Quello che conta per te
Come Banca, ma prima di tutto come persone, desideriamo essere al tuo fianco per supportarti nella gestione della tua vita economica. Attraverso questa rubrica, mettiamo a tua disposizione le nostre competenze e la nostra esperienza per aiutarti a navigare con maggiore sicurezza tra le sfide finanziarie quotidiane. Il nostro obiettivo è offrirti strumenti utili e consigli pratici, affinché tu possa prendere decisioni autonome e consapevoli in tutti gli ambiti della tua vita che richiedono attenzione economica.
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Le sfide di oggi
Arrecare danni a terzi
Pensare ad altri è pensare anche a sé
#11 Arrecare danni a terzi
Indice dei contenuti
Spesso pensiamo che per proteggerci sia sufficiente ridurre i rischi, stare attenti, comportarci in maniera sana. Così, evitiamo se possibile di mangiar male, di fumare, di guidare troppo velocemente; come se tutto potesse dipendere da noi. Nella realtà, non solo non siamo né possiamo essere perfetti ma soprattutto siamo soggetti a fatti ed imprevisti che sono anche indipendenti dalla nostra volontà e che possono arrecare ad altri danni dei quali saremmo chiamati a rispondere.
Perché pensare ad altri è pensare anche a sé
Alcune delle cose che possono accadere hanno effetto su di noi, sui nostri beni e sui nostri soldi. La salute ne è un esempio tipico. Ci sono tuttavia eventi che, involontariamente, possono recare un danno ad altri e dei quali per legge siamo chiamati a rispondere. Questi “altri” sono i cosiddetti terzi, persone fisiche o giuridiche estranee ai nostri rapporti quotidiani familiari o societari. Il campo di quello che può accadere è talmente vasto che spesso fatichiamo a ragionare sui danni che potremmo arrecare ai terzi e alle conseguenze che ne potrebbero derivare. Ci sono tuttavia situazioni nelle quali il nostro intero patrimonio può non essere sufficiente a coprire i danni dei quali siamo responsabili. Prevenirle ha costi così bassi da rendere conveniente questo tipo di protezione.
“Il campo di quello che può accadere è talmente vasto che spesso fatichiamo a ragionare sui danni che potremmo arrecare ai terzi e alle conseguenze che ne potrebbero derivare”
Chi rompe paga
Un bambino che getta qualcosa dalla finestra, un tubo dell’acqua di casa che si rompe, la lavatrice che perde, un piccolo incendio, investire qualcuno sugli sci, il cane che litigando morde qualcuno, danni causati da tubi scoppiati o perdite, utensili che si guastano… le cause di danni ad altri sono pressoché infinite e possono generare pesanti conseguenze. In tutti i casi, chi rompe o danneggia qualcosa di proprietà di un condominio, di un vicino di casa, dell’azienda per la quale lavora o di una Pubblica Amministrazione è tenuto a risarcire i danni che ha prodotto. Più specificamente possiamo, inavvertitamente, arrecare danni a:
– persone, rendendole impossibilitate, per poco o tanto tempo, a proseguire la loro attività lavorativa o vita quotidiana;
– cose degli altri, che possono pretendere da noi la riparazione o sostituzione di quel che abbiamo danneggiato;
– patrimonio e reddito, ad esempio laddove il danno arrecato impedisca alle persone colpite di poter svolgere la propria attività professionale o imprenditoriale o, ancora, di dover tenere chiusa la propria attività commerciale
Questi ed altri eventi possono avere esiti così rilevanti da rendere obbligatoria, ad esempio nella circolazione degli autoveicoli, una forma di protezione.
Obbligatorio o facoltativo? Dipende …
Tutti coloro che guidano un veicolo o vivono in un condominio conoscono bene ciò di cui si sta parlando. Ci sono, infatti, diverse assicurazioni obbligatorie. Tra queste, la più diffusa è la Responsabilità Civile Auto (RCA), che copre i danni causati a terzi in caso di incidente stradale del quale siamo responsabili. Ci sono tuttavia altre circostanze nelle quali la legge impone l’assicurazione: ad esempio, alcune professioni, come avvocati, medici, ingegneri, sono obbligate per legge a stipulare una forma assicurativa che copre i danni causati a terzi a causa di errori o omissioni commessi nell’esercizio della propria professione.
Queste forme assicurative sono obbligatorie perché sarebbe profondamente ingiusto subire un danno da terzi che non dispongono di risorse sufficienti a compensarlo. Il principio cui si ispirano è che l’autorità può imporre scelte e quindi limitare le libertà altrui quando si verificano comportamenti che arrecano danni ad altri.
La legge, tuttavia, non può imporre o immaginare ogni forma di danno arrecabile a terzi, e quindi opera solo nei casi più categorizzabili e diffusi. E negli altri casi, anch’essi quotidiani? Qui, l’obbligo è morale e spetta a noi.
“Le leggi non tutelano sempre tutto e tutti. Una parte della cura è in capo alle persone, e richiede comportamenti individuali che hanno un buon impatto collettivo.”
La responsabilità è un fatto sociale, che può comportare conseguenze economiche.
Poco o tanto frequente?
Gli eventi che si sono verificati e che erano coperti da assicurazione di responsabilità civile, nel solo 2021, sono stati 292.000, circa 800 al giorno. L’importo medio dei sinistri risarciti è pari a 6.918 euro (Fonte: Ivass 2022) ma l’importo massimo previsto attualmente dal Tribunale di Milano per il risarcimento di un danno non patrimoniale è superiore a 1.236.000 euro.
Sono cifre che possono mettere in ginocchio qualunque economia personale e familiare. Per questo, al di là degli obblighi di legge, essere certi di non patire se arrechiamo un danno ad altri è una delle forme naturali di copertura di ogni persona e famiglia.
Ogni giorno succede qualcosa che danneggia o deteriora altre persone o beni. Occuparsene significa non dovere preoccuparsene.
Passare all’azione
La possibilità di dover rispondere dei danni arrecati a terzi richiede sia prevenzione che rimozione delle conseguenza economiche possibili.
La prevenzione consiste nella riduzione di comportamenti potenzialmente in grado generare danni. Sciare con attenzione, chiedere ai proprietari di altri animali se sono litigiosi, chiudere con cura i rubinetti prima di partire sono solo alcune delle cure normali e fanno parte del capitolo “buon senso”. Si tratta, in effetti, di ridurre le probabilità di produrre danni. Certo, chi ha bambini o cani corre più rischi di chi non ne ha, e chi vive in un condominio è più a rischio di chi vive in una casa isolata ma anche le situazioni in apparenza meno pericolose non ci proteggono dalla possibilità di incappare in un rischio del quale rispondere.
Non tutto dipende in maniera diretta dalle nostre attività; talora le cause sono indirette.
È bene, di conseguenza, verificare periodicamente la tenuta dei propri cornicioni, preoccuparsi se le tubature condominiali subiscono frequenti guasti, non tenere oggetti pericolosi sulle finestre se abbiamo bambini piccoli e così via. Il problema della responsabilità civile verso gli altri, tuttavia, è duplice: da un lato non è semplice prevenire le infinite cause, dall’altro il danno arrecato è del tutto imprevedibile. Un vaso di fiori che cade da un balcone su un cofano, infatti, ha un esito radicalmente diverso dallo stesso vaso di fiori che cade in testa a una persona. La varietà degli incroci tra cause ed effetti rende necessario estendere le coperture obbligatorie e qui non ci sono supporti pubblici o associativi che possono aiutarci: dobbiamo proteggerci utilizzando forme associative, mutualistiche o assicurative.
“Ogni caso è diverso, pensa alle caratteristiche della tua situazione famigliare e valuta forme di protezione che la tutelino.”
Non tutti i rischi che corriamo sono misurabili con precisione in termini di frequenza o danno ipotizzabile. La vita privata e quella professionale sono anche attraversate da rischi che possono accadere e dei quali non sappiamo se avremo la capacità economica di fronteggiarli. Questi rischi non vanno tenuti sulle spalle, costituendo pericoli, ma gestiti con le forme più corrette ed efficaci.
Conclusione
Pensare agli altri, anche nella gestione delle proprie economie personali non è solo una questione di generoso altruismo ma anche di razionale egoismo. In fondo, gli altri siamo “noi” ed è naturale che vorremmo essere risarciti adeguatamente se subiamo danni. Per questo, coprirsi per la responsabilità civile è un modo per proteggere se stessi e rispettare la propria comunità contribuendo alla serenità di tutti. È bene ricordare, come sempre in questi casi, che mutualità ed assicurazioni sono forme che si basano su un principio molto semplice: privarsi di poco (denaro) per non correre il rischio di dover privare noi e gli altri di molto.