Privati, Imprese - 7 Giugno 2023
Pagamenti con smartphone e smartwatch
Forte impennata del numero di italiani che usano il cellulare o lo smartwatch per i loro pagamenti. Nel 2022 a usare soluzioni di mobile payment sono stati 6,4 milioni, mentre erano stati 5 milioni l’anno precedente. Lo ha calcolato l’autorevole Osservatorio Innovative Payments del Politecnico di Milano, in collaborazione con Ipsos, sottolineando che, oltre allo smartphone, nel panorama dei pagamenti innovativi stanno emergendo prepotentemente i dispositivi wearable, a partire dagli smartwatch, che si stanno diffondendo sempre di più anche nel nostro Paese.
Che cosa sono i wearable e come funzionano?
Quando si parla di tecnologie wearable, dispositivi wearable o semplicemente wearable, si fa riferimento a oggetti connessi dotati di tecnologia elettronica e capacità computazionale che un utente può portare sulla sua persona: orologi, bracciali, anelli, occhiali e altro.
Oltre alla “indossabilità”, le caratteristiche principali di questi dispositivi, abilitati dall’Internet of Things (IoT), che ha permesso di sviluppare oggetti intelligenti indossabili con cui possiamo interagire in qualsiasi momento della giornata, sono la connettività, l’efficienza energetica, qualità e affidabilità.
A differenza di altri dispositivi mobili con cui gli utenti interagiscono (tablet, smartphone), i wearable possono avere un utilizzo molto alto, dato che offrono un’esperienza seamless (ininterrotta) che si integra con la quotidianità delle persone. Infatti, il loro obiettivo è proprio rendere più semplice, veloce e automatizzato l’accesso a determinati dati e funzionalità.
Data la loro versatilità, i dispositivi wearable sono sempre più utilizzati in diversi ambiti, dalla salute all’intrattenimento e, appunto, i pagamenti. Infatti, grazie ad appositi chip dotati di tecnologia Nfc, sono abilitati per il pagamento nei negozi fisici: per pagare, è sufficiente avvicinare il proprio dispositivo al pos dell’esercente, proprio come si farebbe con una carta.
Se è vero, perciò, che nei prossimi anni lo smartphone sarà al centro della crescita dei pagamenti innovativi, è altrettanto vero che gli smartwatch probabilmente andranno a sostituire, almeno in alcuni casi, proprio lo smartphone. Fra l’altro, è stato stimato che nel 2022 i pagamenti tramite wearable in Italia abbiano già avuto un valore vicino al miliardo di euro.
Comunque, la loro integrazione nel mondo dei pagamenti sarà supportata dallo smartphone che, grazie allo schermo, offre l’accesso a servizi aggiuntivi rispetto al semplice pagamento (buoni sconto, carte fedeltà, servizio di risparmio e non solo) e permette agli utenti di sentirsi più sicuri, dato che offre la possibilità di visualizzare in tempo reale le informative relative ai propri pagamenti.
Proprio per motivi di sicurezza, perciò, i wearable sono spesso integrati con lo smartphone, in modo da poter ricevere notifiche immediate sui propri pagamenti.
Le transazioni tramite smartphone, che possono essere effettuate con strumenti quali carte di pagamento, credito telefonico, wallet elettronico o addebito diretto su conto corrente, occupano senza dubbio la fetta più interessante del mercato dei pagamenti digitali. Che, secondo l’Osservatorio Innovative Payments, nel 2022 hanno fatto registrare transazioni per 390 miliardi di euro con pagamenti digitali basati su carta (+18% rispetto al 2021). E se a questi si aggiungono altri 7 miliardi pagati con strumenti di pagamento basati su conto, il totale sfiora i 400 miliardi di euro.
I pagamenti digitali, quindi, fanno sempre più parte della quotidianità degli italiani, come testimoniato anche dalla continua crescita dello scontrino medio, arrivato a 47,20 di euro, tra i più alti a livello europeo.
Studiando il grado di propensione degli utilizzatori dei pagamenti digitali, l’Osservatorio del Politecnico di Milano ha suddiviso i consumatori in cinque cluster: pionieri (13% della popolazione), che sono molto ottimisti e innovativi e sono tra i primi ad adottare le nuove tecnologie; esploratori (19%), utenti innovativi ma allo stesso tempo attenti verso potenziali risvolti negativi di un eccessivo utilizzo della tecnologia; attendisti (26%), che non sono preoccupati dalla tecnologia, ma usano gli strumenti tecnologici solo se già mediamente diffusi sul mercato; esitanti (24%), che non sono né ottimisti né innovativi e non si sentono a loro agio con la tecnologia; infine, riluttanti (18%), che tendono a evitare l’utilizzo di strumenti tecnologici in generale.
Dall’analisi emerge che il mobile payment è utilizzato soprattutto da pionieri ed esploratori, più avvezzi alla tecnologia in generale. Tuttavia, è interessante notare che il mobile payment convince anche gli attendisti, dato che il 17% dei consumatori in questo cluster dichiara di utilizzarlo (contro il 15% della media complessiva).
Le soluzioni di pagamento tramite smartphone, comunque, si possono dividere in due gruppi principali: il primo include i pagamenti effettuati tramite wallet, che si basano su tecnologia conctaless Nfc, come per esempio Apple Pay, Google Pay, Samsung Pay, Garmin Pay e Fitbit Pay; il secondo invece include i wallet che si basano su altre tecnologie, come la geolocalizzazione o i Qr code, quali Bancomat Pay, Satispay, app proprietarie dei singoli merchant.
In conclusione, i pagamenti innovativi, soprattutto quelli attivati da smartphone, si stanno diffondendo velocemente e intensamente anche in Italia e sono usati non solo dai consumatori più propensi all’utilizzo della tecnologia, ma stanno convincendo anche gli attendisti, ossia quei consumatori che generalmente hanno qualche riserva in più sugli strumenti tecnologici e li usano solo se già diffusi sul mercato.
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