Future Bancassurance Awards, alla sua quinta edizione, assegna riconoscimenti a Banche, Assicuratori, Asset Managers, Società di Servizi e a Personalità che contribuiscono a rendere unico e positivo il settore.
Quest’anno ha premiato Camillo Venesio, Amministratore Delegato e Direttore Generale di Banca del Piemonte, per la sua Capacità di aver Sviluppato e Mantenuto in Equilibrio la Banca che dirige e per il suo Impegno anche verso gli Interessi di tutte le altre Banche del Territorio.
Camillo Venesio ha ritirato questo speciale riconoscimento, assegnatoli da una giuria di professionisti di lunga data, durante l’evento tenutosi a Milano nella serata del 20 novembre ed ha espresso gratitudine e soddisfazione.
“E’ un riscontro importante, tenuto conto del lavoro portato avanti in questi anni in Banca del Piemonte per stimolare una collaborazione produttiva ed efficace tra banche e mondo assicurativo. Per noi, selezionare un partner assicurativo è stata una scelta strategica, finalizzata a studiare e fornire prodotti efficaci che rispondessero al meglio alle esigenze della nostra clientela”, le parole dell’Amministratore Delegato di Banca del Piemonte
Fatturato, valore, occupazione e molto altro il fondamentale contributo delle PMI all’economia italiana
Tra le tante caratteristiche che rappresentano il nostro Paese sicuramente una delle più significative è la massiccia presenza delle Piccole e Medie Imprese (PMI) il cui contributo non si estende solo all’aspetto economico, ma occupa anche un posto di rilievo nella vita culturale e sociale italiana.
Quali sono i parametri che identificano una PMI?
Le Piccole e Medie Imprese sono aziende le cui dimensioni rientrano entro certi limiti occupazionalie finanziari prefissati.
Le PMI vengono così catalogate:
media impresa, quando il numero dei dipendenti è inferiore a 250, quando il fatturato annuo non supera i 50 milioni di euro o il totale dell’attivo dello Stato Patrimoniale non supera i 43 milioni di euro;
piccola impresa, quando il numero di dipendenti è inferiore a 50, quando il fatturato annuo o il totale dell’attivo dello Stato Patrimoniale annuo non superino i 10 milioni di euro;
microimpresa, quando il numero dei dipendenti è inferiore a 10, quando il fatturato annuo o il totale dell’attivo dello Stato Patrimoniale annuo non superino i 2 milioni di euro.
In base agli studi resi noti da Prometeia*, azienda di consulenza, sviluppo software e ricerca economica, le PMI rappresentano il 92% delle Aziende attive sul territorio italiano.
La loro importanza non è dovuta solo al fatturato prodotto annualmente stimato attorno ai 2 mila miliardi di euro, ma anche al tasso occupazionale registrato pari all’82% dei lavoratori della Penisola, una percentuale che supera (e non di poco) le medie europee.
Le loro attività si concentrano nei settori dell’industria dei servizi, dell’edilizia e dell’agricoltura, interessante il dato che sottolinea come nell’area meridionale i dati sono ancora più rilevanti attestandosi all’83% della produzione e al 95% in termini di occupazione.
Conscia dell’importanza di questo segmento di Clientela, Banca del Piemonte da fine 2015 ha costituito una Rete interamente dedicata alla gestione delle PMI nell’ambito della Direzione Reti Commerciali.
Il segmento dei Clienti PMI, facente capo alla suddetta rete, è composto da società con fatturato compreso tra 1.000.000€ e 10.000.000€.
La Rete PMI si compone di 13 Gestori, suddivisi per zone di competenza, più il Responsabile di Rete.
I Gestori PMI seguono, attivamente e costantemente, le Aziende che sono state loro affidate offrendo una consulenza che le aiuti a sviluppare i progetti d’impresa attraverso una relazione di fiducia, personale e quotidiana.
Unisciti alle numerose Aziende che sono entrate in Banca del Piemonte ed insieme hanno sviluppato un business vincente.
Non aspettare ancora, scopri la realtà di Banca del Piemonte, i suoi servizi e le offerte create su misura per la tua Impresa.
Banca del Piemonte è una Banca fatta di persone per le persone che come te sognano di far crescere il loro business.
“Lavoro, lavoro e lavoro. Non aspettiamo che ci arrivi qualcosa, lavoriamo tutti.”
“L’incertezza frena gli investimenti e non fa bene all’economia. Per questo le imprese si comportano come le famiglie e parcheggiano i soldi. Bisogna impegnarsi tutti e cercare di avere una visione condivisa del futuro” queste le parole di Camillo Venesio, Amministratore Delegato e Direttore Generale di Banca del Piemonte, nell’intervista rilasciata al Corriere della Sera.
Termina oggi il Salone dei Pagamenti – Payvolution, l’evento organizzato da Abiservizi sull’evoluzione dei pagamenti.
Tre giorni di incontri, seminari e conferenze dove sono state presentate soluzioni, servizi e prodotti per i pagamenti e dove è stato possibile confrontarsi su payvolution, sui trend emergenti nei servizi di pagamento, sulle nuove tecnologie e sulla sicurezza fisica e digitale.
L’appuntamento rivolto a istituzioni, imprese bancarie e non, esercenti professionisti ma anche cittadini e studenti ha come obiettivo diffondere conoscenza, avvalendosi di linguaggi e contenuti adeguati, sui trend dell’innovazione nel settore e sul fintech.
Il sistema dei pagamenti è diventato nel tempo uno dei principali motori di innovazione, diversi gli attori che si muovono attorno al perimetro e contribuiscono, grazie ad una sempre più ampia e diversificata gamma di servizi aggiuntivi, a rendere le transazioni immediate, sicure e fruibili.
Sempre più numerose le start up che si occupano di smart payments, money transfer, lending & solutions for credit, wealth management e soluzioni per il mercato finanziario.
Il ricchissimo palinsesto ha permesso di coinvolgere sia privati che aziende e fornire, ad entrambe le categorie, importanti spunti di riflessioni.
Banca del Piemonteattenta all’innovazione e alla digitalizzazione dei processi legati ai suoi servizi e non solo, ha preso parte a questo importante evento italiano che coinvolge ogni anno un significativo numero di aziende, startup, media ed università oltre che relatori di importanti realtà del settore.
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Sabato 26 ottobre presso la Nuvola Lavazza a Torino, si sono riuniti importanti nomi della politica, dell’economia e dell’editoria di Torino in occasione della presentazione del Rapporto Rota 2019.
Quest’anno non si è trattata di una “semplice” presentazione al pubblico in sala, quest’anno si è raggiunto il traguardo del 20° rapporto ed è così venuto naturale tirare le somme e fare un bilanciodell’ultimo ventennio della nostra città e non solo.
Già dal primo studio nel 2000, emergeva che “da sola la città è debole” eppure quanto è emerso sabato mattina testimonia che la ferita non è ancora stata sanata, nonostante siano stati fatti passi importanti.
Camillo Venesio, il nostro Amministratore Delegato e Direttore Generale insieme alla Sindaca Chiara Appendino, Francesco Profumo Presidente della Compagnia di San Paolo, l’Imprenditore Marco Lavazza, il Direttore Alberto Riccadonna e Virginia Antonini, Responsabile della sostenibilità di Reale Group hanno dapprima analizzato e commentato i dati statistici che hanno permesso un’importante comparazione tra la città di Torino e le altre metropoli italiane, per poi esaminare i numerosi piani e progetti strategici analizzando cosa sia stato effettivamente realizzato e quali gli obiettivi raggiunti.
Si è parlato di trasformazioni urbane: partendo dal decennio eccezionale dell’attività edilizia esauritosi intorno al 2005, passando ai progetti, rimasti incompiuti, di riurbanizzazione delle aree di Corso Marche e della Variante 200 fino agli interventi di riqualificazione dell’area urbana ed in particolar modo con riferimento alla percorribilità delle sponde fluviali e la superficie del verde urbano. Questi ultimi due punti hanno segnato un dato positivo importante, ma comunque non sufficiente da permettere a Torino di restare al passo delle grandi metropoli europee.
Oscillazioni significative nell’economia dell’area torinese: aumentano le PMI con meno di 10 addetti, ma segnano un calo del 12% le grandi imprese. Il saldo fa si che Torino risulti peggiore alla media italiana.
Anche a ricchezza prodotta il dato emerso non premia la nostra città che risulta al 7° posto tra le metropoli del centro nord, seguita solo da Venezia.
Segno più invece per il settore alberghiero e turistico: Torino è oggi all’11esimo posto tra le città metropolitane per indice di turisticità.
Tema delicato è quello affrontato riguardo le infrastrutture e mobilità: l’odissea della TAV e l’aeroporto di Caselle, il cui piano di aumento dei passeggeri è stato progressivamente rinviato, contribuiscono a lasciare la nostra città ai margini per intensità di collegamenti.
Negli ultimi due decenni la nostra città è cambiata e lo ha fatto in meglio; considerando l’andamento di una cinquantina di indicatori di “efficienza urbana” il segno positivo prevale in due terzi dei casi. Emergono come punti di forza per Torino gli atenei, il sistema culturale cittadino ed alcuni parametri ambientali.
Tantissimi, forse troppi, sono i piani che ogni anno vengono presentati e analizzati coinvolgendo molti attori locali e risorse, sia umane che finanziarie, contribuendo così a suscitare forti attese sociali, ma che poi sono stati abbandonati o poco monitorati.
Tre quarti dei piani guardano solo al capoluogo, riducendo così la possibilità di competere e collaborare su una scena internazionale sempre più propensa a guardare all’area metropolitana e non alla singola città, scelta definita dai ricercatori come anacronistica.