3.300 ettari la superficie occupata da questa tipologia di vigneti in Piemonte.
Viticoltura eroica e storica: un patrimonio piemontese che, finalmente, sta per essere sostenuto e valorizzato per quanto merita.
Con viticoltura eroica o storica si intendono quei vigneti tipici delle vallate alpine e appenniniche coltivati, con enormi sacrifici, in aree soggette a rischio di dissesto idrogeologico e di particolare pregio paesaggistico, storico ed ambientale.
In seguito a un recentissimo decreto, infatti, la “viticoltura eroica e storica” potrà godere di specifiche risorse finanziarie per realizzare gli interventi di conduzione del vigneto con pratiche tipiche del territorio, quali il consolidamento delle strutture con tecniche tradizionali (muretti a secco, ciglioni); l’utilizzo di vitigni autoctoni, la valorizzazione, promozione e pubblicità delle uve e dei vini attraverso l’uso di uno specifico marchio nazionale.
Tale decreto individua i vigneti eroici in base al possesso di almeno un requisito fra: pendenza del terreno superiore al 30%; altitudine media superiore ai 500 metri sul livello del mare; sistemazioni degli impianti viticoli su terrazze e gradoni. Inoltre, sono tutelati i vigneti storici, la cui presenza è segnalata in una determinata superficie/particella in data antecedente al 1960. La coltivazione di questi vigneti è caratterizzata dall’impiego di pratiche e tecniche tradizionali legati ad ambienti fisici e climatici locali che mostrano forti legami con i sistemi sociali ed economici, coltivati con l’utilizzo di forme di allevamento storiche legate al luogo di produzione o presenza di sistemazioni idrauliche-agrarie storiche o di particolare pregio paesaggistico.
Il Piemonte – come evidenzia Confagricoltura – è ricco di questi vigneti: la loro superficie complessiva è superiore a 3.300 ettari (su un totale di superficie vitata regionale di circa 44.000 ettari), in grado di offrire una produzione annua di oltre 25 milioni di bottiglie di vini prevalentemente a denominazione d’origine controllata e garantita.
I vigneti eroici, per esempio, sono diffusi tra le denominazioni Moscato d’Asti, Dolcetto d’Ovada, Pinerolese, Valsusa, Caluso, Carema, Canavese, Alta Langa, Colline Saluzzesi.
Per gli italiani, gli animali domestici sono a tutti gli effetti membri della famiglia.
Un italiano su tre possiede un animale domestico e la tendenza è ancora in aumento.
La situazione del Covid-19, che ha obbligato al confinamento e al distanziamento, ha portato a far apprezzare ancora di più i benefici di avere un cane o un gatto in casa.
Gli “amici” a quattro zampe sono veri e propri anti-stress e membri della famiglia a tutti gli effetti. Tanto che intorno al 15 marzo, periodo di inizio del lockdown in Italia, l’aumento di acquisti di alimenti per animali è stato di poco inferiore all’incremento di generi alimentari. In pratica, gli italiani hanno fatto scorta di generi alimentari per loro stessi e per i propri pet.
Un sondaggio ha rivelato che, durante il lockdown, il 70% degli italiani ha trascorso più tempo con il proprio animale domestico e il 60% gli si è affezionato ancora di più.
Anche in termini di spesa, gli importi destinati agli animali domestici sono in continua crescita, ovunque. Negli Stati Uniti, la spesa per il benessere dei tanto adorati cani e gatti ammonta a 62 miliardi di euro all’anno, come ha riferito l’Appa (American Pet Production Association).
Logico che, in un contesto del genere, la “pet economy” diventi sempre più appetibile per i produttori di alimenti specifici per cani e gatti, ma anche di medicine e di accessori, così come per i fornitori di servizi e per l’industria del risparmio gestito, sempre sensibile agli investimenti più remunerativi.
Sempre prendendo come modello il mercato statunitense, dal 1979 al 2017, il tasso di crescita annuo della spesa per i servizi veterinari e affini ha superato di 340 punti quello della spesa per il consumo personale. In particolare, la sanità veterinaria si sta rivelando un grande business, per vari motivi.
Primo tra tutti il fatto che le farmacie non hanno l’obbligo di dispensare la versione più economica di un farmaco, se il generico non è disponibile, a differenza dei medicinali per le persone. Questo significa che, secondo alcune stime, i produttori di farmaci per gli animali possono ancora avere, dopo la scadenza del brevetto, margini del 60-75%; mentre, per fare un paragone, i brevettatori di medicinali per le persone possono arrivare a perdere fino al 90% dei ricavi dopo l’ingresso del generico.
Inoltre sviluppare un medicinale per animali è più veloce e meno costoso: bastano circa 3-7 anni e in genere meno di 100 milioni di dollari, contro i 9 anni e il miliardo di dollari necessari per produrne uno per gli esseri umani.
Cani e gatti, sono sempre più parte integrante delle famiglie e, come è giusto che sia, vengono dedicate loro tutte le cure e le attenzioni possibili.
Commercianti e artigiani, due eserciti dell’economia, che, però si assottigliano da anni e sempre di più; in Piemonte come in quasi tutta l’Italia. Il fenomeno è stato documentato dall’Inps, che, al 31 dicembre scorso, a livello nazionale, ha registrato 2.163.158 commercianti e 1.620.690 artigiani iscritti alle rispettive gestioni speciali.
Nel 2019, i commercianti sono diminuiti ancora dello 0,5% rispetto al 2018, che già aveva evidenziato un calo dello 0,8% sull’anno precedente. E la perdita è stata maggiore per gli artigiani, calati dell’1,8% rispetto al 2018, dopo la contrazione dell’1,6% nel 2017.
In Piemonte, alla fine dell’anno scorso, i commercianti sono risultati 168.080 (il 37,8% di sesso femminile) e gli artigiani 150.130 (78,15% maschi). Per numero di commercianti, il Piemonte è al sesto posto nella graduatoria delle regioni, lo superano Lombardia, Campagna, Lazio, Veneto ed Emilia-Romagna; mentre è al quarto per gli artigiani, preceduto, in questo caso, soltanto da Lombardia, Emilia-Romagna e Veneto.
Analizzando la serie storica degli ultimi dieci anni, l’Inps ha rilevato che il numero degli artigiani iscrittidecresce di circa un punto percentuale fino al 2012, continua a decrescere di più di due punti percentuali annui dal 2012 al 2017, mentre tra il 2017 e il 2019 la flessione è di circa un punto e mezzo per ogni anno.
Quanto ai commercianti, emerge che fino al 2012 c’è stata una crescita, sia pure di un solo punto percentuale per ciascun anno; poi, dal 2012 al 2014 il numero è rimasto pressochè costante, mentre è diminuito di circa mezzo punto percentuale tra il 2014 e il 2015, di un punto percentuale tra il 2015 e il 2017 e ancora di circa mezzo punto percentuale, per ciascun anno, dal 2017 al 2019.
Tra gli artigiani, la classe di età tra i 50 e i 59 anni è quella con maggior frequenza (31,2%), seguita dalla classe 40-49 anni; gli ultrasessantenni sono il 18,4% e solo il 5,4% ha meno di 30 anni di età. La maggior parte dei commercianti (28,%) ha tra i 50 e i 59 anni, subito dopo troviamo la classe tra i 40 e i 49 e quella con più di 60 anni; mentre è di età inferiore ai 30 anni il 7,1% degli appartenenti alla categoria.
Le due categorie sono tra quelle più penalizzate dal lockdown conseguente all’epidemia da Covid-19; per cui, diventa logico prevedere che entrambe evidenzieranno, a fine anno, un calo rilevante dei loro componenti.
Banca del Piemonte da sempre vicina alle attività del territorio, anche in questa situazione di emergenza, ha messo in atto le misure straordinarie a supporto di imprese, artigiani, autonomi e professionisti contenute nel Decreto Liquidità approvato dal Consiglio dei Ministri.
Banca del Piemonte, Italiana Assicurazioni, società di Reale Group e Grifo Holding, primo hub di servizi del settore assicurativo e finanziario italiano, hanno rafforzato una partnership nel settore della Bancassicurazione.
Durante la prima assemblea svolta in sessione privata ed in via remota, venerdì 10 luglio è stato confermato all’unanimità il Presidente Antonio Patuelli per i prossimi due anni.
Contestualmente sono stati eletti 5 vicepresidenti: Alessandro Vandelli, vicario, (Amministratore Delegato BPER Banca), Francesco Giordano (co-Responsabile Commercial Banking Western Europe UniCredit), Giampiero Maioli (Amministratore Delegato Crédit Agricole Italia), Corrado Sforza Fogliani (Presidente Associazione Nazionale fra le Banche Popolari), Camillo Venesio (Amministratore Delegato e Direttore Generale Banca del Piemonte).
Congratulazioni al Presidente e al nuovo Consiglio, in particolar modo al nostro Amministratore Delegato Camillo Venesio.
Per il 90% degli italiani la casa è in cima alla lista delle priorità.
La casa è quel luogo caldo e accogliente dove condividere il tempo con chi si ama ed oggi più che mai è in cima alla lista dei desideri degli italiani.
Nel Bel Paese, infatti, è elevata più che altrove la quota delle famiglie che sono, o aspirano a essere, proprietarie del loro “nido”, piccolo o grande che sia.
Per il 90% degli italiani la casa è in cima alla lista delle priorità, ma il 48% si dichiara poco o parzialmente soddisfatto dell’abitazione in cui vive.
Per noi italiani l’abitazione riveste una molteplicità di significati che vanno ben oltre l’idea di bene fisico dal valore economico, oggi infatti si parla di “valore esistenziale” della propria casa, percepita come un luogo affettivo e di espressione di chi la abita.
Durante questo periodo di emergenza sanitaria, la casa si è trasformata ancora di più in un rifugio sicuro in cui si è riscontrata una forte necessità di avere spazi interni, e possibilmente anche esterni, vivibili e ben organizzati.
Dopo il periodo di smarrimento iniziale, causato dal lockdown totale, gli Italiani si sono resi conto dei pregi e dei difetti delle abitazioni in cui vivono e, come rivela Tecnocasa, dal 9 marzo sono diminuite le visualizzazioni dei monolocali in città.
Anche le spese per la casa sono tra quelle considerate prioritarie, come confermato dalla più recente rilevazione da parte dell’Istat. Dei 3,7 milioni di famiglie che vivono in abitazioni di proprietà, una su cinque paga un mutuo.
L’istituto nazionale di statistica aggiunge che proprio alla casa – per la sua manutenzione, come per l’acqua, l’elettricità, il gas – si deve il 35,5% della spesa mensile delle famiglie che ne sono proprietarie; mentre questa quota scende al 33,2% per le famiglie in affitto.
In Italia, il 18,4% delle famiglie paga un affitto per l’abitazione in cui vive. La quota più elevata di famiglie in affitto si registra nelle città metropolitane (26,2%) e nei loro comuni periferici, oltre che in quelli con almeno 50mila abitanti (21,5%).
Se la casa è il desiderio primario degli italiani, oggi non è più un problema acquistare, costruire o ristrutturare, Banca del Piemonte con ADESSOpuoi CASA e con ADESSOpuoi SUBITO ti offre soluzioni su misura per te.