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Lo tsunami di regole che paralizza l’Ue

Lo tsunami di regole che paralizza l’Ue

Negli ultimi anni, si sono moltiplicate le analisi sulle cause delle crisi finanziarie e delle recessioni che, tra il 2007 e il 2017, hanno minacciato di travolgere le principali economie mondiali.

Una breve frase che sintetizza bene il contesto è stata scritta da Paul Samuelson, premio Nobel per l’Economia, al manifestarsi della prima terribile crisi finanziaria negli Stati Uniti: «La causa della peggiore crisi finanziaria degli ultimi 100 anni è stata l’assenza di controllo sul capitalismo libertario del laissez-faire di Friedman-Hayek. […] Questi due uomini sono morti, ma la loro eredità avvelenata continua a vivere».

 

La forte richiesta dei vertici politici di ridurre le probabilità di future crisi ha portato ad un vero e proprio “tsunami regolamentare” negli ultimi quindici anni, specialmente in Europa.

Nel 2023, solo in Italia, sono state oltre 12.000 le “notizie” di carattere normativo (leggi, disposizioni della Banca d’Italia, pubbliche consultazioni, Direttive, Regolamenti Europei, provvedimenti dell’Agenzia delle entrate, comunicazioni Consob…) a banche, assicurazioni e altre imprese.

Fanno riflettere allora le parole di un banchiere spagnolo che, nel lontano 2019, ha osservato che «il numero di parole della Capital Requirements Regulation (Crr) è di circa due milioni, pari a tre volte quelle della Bibbia», e le stesse parole spaventano se pensiamo che la Crr — che riguarda le banche — è solo una delle innumerevoli regolamentazioni di questi anni.

Tuttavia, questa sovra regolamentazione ha sollevato preoccupazioni sulla competitività dell’economia europea rispetto agli Stati Uniti e Cina. Nonostante l’Europa sia la migliore in termini di regolamentazione rischia di sacrificare la crescita e l’innovazione.

Nicolai Tangen, a capo del fondo sovrano norvegese, ha osservato come l’Europa sia meno ambiziosa e più regolamentata rispetto agli Stati Uniti. È essenziale, dunque, che le istituzioni europee trovino un equilibrio regolamentare che favorisca competitività e crescita, evitando un approccio eccessivamente punitivo che potrebbe alimentare il malessere sociale.

 

Il nostro Amministratore Delegato conclude la sua interessante riflessione con parole di grande consapevolezza e speranza.

A volte mi chiedo se vi sia nei regolatori piena consapevolezza di quale sia il ginepraio di norme, di tutti i tipi, che hanno ingabbiato le attività economiche europee; per capirlo dovrebbero forse inviare qualcuno a osservare dall’interno, per qualche tempo, la vita quotidiana di imprese, banche e assicurazioni.

Come cittadino e imprenditore convintamente europeo posso solo auspicare che il prossimo futuro ci riservi coraggiosi e lucidi legislatori, magari ispirati da altrettanto lucidi economisti capaci di staccarsi dal pensiero oggi prevalente, che partendo dalla comparazione della crescita negli ultimi venti anni dell’economia europea con quella nordamericana, agiscano con vigore e determinazione, in modo da arrivare a una situazione regolamentare più equilibrata e sostenibile, attuando una concreta e ampia opera di semplificazione e razionalizzazione delle normative che permetta di far tornare l’Europa competitiva in un sentiero di crescita e innovazione.

Il prossimo futuro è oggi. Non c’è più molto tempo.

Camillo Venesio, il nostro Amministratore Delegato e Direttore Generale, rieletto Vicepresidente dell’ABI

Camillo Venesio, il nostro Amministratore Delegato e Direttore Generale, rieletto Vicepresidente dell’ABI

L’elezione del neoeletto consiglio dell’ABI ha visto la rielezione “per acclamazione” di Antonio Patuelli come Presidente e l’ampliamento della rosa dei vicepresidenti dell’associazione. Tra questi si conferma Camillo Venesio, il nostro Amministratore Delegato e Direttore Generale.

Per lui parole di grande stima e fiducia da parte del presidente Patuelli: “Ringrazio i rappresentanti delle Banche italiane per la fiducia; ringrazio innanzitutto Camillo Venesio che ha guidato con acume e saggezza l’ABI in questi giorni così difficili, nonché per quanto mi ha insegnato in tanti anni e per quanto farà”.

Siamo fieri che il nostro Amministratore Delegato e Direttore Generale ricopra una posizione di così grande rilievo e dimostri come anche le piccole realtà bancarie possano fare la differenza. La sua leadership è fondamentale per affrontare con consapevolezza le grandi sfide che famiglie e imprese italiane devono affrontare.

Siamo certi che con lui non mancheranno una “sana e prudente gestione” e una forte responsabilità sociale.

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Musica Maestro

Musica Maestro

Anche quest’anno Banca del Piemonte è accanto a Lingotto Musica che, con 30 anni di successi, un pubblico appassionato e un impegno costante nella diffusione della cultura musicale, si prepara a un nuovo entusiasmante capitolo con un cartellone particolarmente ricco, iniziative rivolte alla collettività e un rebranding che ne rinnova il look.

La nuova Stagione, presentata presso l’Hotel NH Lingotto Congress, vedrà artisti nazionali e internazionali impegnati in 13 concerti dal 18 ottobre 2024 al 20 maggio 2025, suddivisi nei consueti cicli dei Concerti del Lingotto all’Auditorium Agnelli e di Lingotto Giovani in Sala 500, cui si aggiungeranno le attività di apertura al territorio che Lingotto Musica svolge in luoghi identitari della città e non solo: dalla rassegna “Natale in Reggia alla Venaria Reale” al festival “Sotto lo stesso cielo. La musica che include”, nuovo progetto diffuso in coproduzione con Fondazione Sermig – Arsenale della Pace.

A questo programma ricco di musica di altissima qualità, si aggiunge un tassello importante: la filantropia. «Il network di sinergie inaugurato la scorsa stagione con autorevoli enti e istituzioni locali – afferma il Presidente Giuseppe Proto – si amplia ulteriormente con l’ingresso della Fondazione Ricerca Molinette, che in occasione del concerto in Auditorium con Martha Argerich e l’Orchestre Philharmonique de Monte-Carlo, promuoverà iniziative di fundraising per la ricerca e l’assistenza sanitaria presso l’AO Città della Salute e della Scienza. Un ringraziamento speciale è rivolto a tutti i sostenitori, pubblici e privati, che con la loro generosità credono nel valore della musica e contribuiscono a renderla accessibile a un pubblico sempre più trasversale».

Come Banca del territorio non possiamo che essere fieri di far parte di questa sinergia, che contribuisce a promuovere e diffondere musica, cultura e valori alla città e al territorio.

Leggi il comunicato stampa
Scarica il programma 2024-2025

 

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Violenza economica: che cos’è e come difendersi

Violenza economica: che cos’è e come difendersi

Nell’ombra delle discussioni più visibili sulla violenza di genere, un tipo di abuso spesso trascurato, ma altrettanto devastante continua a insinuarsi nelle vite di molte donne in tutto il mondo: la violenza economica. La violenza economica non è semplicemente una questione di denaro; è un’arma insidiosa utilizzata per mantenere le donne intrappolate in situazioni di dipendenza e controllo.

Parlarne e diffondere consapevolezza sono i primi passi verso un possibile cambiamento.

 

Nel vasto panorama delle ingiustizie di genere, la violenza economica contro le donne emerge come un’ombra oscura, spesso sottovalutata e trascurata. Questo tipo di violenza assume forme diverse rispetto alla violenza fisica, ma le conseguenze non sono meno violente.

Da un’indagine Ipsos, condotta per WeWorld* pubblicata nel mese di novembre 2023, è emerso che Il 49% delle donne intervistate dichiara di aver subito violenza economica almeno una volta nella vita, percentuale che sale al 67% tra le donne divorziate o separate; più di 1 donna separata o divorziata su 4 (28%) dichiara di aver subito decisioni finanziarie prese dal partner senza essere stata consultata prima. Eppure, la violenza economica è considerata “molto grave” solo dal 59% dei cittadini/e.

Cos’è la Violenza Economica?

La violenza economica si manifesta generalmente nella sfera familiare attraverso un controllo finanziario intenzionale e coercitivo, mirato a limitare l’accesso e l’indipendenza finanziaria della donna. Questo può includere il controllo del denaro, la negazione di risorse finanziarie essenziali, l’impedimento di trovare o mantenere un impiego.

Questo tipo di violenza mina la sicurezza economica di una donna, ma ne può anche ostacolare l’autonomia e l’empowerment.

Come si manifesta la violenza economica?

    • Controllo delle finanze: il partner può prendere il controllo esclusivo delle finanze, limitando l’accesso della donna ai fondi necessari per le spese quotidiane, tenendola all’oscuro della gestione economica familiare e impedendole di avere un conto bancario personale. In Italia, il 37% delle donne non possiede un conto corrente bancario*.
    • Limitazione delle opportunità di lavoro: ossia il sabotaggio degli sforzi della donna nel cercare o mantenere il proprio lavoro o avanzare nella propria carriera, creando ostacoli o minacciando ripercussioni se lavora o cerca lavoro.
    • Sabotaggio finanziario: questo può includere danneggiare deliberatamente il credito della donna, accumulare debiti a suo nome senza il suo consenso o dissimulare informazioni finanziarie importanti. È fondamentale prestare sempre la massima attenzione quando si firmano dei documenti. Prendersi il tempo necessario per leggerli ed eventualmente confrontarsi con una figura esperta.
    • Minacce di abbandono economico: il partner può minacciare di lasciare la donna senza mezzi di sostentamento o senza casa se non obbedisce o se cerca di lasciare la relazione.

La conoscenza dei propri diritti può aiutare?

Affrontare la violenza economica richiede coraggio e risorse. I passi da fare sono tanti, ma ci sono alcune azioni che le donne possono intraprendere per prevenirla e, nei casi più gravi, iniziare a difendersi. Perché difendersi è possibile!

Se non si riesce a farlo in autonomia, è bene ricordare che esiste il Servizio nazionale gratuito di prima assistenza per le donne vittime di violenza che risponde al numero 1522.

Conoscere e imparare i propri diritti economici e legali è essenziale. È importante sapere che, sul territorio sono presenti risorse, come, ad esempio, Caf, centri di supporto e antiviolenza e case rifugio**, che offrono assistenza psicologica e aiuti pratici per le donne che hanno bisogno di essere supportate e orientate nel percorso per recuperare l’autonomia perduta e riallacciare i rapporti con il mondo del lavoro.

Appoggiarsi e fare affidamento sulla propria rete di supporto. Condividere le proprie esperienze con amici fidati, familiari o gruppi di mutuo aiuto può essere estremamente utile per ottenere sostegno emotivo e pratico.

Cosa si può fare per difendersi?

Pianificare una via d’uscita sicura dalla situazione di violenza economica può rivelarsi cruciale.

Se è possibile, progettare in anticipo le mosse, cercando di avere le risorse necessarie per cercare un alloggio sicuro e nascondere risorse finanziare che saranno utili nel futuro. In linea generale, risparmiare regolarmente, anche piccole quantità che possono contribuire a creare un fondo di emergenza prezioso.

Non fermarsi. Formarsi e specializzarsi, sviluppare competenze sempre nuove, anche in abito finanziario per contribuire a sviluppare la propria autonomia. Investire nella propria persona e credere nelle proprie potenzialità è un punto di partenza da non sottovalutare per non lasciare che la situazione prenda il sopravvento. Esistono programmi di supporto finanziario, come borse di studio, prestiti a tasso agevolato o sovvenzioni, che possono aiutare le donne a finanziare la propria formazione o avviare un’attività. Avere una laurea riduce, per le donne, il rischio di violenza economica del 31,8%*.

Le chiavi del cambiamento risiedono nella consapevolezza e nell’autostima: comprendere che la violenza economica è inaccettabile e trovare il coraggio di liberarsi da un ruolo subordinato. Anche, e soprattutto, nel contesto domestico, è un diritto partecipare alla gestione finanziaria familiare.

L’educazione finanziaria, ossia acquisire le competenze essenziali per gestire il proprio denaro, e riconoscere l’importanza dell’indipendenza economica, costituiscono il primo passo cruciale verso la liberazione economica, personale e sociale.

Consulta la guida “La violenza Economica” ( o ascolta l’audioguida) realizzata dall’ABI insieme alla Fondazione per l’educazione finanziaria e al risparmio, FEduF in collaborazione con il Dipartimento per le Pari Opportunità.

*Da un’indagine Ipsos, condotta per WeWorld pubblicata nel mese di novembre 2023.

**È possibile trovare informazioni sul sito del proprio comune di riferimento o della propria Regione.

 

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Zero commissioni di sottoscrizione. Tassazione agevolata del 12,5% ed esenzione dalle imposte di successione.

Per maggiori informazioni consulta il sito del MEF – Ministero dell’Economia e delle Finanze.

 

Messaggio pubblicitario con finalità promozionale. Tutte le informazioni riportate non costituiscono un’offerta o una sollecitazione ad investire né una raccomandazione di investimento. Maggiori dettagli sull’emissione sono presenti sul sito del MEF dove è possibile trovare la documentazione ufficiale della predetta emissione.

 

 

 

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