Stanno cambiando tante cose vero? Ma quante di queste ci riguardano? E quanto sentiamo il bisogno di un nuovo libretto di istruzioni che ci aiuti a cavalcare le sfide di un tempo di vita sempre più veloce e concitato? Oggi Banca del Piemonte inizia un viaggio che parla di te, della tua famiglia, dei tuoi desideri, dei tuoi rischi e del tuo futuro. Partiamo!
Vecchi mondi o nuovi mondi?
Se un tempo si iniziava a lavorare a diciotto anni, si andava in pensione prima dei 60 e si passavano non troppi anni in un luogo chiamato pensione, oggi le cose sono proprio diverse: si esce di casa intorno ai 30 anni, a 55-60 anni si rischia di essere lavorativamente obsoleti, si va in pensione poco prima dei 70 anni e si possono traguardare i 100 anni di vita.
“si esce di casa intorno ai 30 anni, a 55-60 anni si rischia di essere lavorativamente obsoleti, si va in pensione poco prima dei 70 anni e si possono traguardare i 100 anni di vita”
Come si affronta una vita così nuova e popolata da eventi spesso inattesi? Riattivando l’immaginazione, sviluppando progettualità, trasformando i progetti in azioni concrete. Quando? Oggi.
Si nasce tanto, si nasce poco, si nasce il giusto?
Oggi in Italia per mantenere la popolazione in equilibrio (al netto delle migrazioni) ci vogliono 2,1 bambini per ogni famiglia. Quanti se ne contano realmente? Più o meno la metà: ci fermiamo a 1,2 figli. I motivi sono molti, economici, sociali, personali e poi non tutti desiderano diventare padri e madri. La bassa natalità, tuttavia, non deriva sempre dalla mancanza di desiderio di metter su una famiglia, ma dalle non poche difficoltà che ne derivano. Riuscire a gestire il lavoro, i figli e le incombenze quotidiane è diventata una corsa ad ostacoli, specie se viene a mancare il supporto della “Nonni Spa”. Accompagnare un bambino dalla nascita sino alla maggiore età costa in media 9,7 anni di reddito di un genitore. Un Paese con pochi bambini degiovanisce, con tutte le conseguenze che questo può portare in termini di solitudini, mancata innovazione, ridotti supporti di welfare. Che fare? L’economia dei figli è un progetto, che va preparato per tempo e non consente improvvisazioni.
Nuove famiglie, nuovi bisogni?
La famiglia italiana del ‘900 era semplice: c’era un papà, una mamma, dei bambini. Oggi questo tipo di famiglia rappresenta solo un terzo dei nuclei di convivenza italiani. E il resto? Il nucleo più diffuso è quello unipersonale (single), seguito dalle coppie con figli e da coppie senza figli. Poiché tuttavia le regole dell’assistenza pubblica si indirizzano primariamente alla famiglia tradizionale formalizzata, questa evoluzione riduce i diritti di assistenza per molti.
Ne deriva la necessità di conoscere le proprie situazioni, per capire di quali supporti si può disporre.
Ragazzi per sempre?
2,1 milioni di neet: ragazzi che non studiano più e non lavorano ancora. L’uscita di casa avviene a 30 anni, l’autonomia economica a 32 anni per le donne e 35 per gli uomini… che cosa sta accadendo? L’Italia è leader nella poco edificante classifica dei ragazzi “parcheggiati” e questo genera fatiche, psicologiche ed economiche, anche ai genitori. Per evitare questo limbo, si ricorre al cosiddetto “credenzialismo”, saturando di titoli di studio ed esperienze lavorative il curriculum dei propri figli. Ogni generazione è diversa dalle precedenti e così assistiamo a traiettorie nuove: great resignation, quiet quitting, diritto alla disconnessione… termini che fotografano una realtà in continua evoluzione.
“L’uscita di casa avviene a 30 anni, l’autonomia economica a 32 anni per le donne e 35 per gli uomini… che cosa sta accadendo?”
I ragazzi non sono solo il futuro del paese, ma il presente: vanno capiti e accompagnati, anche economicamente, perché possano debuttare quanto prima e con successo nello spettacolo della vita.
Donne
Soffitto di cristallo, pavimento di pece, scala mobile di vetro… quanti neologismi sono stati inventati per descrivere un tema così evidente come l’attuale diseguaglianza di genere? Il World Economic Forum denuncia che ci vorranno 134 anni per raggiungere la piena parità di genere ed è un numero che non va neppure commentato. Recenti studi mostrano che nascere donna in Italia può significare 232.000 euro di reddito e 98.000 euro di pensione in meno. E’ come se nella gara dei 100 metri le donne partissero con uno svantaggio di decine di metri.
L’autonomia economica e la stabilità femminile sono due temi che non possono mancare nella messa in ordine dell’economia familiare. Ogni donna deve essere in grado di sostenersi e prosperare a prescindere dalla presenza di un partner.
L’esperienza vale? Sì, ma anche no.
In Italia lavora solo il 57% dei 55 – 64enni (fonte Eurostat 2024, su dati 2023). Certo c’è chi è già in pensione, ma alcuni hanno perso il lavoro e faticano a rientrare in un mondo professionale che non dà il giusto valore all’esperienza. Cosa può significare essere troppo “vecchi” per lavorare e troppo “giovani” per andare in pensione? Cosa significa mettere d’accordo le responsabilità economico familiari, con possibili cali reddituali? Ogni persona che lavora deve costruirsi una riserva (“obsolescenza”) che mitighi eventuali periodi di transizione fra la fine del lavoro e l’inizio della pensione.
Spegnere 101 candeline
22.000 ultracentenari, più di 33.000 ultranovantanovenni… la città dei longevi diventerà presto una metropoli. Istat stima che nel 2041 avremo 1,4 milioni di persone sopra i novant’anni. La longevità è una conquista della contemporaneità, ma va preparata per tempo evitando di incorrere nel rischio di vivere più a lungo dei propri soldi. Inoltre, non basta vivere a lungo se non si vive bene e questo ha ricadute sanitarie, ma anche economiche e familiari. Sapremo cavarcela in autonomia? E avremo previdenze ed assistenze sufficienti? Il tema è collettivo, ma riguarda la vita di ciascuno di noi.
La pensione dura così a lungo che deve essere un progetto ben pensato e gestito per tempo. Non è mai troppo presto o troppo tardi per ragionarci, ma dobbiamo prendere oggi le misure di un problema di domani.
Conclusione
In un corso di vita nuovo e colmo di sfide inattese, ciascuno di noi è chiamato a prendere parte al gioco e ad essere protagonista del proprio benessere, presente e futuro. Un buon modo per farlo è assumere consapevolezza sui bisogni economici di ogni fase di vita, proteggere il presente e pianificare con cura e determinazione il futuro.
È stata recentemente approvata la Direttiva europea sulle case green, che definisce le regole per la qualificazione energetica degli immobili di tutta Europa. Entro gennaio 2026, dovrà essere recepita come legge anche nel nostro Paese, dove si stimano tra 5,5-7,5 milioni gli edifici privati e pubblici da riqualificare. Il costo per intervento si aggira intorno ai 35-60.000 € ad abitazione. Per questo, esistono i mutui Green, rivolti a chi acquista o costruisce case di classe A o B. Scopriamo insieme perché convengono a te e all’ambiente.
Perché scegliere una casa green?
Oggi possiamo scegliere di essere sostenibili anche quando si tratta della nostra casa, il luogo dove occupiamo buona parte delle giornate, adottando un comportamento responsabile per la salvaguardia e la salute del nostro pianeta.
Una casa ecosostenibile è sempre di più l’aspirazione di chi acquista o costruisce un immobile, alla ricerca di comfort e risparmio energetico, fattori che – da un punto di vista del mercato immobiliare – ne aumentano il valore di mercato, garantendo un ritorno economico superiore in caso di vendita rispetto a edifici tradizionali.
Infatti, le case green assicurano un elevato comfort abitativo in ogni stagione, grazie a un isolamento termico ottimale e a impianti di riscaldamento e raffrescamento efficienti che mantengono una temperatura interna costante e piacevole.
Inoltre, riducendo le emissioni di gas serra e l’inquinamento atmosferico, contribuiscono significativamente alla sostenibilità ambientale.
Una cultura che si sta via via diffondendo, incontrando il favore delle istituzioni, che continuano a proporre vantaggi fiscali e agevolazioni per chi sceglie di essere “Green”.
Il governo italiano, infatti, incentiva tale scelta attraverso agevolazioni fiscali quali il Bonus casa, l’Ecobonus e il Superbonus 110%, che consentono ai proprietari di ottenere detrazioni fiscali o sconti in fattura per le spese sostenute in riqualificazioni energetiche.
Da parte degli istituti bancari, la risposta è una nuova offerta di mutui “verdi” a condizioni favorevoli per incentivare l’investimento in progetti ecosostenibili.
Cos’è un mutuo Green?
Il mutuo Green è un finanziamento a condizioni economiche vantaggiose, destinato a chi intende costruite o acquistare un’abitazione ecosostenibile ad alta efficienza energetica.
Gli edifici inclusi nel modello di mutuo Green sono quelli che appartengono alle classi energetiche A e B.
Perché conviene?
Comprare o costruire una casa ecosostenibile è un impegno che viene premiato con condizioni di favore da parte delle banche che concedono il mutuo.
Un mutuo Green è, infatti, offerto in generale a condizioni più vantaggiose, ad esempio con l’azzeramento delle spese di istruttoria.
Questo perché un mutuo Green è garantito da un immobile con un valore crescente nel tempo, tanto da ridurre praticamente quasi a zero il rischio di default per la banca: minor rischio significa minor costo.
Infine, consente di ridurre il consumo di energia di casa tua, con un notevole risparmio sulle bollette di luce e gas, attraverso l’utilizzo di fonti di energia rinnovabile o di tecnologie di isolamento termico in grado di ridurre la dispersione di calore: una decisione conveniente per te e per l’ambiente.
Chi può richiedere un mutuo Green?
Oltre alla documentazione tradizionale prevista per la richiesta dei mutui, come la carta d’identità in corso di validità, il codice fiscale e lo stipendio o la pensione, il cliente deve presentare l’APE (Attestato di Prestazione Energetica) o, in assenza dello stesso, altra documentazione attestante che l’immobile rientra nelle classi A e B (preliminare di vendita, capitolato o dichiarazione del costruttore).
Cosa finanzia un mutuo Green?
In genere, un mutuo Green può finanziare l’acquisto di un’abitazione efficiente da destinare a prima o seconda casa; la costruzione di un edificio con le stesse caratteristiche; oppure, la ristrutturazione di un immobile finalizzata a elevarne la classe energetica attraverso lavori di manutenzione..
Come funziona la classe energetica delle case?
Gli edifici vengono classificati attraverso l’indice di prestazione energetica globale (EPgl), che indica i kWh al metro quadrato per anno che sono necessari per riscaldare l’ambiente durante l’inverno o rinfrescarlo d’estate, produrre acqua calda, ventilarlo e illuminarlo.
Per inquadrare gli immobili, si utilizzano 7 classi energetiche: A, B, C, D, E, F, G. La classe A è la migliore e significa che l’immobile è più sostenibile a livello ambientale, fino alla classe G che invece è la peggiore perché quella con maggiore consumo energetico.
Quando una casa è in classe A?
Un immobile rientra nella classe A quando ha consumi energetici limitati (consumo maggiore di 0,80 EPgl e minore o uguale a 1,00 EPgl), grazie all’utilizzo di energia da fonti rinnovabili o cappotti termici.
Queste abitazioni riescono a garantire un elevato comfort termico, evitando che il calore venga disperso facilmente e mantengono la stessa temperatura in tutti gli ambienti, permettendo di risparmiare notevolmente sul riscaldamento.
E quando in classe B?
La classe B è la seconda classe per efficienza energetica e mantiene un livello di consumo maggiore di 1,00 EPgl e minore o uguale a 1,20 Epgl all’anno.
Si rivela un buon compromesso tra consumi energetici, spese di gestione e ecocompatibilità.
Quanto si risparmia con un mutuo Green?
Secondo il Think Tank sul clima ECCO ed ENEA, si stima che l’efficientamento energetico delle case green porti ad una riduzione dei consumi energetici che varia mediamente tra il 50% e il 70%, abbattendo di conseguenza i costi.
Stipulare un mutuo Green per comprare una casa ecosostenibile, quindi, significa optare per una soluzione che offre vantaggi economici, aumenta il valore dell’immobile, migliora la qualità della vitaquotidiana e supporta la protezione dell’ambiente.
L’acquisto di una casa è una delle scelte più importanti della nostra vita. In centro o fuori città, in condominio o indipendente: molti sono gli aspetti da tenere in considerazione quando si decide di comprare casa. Ecco 10 consigli ‘chiavi in mano’ che possono aiutarti per acquistare la casa dei tuoi sogni.
1. Definisci il budget
Innanzitutto, bisogna effettuare una valutazione di natura economico-finanziaria, analizzando le proprie disponibilità economiche per definire il budget che si vuole spendere.
2. Decidi cosa e dove vuoi comprare
Scegliere una nuova casa può essere molto difficile: devi valutare con attenzione in quale tipologia di casa e zona desideri vivere.
Casa nuova o da ristrutturare?
È importare decidere tra una casa di nuova costruzione, ristrutturata o da ristrutturare: infatti, se si prevedono importanti lavori di ristrutturazione, andranno tenuti in considerazione i relativi costi oltre a quello di acquisto dell’immobile e anche di un possibile allungamento dei tempi. Al contrario, si sarà disposti a spendere un po’ di più per una casa già ristrutturata e magari già “pronta all’uso”.
Casa indipendente o appartamento?
Si tratta di una valutazione personale sulla base delle proprie esigenze. Difatti, in entrambi i casi ci sono pro e contro.
Le case indipendenti godono di maggiore libertà e in genere della possibilità di disporre di spazi esterni e di un posto auto personale; di contro, il prezzo di acquisto sarà più alto, così come le spese di manutenzione. Senza tralasciare l’aspetto della sicurezza: una casa indipendente o villetta può attirare maggiormente l’attenzione dei ladri, lasciando al proprietario l’onere di dotarsi di circuito di videosorveglianza e antifurto per proteggersi da eventuali furti o rapine.
Gli appartamenti in genere offrono prezzi di acquisto più convenienti e la possibilità condividere le spese di gestione e manutenzione dello stabile con gli altri condòmini. Alcuni condomini, poi, dispongono del servizio di portineria: davvero comodo per la consegna di posta in caso di assenza e per una maggiore sicurezza per sé e la propria casa.
Perché è importante la zona?
La scelta della zona o del quartiere in cui abitare è fondamentale e dipende da svariati fattori, come la vicinanza al posto di lavoro o alla scuola dei figli, la presenza di giardini e aree verdi, la prossimità alla metro (nelle grandi città) o alle fermate dei mezzi pubblici.
Se il quartiere è residenziale, i prezzi degli immobili saranno più alti a fronte di maggiori servizi (quali negozi, supermercati e farmacie) e di una maggiore facilità a rivendere o affittare la casa in futuro.
3. Comprare casa da privato o tramite agenzia?
Avvalersi di un’agenzia immobiliare è sicuramente utile, perché verifica che le caratteristiche dell’immobile e i dati catastali siano in regola, garantisce una visita guidata approfondita, offre supporto negli aspetti burocratici collegati all’acquisto e valuta che il prezzo richiesto dal venditore sia adeguato in base all’andamento del mercato.
È vero però che la prestazione di questi servizi comporta un costo per l’acquirente, che dovrà riconoscere all’agenzia una commissione (in genere del 3-4% del valore di vendita dell’immobile), ma è anche un grande supporto per chi non ha esperienza nel settore.
4. Consigli utili per la visita
Durante la visita, presta attenzione allo stato di conservazione dell’appartamento e del condominio.
È poi opportuno tornare a visitare la casa almeno un’altra volta, meglio se da soli e in un orario diverso da quello della prima visita: il quartiere tanto tranquillo di giorno potrebbe essere malfrequentato e rumoroso di notte e la casa, tanto elegante di sera alla luce artificiale, potrebbe rivelarsi poco soleggiata.
5. Svolgi una perizia sull’immobile
Gli aspetti essenziali da considerare per redigere il ‘valore di stima’ sono: la zona di ubicazione, l’andamento del mercato negli ultimi 24 mesi nell’area di pertinenza, la comparazione degli immobili in vendita in questa zona al momento della trattativa.
6. Fai accertamenti
Prima di impegnarti nell’acquisto, è importante effettuare alcune verifiche su:
– Atto di provenienza: fai una ricerca catastale per stabilire chi sia il proprietario dell’immobile. L’atto può essere un rogito, un’eredità o una donazione. È consigliabile che non ci siano state donazioni negli ultimi 20 anni, cosa che potrebbe comportare il rischio che un erede escluso erroneamente rivendichi la proprietà dell’immobile.
– Profilo ipotecario: è importante controllare che non siano presenti ipoteche o pignoramenti, per evitare situazioni spiacevoli e vedersi costretti a pagare per conto del vecchio proprietario.
– Conformità urbanistica e visura catastale: tutti i documenti di conformità urbanistica devono essere in regola e i progetti edilizi registrati presso il Comune. Qualsiasi difformità è un abuso che il venditore deve sanare prima dell’atto di vendita, se la legge in vigore lo consente. È altresì importante richiedere la visura catastale rilasciata dall’Agenzia delle Entrate, che certifica l’autorizzazione all’allaccio alle utenze.
– Certificato di agibilità o abitabilità: viene rilasciato al termine dei lavori di costruzione dell’edificio e ne certifica i requisiti minimi di sicurezza per l’occupazione oltre alla conformità al progetto.
– APE (Attestato di Prestazione Energetica): è il documento che sintetizza le caratteristiche energetiche dell’immobile con la sua classe energetica (dalla migliore, la “A”, fino alla classe G che invece è la più energivora), che deve essere allegato al contratto di vendita.
– Spese condominiali: è sempre bene rivolgersi direttamente all’amministratore e farsi rilasciare una specifica attestazione circa lo stato dei pagamenti degli oneri condominiali e delle liti pendenti per quel dato immobile.
– Regolamento condominiale: è meglio dare uno sguardo anche su com’è regolamentato l’uso e la ripartizione delle spese delle parti comuni (cortile, ascensore, giardino, pulizia di androne e scale, ecc.).
– Pertinenze: verificare se la casa è dotata di cantina, soffitta, posto auto, venduti unitamente all’immobile, e visitarli verificandone le mappe catastali.
7. I “segreti” della compravendita
Se non sono insorte problematiche in fase di verifica dell’immobile, puoi procedere con un’offerta al venditore, che si può trattare ma senza scendere troppo al ribasso. La proposta ha validità ufficiale e una scadenza, in genere fissata a 7 o 15 giorni, entro cui il proprietario deve accettare o meno l’offerta. Con la proposta d’acquisto l’acquirente mette a disposizione una cifra a titolo di caparra.
È poi indispensabile sottoscrivere il compromesso, o contratto preliminare, in cui le parti di fatto si impegnano a stipulare un successivo contratto dicompravendita per finalizzare l’operazione. In questo modo, chi acquista la casa può essere sicuro che il venditore non cambi idea e può sfruttare questa garanzia per trovare il mutuo appropriato.
Ovviamente la caparra verrà sottratta dal prezzo di vendita della casa, che dovrà essere saldato al proprietario in sede di rogito notarile.
8. Scegli il mutuo giusto
Per capire l’importo da richiedere con il mutuo, è necessario sapere che la banca in genere concede fino a un massimo dell’80% del valore di mercato dell’immobile. Un altro elemento da tenere in considerazione è la scelta del tasso di interesse, fisso o variabile. Anche la durata del piano di rimborso deve essere valutata in funzione dell’importo e della propria capacità finanziaria.
Ricordati anche che puoi godere di agevolazioniin caso diacquisto prima casa. Inoltre, se sei under 36 anni e con un ISEE inferiore a 40.000 €, puoi godere di ulteriori agevolazioni, come la possibilità di accedere al Fondo Prima Casa ed ottenere un mutuo 100%.
Se, invece, intendi acquistare un’abitazione ecosostenibile ad alta efficienza energetica o ristrutturare un immobile in maniera ecocompatibile, potrai stipulare con la tua banca un mutuo green con condizioni economiche vantaggiose.
9. Cosa fare dopo l’acquisto della casa
Innanzitutto, bisogna fare le volture delle utenze energetiche, gestire linea telefonica e connessione internet, e ricordarsi di registrare in Comune il cambio di residenza, soprattutto se si è usufruito delle agevolazioni prima casa.
10. Assicura la tua casa
In Italia, l’assicurazione sulla casa non è obbligatoria a meno che non si stipuli un mutuo. In quest’ultimo caso, sarà richiesto di sottoscrivere una copertura scoppio e incendio al fine di preservare l’immobile, unica garanzia per la banca.
In ogni caso, spesso si sottovaluta l’importanza di una polizza con copertura più ampia, che comprenda altri sinistri non connessi strettamente all’immobile in quanto tale. Numerose sono le polizze che coprono danni come furto e rapina, eventi atmosferici e terremoto, responsabilità civile, e altro ancora.
Se hai appena comprato una casa, vale la pena considerare la sottoscrizione di una polizza multirischio, considerando che la spesa è minima rispetto al valore del bene da proteggere.
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Non si può dire che viviamo in un periodo congiunturale particolarmente semplice per chi è alla ricerca di una nuova casa, sia che si tratti di un alloggio in affitto che di un immobile di proprietà, complici tassi di interesse ed inflazione ancora elevati, che incidono sull’andamento del mercato immobiliare. Allora, come orientarsi?
Quando parliamo di casa, soprattutto per noi Italiani subentrano svariati fattori, tanto economici e primari quanto personali ed emotivi. “Un’abitazione è fatta con muri e travi; una casa è costruita con amore e sogni”, scriveva il filoso statunitense Emerson e non si sbagliava: più che un luogo specifico è dove ci si sente al sicuro e protetti (si dice “sentirsi a casa”, appunto, quando si descrive un posto confortevole) e dove vivono persone e ricordi.
Nell’immaginario collettivo la casa rappresenta un importante traguardo di vita sia per un giovane in cerca della prima casa sia per una famiglia che prospera e cresce serenamente. Quando si cerca una nuova casa scegliere tra mutuo o affitto è importante quanto trovare la soluzione abitativa più adatta alle proprie esigenze: i metri quadri, l’ubicazione geografica, la vicinanza rispetto alla scuola propria o dei figli, al lavoro e ad altri servizi (negozi, metro, ecc.).
La valutazione deve essere quindi fatta anche dal punto di vista economico, considerando essenzialmente due opportunità: l’acquisto attraverso accensione di un mutuo oppure l’affitto. I nostri genitori sono sempre stati convinti che “investire nel mattone” fosse sempre e comunque la scelta migliore per garantirsi un futuro stabile: ma possiamo dire lo stesso anche oggi?
Certamente, noi Italiani continuiamo per cultura e tradizione a preferire la casa di proprietà, come forma di investimento e fonte di rendita (ad esempio, affittandola) e per poterla lasciare in eredità.
Oggigiorno, invece, a causa dei cambiamenti economici, lavorativi e sociali, viviamo in un mondo molto più precario, rendendo il mutuo non sempre la soluzione adatta per chi non ha una professione stabile o non è sicuro dove metterà radici. Quindi, di fronte alla scelta tra il mutuo o l’affitto, è importante fare una valutazione oggettiva che tenga in considerazione anche la propria situazione personale e finanziaria.
Affitto: quando conviene?
Andare in affitto conviene principalmente ai giovani, quando non si ha ancora una posizione professionale definita, una città di residenza stabile e ci si sposta spesso per lavoro: in questi casi l’affitto può rappresentare la soluzione ideale, in quanto non pone vincoli territoriali e richiede un minore impegno economico.
Talvolta, può diventare anche una scelta obbligata, quando non si hanno sufficienti disponibilità economiche per disporre delle garanzie richieste dagli istituti di credito: infatti, per poter accendere un mutuo, occorrono determinati requisiti di età, reddito e risparmio, per garantire di essere in grado di pagare la rata del mutuo, che in genere non può superare 1/3 dello stipendio mensile del mutuatario.
Molteplici sono i vantaggi per chi opta per questa soluzione:
– Tempi rapidi di disponibilità dell’immobile
– Ridotto investimento iniziale
– Nessuna spesa per interventi strutturali sull’immobile, spettanti al locatore
– Canone di locazione fisso, protetto dalle fluttuazioni di mercato per tutta la durata del contratto
Non mancano però gli svantaggi:
– Ristrutturazioni autonome limitate: ogni intervento va concordato con il proprietario
– “Soldi perduti”, in quanto non è un investimento che si traduce nel tempo con la proprietà dell’immobile
– Mero utilizzo dell’immobile
– Aumento record del canone mensile (+13,8% nel 2023 vs 2022) per un forte squilibrio tra domanda ed offerta
Mutuo: perché sceglierlo?
Accendere un mutuo può essere la soluzione ideale per chi ha una buona stabilità economica e possiede dei risparmi, in quanto per comprare casa è necessario disporre di una liquidità sufficiente a coprire almeno il 20% del costo dell’abitazione e altre spese (deposito cauzionale, spese di intermediazione e costi notarili).
Infatti, il mutuo generalmente copre l’80% del valore dell’immobile, anche se oggi alcuni istituti di credito danno la possibilità di richiedere un mutuo o soluzione di finanziamento che copre fino al 100%, ma solo in presenza di determinati requisiti e garanzie aggiuntive a tutela della banca.
Acquistare casa, inoltre, può essere la soluzione giusta per chi ha costruito o intende costruire una famiglia, per effettuare un investimento che comunque permetterà di avere un patrimonio immobiliare importante da lasciare ai propri figli o agli eredi, oppure da riaffittare a terzi.
I principali vantaggi per chi accende un mutuo sono:
– Piena proprietà dell’immobile
– Possibilità di ottenerne una rendita nel tempo
– Libertà di ristrutturazione, nei limiti stabiliti dalla legge e regole condominiali
– Agevolazioni fiscali (solo per prima casa ed escluse per immobili di lusso) più vantaggiose rispetto all’affitto
– Possibilità di surroga
Tra gli svantaggi si elencano:
– Minore flessibilità, essendo un impegno di lungo periodo (dai 20 ai 30 anni)
– Obbligatorio possedere requisiti richiesti dall’istituto di credito
– Rata mensile non sempre prevedibile per l’oscillazione dei tassi interesse e l’andamento mercato
– Spese di ristrutturazione, se l’appartamento è inserito all’interno di uno stabile condominiale
– Piena responsabilità sull’immobile a livello amministrativo-fiscale, civile e penale
In conclusione, la convenienza tra mutuo o affitto dipende dalle disponibilità economiche e dalle esigenze di ognuno, tenuto conto anche delle condizioni del mercato immobiliare. Nel 2023, a causa dell’aumento dei tassi d’interesse e dell’inflazione, gli affitti hanno raggiunto livelli record in tutta Italia. Anche i mutui sono aumentati, ma in misura minore. Ad inizio 2024, i tassi di interesse sono ancora alti ma è previsto un calo del costo del denaro per giugno-luglio 2024. Confrontando un mutuo a 30 anni con un affitto, anche oggi conviene di più accendere un mutuo: la rata mensile è inferiore e, fatto non trascurabile, si ottiene la proprietà dell’immobile.
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