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Innovazioni in Banca del Piemonte

Innovazioni in Banca del Piemonte

L’Assemblea degli Azionisti di Banca del Piemonte ha approvato l’aumento di capitale gratuito a 100 milioni di euro, la nomina di un nuovo Consiglio di Amministrazione e del Collegio Sindacale e l’approvazione dei dati economici- finanziari e patrimoniali al 31 dicembre 2021.

Due nuove professioniste entrano a far parte del Consiglio e del Collegio Sindacale: Giovanna Marcolongo, classe 1986 economista presso il CLEAN entra in Consiglio, mentre Silvia Lirici commercialista milanese classe 1970, fa ora parte del Collegio Sindacale.

L’assemblea ha, inoltre, confermato Presidente Lionello Jona, Vice Presidenti Flavio Dezzani e Gianluca Ferrero, Amministratore Delegato e Direttore Generale Camillo Venesio e i Consiglieri Jacopo Anselmi, Francesco Roncaglio, Monica Tardivo, Carla Venesio, Matteo Venesio. In Collegio Sindacale sono stati confermati Giuseppe Ravotto e Mauro Bunino.

Wilma Borello e Giancarlo Poletto sono i due nuovi Condirettori Generali.

L’Assemblea ha formulato un forte ringraziamento al Consigliere e al componente del Collegio sindacale uscenti: Luigi Gazzera e Nicoletta Paracchini.

L’assemblea ha approvato i Risultati economico finanziari al 31/12/2021.

La Raccolta complessiva si attesta a fine anno a 4,6 miliardi, con un incremento del 5,8%. Gli Impieghi a favore delle famiglie, delle medie, piccole e micro imprese sono cresciuti del 7,8% a 1,5 miliardi. Le Attività Deteriorate nette rappresentano l’1,9% degli Impieghi.

Il Common Equity Tier 1 Ratio consolidato al 31 dicembre 2021 è al 18,6%.

Il Texas ratio è al 23,3%, dato di assoluta eccellenza anche a livello europeo.

L’Amministratore Delegato e Direttore Generale di Banca del Piemonte Camillo Venesio ha espresso “soddisfazione ed apprezzamento per i risultati raggiunti in contesti complicati, che valorizzano l’identità e le eccellenze specifiche della Banca, tra le più solide banche private italiane ed europee”.

 

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Croce Rossa Italiana per i profughi ucraini

Croce Rossa Italiana per i profughi ucraini

Progetto Accoglienza straordinaria – azioni a favore dei minori

A seguito della grave crisi umanitaria determinata dall’evento bellico in corso in Ucraina si sta assistendo all’afflusso di un ingente numero di persone dirette nei paesi europei; UNHCR stima che possano essere alcuni milioni i cittadini ucraini in uscita dal paese, per la maggior parte si tratta di persone vulnerabili (donne, bambini, anziani, disabili).

Anche l’Italia, che ospita una delle principali comunità ucraine in Europa, si sta muovendo attivamente nell’ottica di contribuire alla risposta umanitaria in questa difficile fase.

Banca del Piemonte non poteva esimersi dal dare il suo contributo e partecipare attivamente a favore di questa popolazione duramente colpita ed ha scelto quindi di sostenere il Progetto Accoglienza straordinaria profughi ucraini de La Croce Rossa Italiana – Comitato di Susa – che ha messo a disposizione la propria struttura logistico/organizzativa e, in particolare, il Polo Logistico Valle di Susa, sito a Bussoleno (TO).

Il Progetto Accoglienza straordinaria ha come focus quello di sostenere i bambini ospiti della struttura e per questo la necessità primaria è quella di adeguare la ludoteca e l’ambulatorio, organizzare il centro estivo e le attività di intrattenimento per fornire assistenza ed accoglienza ad un consistente numero di bambini che rimarranno ospiti in Valle di Susa per un periodo medio-lungo quantificato attualmente in 6 mesi.

I bambini sono innocenza, speranza e futuro, noi come Banca, ma soprattutto come persone, vogliamo stare dalla loro parte e fare quanto possiamo per aiutarli ad avere un domani migliore.

Banca del Piemonte accanto alla Fondazione IEO-MONZINO

Banca del Piemonte accanto alla Fondazione IEO-MONZINO

Con emozione e speranza siamo lieti di comunicarvi che Banca del Piemonte ha fortemente voluto sostenere la Fondazione IEO – MONZINO per la Ricerca IEO.
La nostra Banca, infatti, finanzierà una borsa di studio per un progetto di ricerca sulle terapie cellulari, portato avanti nei laboratori IEO.

È per noi motivo di grande orgoglio sostenere e accompagnare la Fondazione IEO – MONZINO in questo percorso.

Troppe famiglie, ogni giorno, combattono contro un male che dobbiamo impegnarci per sconfiggere.

Mai come in questi ultimi tempi, abbiamo capito quanto la ricerca sia importante.

Il valore della solidità

Il valore della solidità

La solidità di una banca è fondamentale per i clienti che le affidano i loro risparmi. E’ l’assicurazione che i loro soldi sono in buone mani. La solidità è un grande valore, riconosciuto dalle Autorità di Vigilanza del settore (Bce-Banca Centrale Europea e Banca d’Italia), che lo misurano costantemente così da poter evitare rischi ai risparmiatori e agli investitori, oltre che per intervenire a tutela della corretta gestione da parte degli amministratori delle banche.

Come la solidità è misurata

La misura della solidità di una banca è data dal Common Equity Tier 1 (abbreviato in Cet1), che è una percentuale, che viene calcolata rapportando il patrimonio della banca (capitale sociale più riserve) con  le sue attività e i rischi rappresentati dai crediti a rischio. Più la percentuale è superiore al minimo richiesto dalla Bce (in Italia, mediamente il 10,5%), più la banca è solida.

Pari al 17,4 il CET1 di Banca del Piemonte

La Banca del Piemonte ha un Cet1 pari al 17,4%, non soltanto ben più alto della soglia minima richiesta dalla Bce ma anche tra i più alti a livello italiano e internazionale. Non c’è da stupirsi: da oltre cento anni, la solidità è uno dei valori caratteristici della Banca del Piemonte, che ha sempre incrementato il suo patrimonio e continua ad avere una grande cura della sua attività creditizia. Unisce forza e prudenza. Seguendo il motto di Camillo Venesio, il fondatore della Banca, che ha costantemente raccomandato di “premunirsi contro le sorprese del destino”.

Gli amministratori della Banca del Piemonte hanno sempre rispettato questa indicazione, aumentando le riserve, anno dopo anno, con piena convinzione. Una scelta strategica – quella di destinare al rafforzamento patrimoniale una quota rilevante degli utili – che ha consentito e consente alla Banca di affrontare con sicurezza le difficoltà poste dalle congiunture sfavorevoli e da fattori negativi esterni, non sempre prevedibili.

La Banca del Piemonte fa come un buon padre di famiglia, che mette a risparmio una parte del suo reddito, perchè vuole tutelarsi “contro le sorprese del destino”. All’improvviso, infatti, per chiunque può emergere la necessità di una spesa straordinaria inderogabile, che non potrebbe essere affrontata se non ricorrendo alle riserve, al risparmio appunto.

La tutela dei risparmiatori

E la tutela dei suoi risparmiatori è un impegno fondamentale della Banca del Piemonte, che vuole far dormire tranquilli quanti le hanno affidato le loro riserve: tutti, anche quelli che hanno in deposito più di centomila euro, limite oltre il quale non interviene automaticamente il Fondo di Garanzia in caso di “bail-in” o salvataggio interno.

Cos’è il Bail-in

In parole povere, il bail-in è una modalità di risoluzione di una crisi bancaria tramite l’esclusivo e diretto coinvolgimento dei suoi azionisti e dei suoi obbligazionisti prioritariamente, ma anche dei suoi clienti con conti correnti superiori ai centomila euro.

Il bail-in prevede che gli azionisti, primi fra tutti e, in casi particolarmente gravi, anche altri investitori in possesso di strumenti finanziari della banca in crisi, contribuiscano con i propri fondi a risolvere la crisi della banca stessa, nel caso in cui questa possa avere ripercussioni sulla stabilità del settore bancario e finanziario. Con il bail-in, il capitale della banca in crisi viene ricostituito mediante l’assorbimento delle perdite da parte delle azioni e di altri strumenti finanziari posseduti dagli investitori della banca.

Garanzia fino a centomila euro

Comunque, in caso di bail-in, ai depositi fino a centomila euro non succede assolutamente nulla, perchè fino a questa soglia sono tutelati dai fondi di Garanzia dei depositi, ai quali aderiscono tutte le banche operanti in Italia. La garanzia riguarda, oltre ai conti correnti, i conti deposito, compresi quelli vincolati, i libretti di risparmio, gli assegni circolari e i certificati di deposito nominativi fino a centomila euro per depositante.

Anche i depositi oltre i centomila euro non vengono coinvolti automaticamente nel bail-in; ma possono esserlo soltanto nel caso in cui il contributo richiesto agli strumenti finanziari più rischiosi (azioni, obbligazioni subordinate, titoli senza garanzia) non fosse sufficiente a risanare la banca in crisi.

La Garanzia del fondo non riguarda il conto corrente ma è stabilita per ogni singolo depositante e per banca. In caso di un conto corrente intestato a due persone, quindi, l’importo massimo garantito è pari a 200mila euro; mentre nel caso di due conti della stessa banca intestati alla stessa persona l’importo garantito è comunque pari a centomila euro.

Oltre ai conti correnti fino a centomila euro, gli strumenti finanziari che sono esclusi dal bail-in sono le obbligazioni bancarie garantite, i titoli depositati in un conto titoli (se non sono della banca coinvolta nel bail-in), le disponibilità della clientela in custodia della banca (per esempio, il contenuto delle cassette di sicurezza), i debiti della banca verso i dipendenti, i fornitori, il fisco e gli enti previdenziali.

Guida al Bail-in

 

Competenze green e digitali sempre più strategiche

Competenze green e digitali sempre più strategiche

Entro il 2025, sei lavoratori su dieci dovranno avere competenze green o digitali. Nei prossimi cinque anni, infatti, il mercato italiano del lavoro avrà bisogno di almeno 2,2 milioni di nuovi lavoratori in grado di gestire soluzioni e sviluppare strategie ecosostenibili (il 63% del fabbisogno del quinquennio, che include anche il turnover) oltre che di 2 milioni di lavoratori in grado di saper utilizzare il digitale (il 57%). Queste sono le previsioni a medio termine (2021-2025) del Sistema informativo Excelsior di Unioncamere, l’unione nazionale delle Camere di commercio, secondo la quale già nel quarto trimestre di quest’anno le imprese hanno intrapreso la caccia alle competenze per il green e il digitale per dare slancio alla ripresa.

Le competenze green sono ritenute strategiche principalmente per i profili legati all’edilizia e alla riqualificazione abitativa (tecnici e ingegneri civili e installatori di impianti), per ingegneri elettronici e delle telecomunicazioni, tecnici e gestori di reti e sistemi telematici e tecnici chimici. Le competenze digitali, invece, sono richieste prevalentemente ai profili professionali ICT, quali analisti e progettisti di software, progettisti e amministratori di sistemi; ma anche a ingegneri energetici e meccanici e a disegnatori industriali.

In questa fase sono i percorsi formativi Stem (science, technology,engineering, mathematics), soprattutto le diverse lauree in ingegneria, quelli che accomunano le ricerche delle aziende per sostenere le due grandi transizioni.

Tra gli indirizzi più specifici per la domanda di competenze green emergono il diploma di tecnico superiore (Its) in tecnologie innovative per i beni e le attività culturali, il diploma secondario in produzione e manutenzione industriale e la qualifica professionale nell’ambito agricoltura. Sul fronte delle competenze digitali sono tra i più richiesti il diploma di tecnico superiore (Its) in tecnologie della informazione e della comunicazione, il diploma secondario in informatica e telecomunicazioni e la qualifica professionale nell’ambito elettronico.

Questa trasformazione del sistema imprenditoriale in chiave di sostenibilità e l’accelerazione per l’adozione delle tecnologie digitali investirà il mercato del lavoro di tutto il quinquennio” sottolinea Unioncamere, aggiungendo che le previsioni a medio termine mostrano, infatti, che la domanda di competenze green riguarderà in maniera trasversale tanto le professioni a elevata specializzazione e tecniche, quanto gli impiegati come gli addetti ai servizi commerciali e turistici, gli addetti ai servizi alle persone come gli operai e gli artigiani.

La spinta verso la transizione verde farà emergere, inoltre, la necessità di specifiche professioni green in alcuni settori come il progettista in edilizia sostenibile, lo specialista in domotica, i tecnici e gli operai specializzati nell’efficientamento energetico nelle costruzioni; il certificatore di prodotti biologici nell’agroalimentare; il progettista meccanico per la mobilità elettrica.

Questo fenomeno, sempre più pervasivo in tutti i settori dell’economia, interesserà non solo nuovi green jobs ma anche occupazioni esistenti. Per esempio, anche per i cuochi saranno sempre più importanti le competenze legate alla ecosostenibilità richieste dai consumatori e vantaggiose per le imprese, come l’attenzione alla riduzione degli sprechi, all’uso efficiente delle risorse alimentari e all’impiego di produzioni di qualità e legate al territorio (a chilometro zero).

Altrettanto ricercate saranno le competenze digitali, considerate una competenza di base per la maggior parte dei lavoratori. Queste saranno rilevanti non solo per tecnici informatici, telematici e delle telecomunicazioni, specialisti in scienze matematiche, informatiche, chimiche e fisiche, ma anche per professori, specialisti in scienze sociali, impiegati addetti alla segreteria e all’accoglienza, addetti alla contabilità.

Del resto, il processo di digitalizzazione si sta diffondendo in due principali direttrici: da un lato il passaggio al digitale di sistemi di lavoro e attività produttive (smart working, commercio on line, digitalizzazione delle procedure in molti servizi alle imprese e alle persone) e dall’altro una forte spinta all’innalzamento delle competenze digitali sia dei lavoratori, ma anche di un’ampia fascia della popolazione, con particolare riferimento agli studenti e ai professori di tutte le scuole di ogni ordine e grado.

“Banche specializzate e più tecnologia”

“Banche specializzate e più tecnologia”

Così il credito vincerà la sfida del secolo

Il Secolo XIX e Nordovest Economia hanno pubblicato un’interessante analisi dei cambiamenti che stanno caratterizzando il settore bancario e che rappresentano le principali sfide per il futuro.

In Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta gli sportelli bancari sono scesi a 2.616 rispetto ai 2.965 sportelli del 1996 e ai 3.804 dei tempi d’oro del 2008. Eppure mai come oggi la consulenza – per un mutuo per la casa o un prestito per aprire un negozio o una fabbrica, per investire i propri risparmi – continua a essere, per una banca, la chiave di volta per alzare i margini.

Per Camillo Venesio, amministratore delegato di Banca del Piemonte e vicepresidente dell’Abi «le banche regionali hanno due sfide davanti a loro: mantenere un rapporto non spersonalizzato con il cliente e usare le nuove tecnologie digitali per essere più competitive». È chiaro che specialisti hi‐tech e commerciali di alto livello prenderanno il sopravvento rispetto ai cassieri e operatori allo sportello di una volta. «I data engineer e i data scientist spiega Venesio sono indispensabili, perché attraverso numeri e algoritmi sono in grado di tracciare le tendenze sui prodotti più richiesti dai clienti, come crearli su misura e come migliorare i controlli sull’antiriciclaggio». I consulenti commerciali sono invece quei professionisti che hanno rapporti eccellenti sul territorio con risparmiatori e imprenditori. «I clienti non rinunciano a una chiacchierata con un professionista competente che li aiuti a sottoscrivere un mutuo, a usufruire del bonus 110% per ristrutturare la casa, a richiedere un finanziamento, a gestire una successione generazionale, un testamento o un patrimonio importante».

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