della ricchezza lorda (+416 miliardi), costituita quasi esclusivamente da attività finanziarie, è risultato infatti inferiore a quello delle passività (+447 miliardi), il cui aumento è stato guidato dalla raccolta di depositi (+9,9%).
Infine, le amministrazioni pubbliche: alla fine del 2021 presentano un indebitamento netto di 1.467 miliardi, anche se il totale delle loro attività, sia finanziarie sia reali, è cresciuto del 3,6%; in particolare per quelle reali, la crescita è stata guidata dall’aumento del valore delle opere del genio civile (+24 miliardi) e degli immobili non residenziali (+9 miliardi).
Tornando alle famiglie, Banca d’Italia ha rilevato che alla fine del 2021 oltre la metà della loro ricchezza lorda era composta da attività reali (54%) e, in particolare, da abitazioni (45%) e immobili non residenziali (6%). Quanto all’incidenza delle attività finanziarie è salita al 46% dal 44% del 2020. In particolare, nel portafoglio finanziario si è osservata una costante diminuzione della quota di titoli (dall’8 al 2%, tra il 2005 e il 2021) a favore di altri strumenti finanziari, in particolare quelli del risparmio gestito (dall’11 al 17% nello stesso arco temporale).
Lo stock di azioni e altre partecipazioni (nel 2021 pari all’11% del totale della ricchezza lorda) è aumentato di un punto percentuale rispetto al 2020, riavvicinandosi ai livelli del 2005 (12%).
Comunque, la ricchezza netta delle famiglie italiane cresce meno che negli altri Paesi: a fine è risultata pari a 8,6 volte il reddito disponibile, valore superiore a quelli di Germania, Regno Unito e Stati Uniti, ma inferiore a quanto registrato dalle famiglie canadesi, francesi e spagnole.
Misurata poi in rapporto alla popolazione, la ricchezza netta pro capite delle famiglie italiane alla fine del 2021 era inferiore a quella di tutti gli altri Paesi, a eccezione della Spagna.