Quello che conta per te
Come Banca, ma prima di tutto come persone, desideriamo essere al tuo fianco per supportarti nella gestione della tua vita economica. Attraverso questa rubrica, mettiamo a tua disposizione le nostre competenze e la nostra esperienza per aiutarti a navigare con maggiore sicurezza tra le sfide finanziarie quotidiane. Il nostro obiettivo è offrirti strumenti utili e consigli pratici, affinché tu possa prendere decisioni autonome e consapevoli in tutti gli ambiti della tua vita che richiedono attenzione economica.
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Le sfide di oggi
Gli strumenti di sicurezza: breve guida
Le soluzioni per proteggersi oggi e domani
#19 Gli strumenti di sicurezza: breve guida
Indice dei contenuti
Le assicurazioni non saranno desiderabili ma sono utili. L’assicurazione è un prodotto economico strano, perché le uscite sono certe (si paga) ma le entrate no (veniamo pagati solo se succede qualcosa che non vorremmo accadesse). Inoltre, le pubblicità sulle assicurazioni parlano sempre di catastrofi, e la vita è già così complicata che confrontarci con i guai è l’ultima cosa che ci piace fare. Eppure, un mondo senza assicurazioni sarebbe orribilmente insicuro e vulnerabile. Per questo, vale la pena di fare un piccolo viaggio negli strumenti che ci rendono più sicuri.
Polizze o assicurazioni
Quando si pensa alle assicurazioni, la prima cosa che ci viene in mente è una polizza. Nella realtà, la polizza è un contratto, e confondere i contratti con i loro oggetti non è una buona cosa. La nostra casa non è il mutuo che abbiamo stipulato, e la nostra macchina non è il contratto di finanziamento che ci consente di comprarla. Così, la sicurezza non è una polizza ma un obiettivo umano, da sempre e per sempre: quello di essere sereni perché ci si è protetti. A questo serve assicurarsi.
“La sicurezza non è una polizza ma un obiettivo umano, da sempre e per sempre: quello di essere sereni perché ci si è protetti.”
Briciole di storia
Le assicurazioni sono relativamente moderne. La prima Compagnia Assicuratrice della quale si ha notizia nacque a Londra, pochi anni dopo il grande incendio del 2 settembre 1666, che distrusse una città appena decimata dalla peste. Le Compagnie applicarono, per prime, quel concetto di mutualità che secondo molti studiosi ha creato la società moderna e consentito giganteschi passi avanti all’umanità. Se, infatti, prima della mutualità ognuno in caso di incendi, morte o malattie doveva cavarsela da solo e per i meno ricchi questo era impossibile, con la mutualità assicurativa tanti si privano di poco per aiutare quei pochi che, in seguito a un evento negativo, non sarebbero in grado di fronteggiarlo.
In Italia le prime assicurazioni nascono all’inizio dell’800 e si impegnarono direttamente nel finanziamento delle guerre di indipendenza e nella creazione dell’Unità d’Italia. Il 4 aprile 1912 la legge Giolitti-Nitti nazionalizzò il mercato assicurativo vita, che sino a quel momento stava destinando gran parte dei risparmi verso assicurazioni che facevano allora capo all’Impero Asburgico, ossia all’imminente nemico della Prima guerra mondiale. Nel secondo dopoguerra proseguì la tutela pubblica delle assicurazioni, che stabilì un trattamento fiscale privilegiato per chi si assicurava. Questo incentivo pubblico verrà rinforzato nel 2000, istituendo una fiscalità molto agevolata per chi si dota di una propria previdenza complementare.
In sintesi, l’assicurazione è uno strumento privato con finalità pubbliche, destinato al bene comune. La definizione più sintetica del loro senso è stata data dal Prof. Antonio La Torre: “privarsi di poco per non doversi mai privar di molto”.
A cosa serve assicurarsi
Oggi difficilmente intere città si incendiano, e la peste si può considerare debellata. I rischi che riguardano la nostra vita sono diversi ma crescono con la crescente complessità delle nostre vite e del mondo che ci circonda. Quel che noi dovremmo tenere sotto controllo sono 5 categorie di rischi:
– La probabilità di vivere troppo poco o troppo a lungo (assicurazioni sulla vita)
– La necessità di doverci curare, presto e bene (assicurazioni sanitarie)
– Subire danni patrimoniali per rischi che riguardano i nostri beni (assicurazioni furto e incendio casa ed automobile, tutela contro calamità atmosferiche, sottrazione identità digitale, vandalismi ecc)
– Dover rispondere di un danno involontario causato da noi per la conduzione di un immobile o durante la vita privata (assicurazioni di responsabilità civile)
La legge ci obbliga ad assicurarci quando un nostro comportamento può generare un danno ad altri che potremmo non essere in grado di risarcire; è questo il caso della responsabilità civile autoveicoli, che tutti dovremmo acquistare volentieri, dato che ci libera da un peso enorme. Non si può né deve tuttavia obbligare le persone ad assicurarsi per ogni cosa, e la stessa Costituzione, nell’articolo 38, specifica che l’assistenza privata è libera.
Buona parte delle tutele dai rischi della nostra vita quotidiana spetta a noi. Perché, allora, ne usufruiamo troppo poco?
- i tassi di interesse aumentano. Chi ha un mutuo a tasso variabile, deve monitorare continuamente la variazione di rata e la relativa sostenibilità. Chi invece ha un mutuo a tasso fisso, dovrebbe attendere condizioni migliori.
- I tassi di interesse si riducono. La surroga andrebbe valutata nella sua convenienza sia per chi ha un mutuo a tasso fisso sia per chi ha un mutuo a tasso variabile. La convenienza dipende dalle nuove situazioni di mercato e dalla durata rimanente di rimborso.
- L’inflazione aumenta. Quando l’inflazione aumenta, si produce un beneficio indiretto per i debitori, che pagando rate nominali (ad esempio 500 euro al mese per 20 anni), beneficiano di una riduzione del valore reale dell’impegno finanziario. Questo perché in termini reali, il valore sborsato è minore. Tuttavia, in caso di inflazione crescente, aumentano le probabilità di un aumento dei tassi di interesse ufficiali, al fine di rallentare l’economia, e quindi ricadiamo al punto 1).
“I rischi che riguardano la nostra vita sono diversi ma crescono con la crescente complessità delle nostre vite e del mondo che ci circonda.”
Come funzionano
Come spesso accade, si ha diffidenza per quel che non si conosce. È dunque bene sapere che il settore assicurativo è sottoposto a un sistema di tutele rigorosissimo, a partire dalla formazione del prezzo, che in assicurazione viene chiamato premio. Le Compagnie Assicurative devono infatti partire da statistiche, pubbliche e dimostrabili, e sulla base del loro esborso atteso definiscono i costi dei prodotti, considerando anche possibili rischi in eccesso rispetto a quelli stimati, per garantire l’equilibrio dei bilanci. Al costo “puro” vanno aggiunti il lavoro delle risorse umane di sede (matematici, amministrativi, informatici, gestori, legali e tutte le altre figure che lavorano in una Compagnia) e dei distributori (Banche, reti agenziali, consulenti e tutti coloro che dedicano ore di lavoro a interagire con i clienti, effettivi o solo potenziali). Ogni fase della formazione del prezzo deve essere resa trasparente alle Istituzioni di controllo, così come i costi devono essere resi evidenti agli acquirenti. In sintesi, nella formazione del premio nulla è casuale, e tutto deve essere motivato e monitorato. Se i rischi coperti sono anche futuri, le normative impongono riserve (immobilizzazioni) di capitali che devono ammortizzare eventuali differenze tra le ipotesi di oggi e le prestazioni che dovranno essere garantite e pagate in futuro.
“Il settore assicurativo è sottoposto a un sistema di tutele rigorosissimo, a partire dalla formazione del prezzo, che in assicurazione viene chiamato premio.”
Calcoli e controlli rigorosi, ingenti capitali, molte professionalità, forti riserve e capitali immobilizzati. Anche per questo, le Compagnie assicuratrici non sono molte. È il costo di svolgere una funzione di utilità ed interesse pubblico.
Come usarle
Le assicurazioni sono più semplici delle polizze, e si basano su alcune logiche di fondo. Per i consumatori, è bene distinguere tra:
– Assicurazioni forfetarie o indennitarie. Le prime stabiliscono la cifra che verrà garantita per contratto, le seconde risarciranno i danni effettivamente subiti, non quantificabili prima che accadano.
– Assicurazioni di rendita o di capitale. Le prime servono per la pensione, perché garantiscono un flusso di denaro per tutta la vita, le seconde servono per far fronte a rischi che richiedono disponibilità immediate ed “una tantum” di denaro.
– Assicurazioni a forte contenuto demografico o basate su investimenti e denominate IBIPs (Investment Based Insurance Products, ossia prodotti assicurativi basati su investimenti). Le prime servono per far fronte a rischi che non sapremmo sopportare, le seconde a investire nei mercati finanziari ed hanno, rispetto agli investimenti veri e propri, un vantaggio di tipo fiscale.
– Assicurazioni a premio unico o a premio periodico. Nelle prima si paga una sola volta e si è tutelati per la durata contrattuale, le seconde richiedono versamenti periodici. Qui, la scelta è più legata alla comodità di pagare tutto e subito o un poco alla volta, ma la forma di tutela non cambia.
– Assicurazioni monoannuali o pluriennali. Le prime ci assicurano per un solo anno, e vanno rinnovate di continuo, con il rischio che i prezzi oscillino. Le seconde hanno una durata lunga, e servono a tutelarci per rischi che si protraggono nel tempo (premorienza, invalidità, spese sanitarie, integrazioni pensionistiche).
È sempre utile, inoltre, chiedere al proprio consulente cosa è incluso e cosa escluso nelle garanzie previste dal contratto, e se ci sono scoperti o franchigie, ossia piccole parti di rischio che l’assicurazione non risarcisce perché possono essere serenamente gestite dagli assicurati e quindi non richiedono il servizio assicurativo. Se ci sono franchigie o scoperti, le assicurazioni costano meno.
Conclusioni
Le assicurazioni sono, da sempre, al centro delle riflessioni filosofiche, politiche, economiche perché svolgono una funzione sociale insostituibile. Dovremmo, quindi, usarle di più ma usarle anche meglio, evitando di farle durare troppo poco, di assicurare importi bassi e di spendere il giusto per ciò che ci serve.