Privati, Imprese - 17 Marzo 2023
I matrimoni e le unioni civili sono in ripresa dopo il Covid
In ripresa, dopo il Covid, anche i matrimoni e le unioni civili. Secondo i dati provvisori dei primi nove mesi del 2022, in Italia, i matrimoni sono aumentati del 4,8% rispetto allo stesso periodo del 2021, ma non abbastanza per recuperare la quantità di nozze perse nel 2020 e soprattutto del 2019. Comunque, mettendo a confronto il 2022 con il 2021, l’Istat ha rilevato che crescono soprattutto i secondi matrimoni (+15,6%), mentre i primi matrimoni aumentano in misura molto più contenuta (+2,1%) e, tra questi, l’aumento è dovuto esclusivamente al rito civile (+8,2%). I primi matrimoni religiosi, infatti, mostrano una diminuzione del 2%.
Le unioni civili, a loro volta, aumentano di un terzo nei primi nove mesi del 2022, lasciando ipotizzare un parziale recupero di quanto perso nell’anno della pandemia.
Comunque, nel 2021, i matrimoni nel nostro Paese sono stati 180.416, quasi il doppio del 2020. Questa crescita, però, non ha colmato la perdita dell’anno della crisi pandemica che, con la celebrazione di 96.841 matrimoni, aveva evidenziato un calo del 47,4% rispetto al 2019, confermando la tendenza alla diminuzione della nuzialità in atto da oltre quarant’anni.
Nel 2021, i primi matrimoni (142.394, pari al 78,9% dei matrimoni totali), hanno ripreso a salire, fino a sfiorare i livelli registrati prima della pandemia. A crescere sono state soprattutto le prime nozze con sposo e sposa in età tra 30 e 34 anni (rispettivamente +140,9% e +148,5%), le classi di età più penalizzate nell’anno della pandemia.
Le libere unioni (convivenze more uxorio) sono più che triplicate tra il biennio 2000-2001 e il biennio 2020-2021 (da circa 440 mila a 1,450 milioni). L’incremento è da attribuire soprattutto alle libere unioni di celibi e nubili.
L’Istat ha rilevato, inoltre, che negli ultimi due decenni il netto ridimensionamento numerico delle nuove generazioni, dovuto alla fecondità bassa e tardiva, registrata a partire dalla metà degli anni Settanta, ha prodotto un effetto strutturale negativo sui matrimoni così come sulle nascite. Infatti, man mano che queste generazioni, molto meno numerose di quelle dei loro genitori, entrano nella fase della vita adulta si riduce la numerosità della popolazione in età da matrimonio e, di conseguenza, a parità di propensione a sposarsi, cala il numero assoluto di nozze.
Peraltro, l’aumento dell’instabilità coniugale contribuisce alla diffusione delle seconde nozze e delle famiglie composte da almeno una persona che abbia vissuto una precedente esperienza matrimoniale, fenomeno che genera nuove tipologie familiari.
La pandemia, però, ha colpito in maniera meno pesante i secondi matrimoni (-28,6% nel 2020 rispetto al 2019), cosicché la loro successiva ripresa, pur meno incisiva rispetto ai primi matrimoni, è tale da superare i livelli del 2019; infatti, nel 2021 sono stati 38.022, lo 0,2% in più.
La tipologia più frequente tra i matrimoni successivi al primo è quella in cui lo sposo è divorziato e la sposa è nubile (sono 12.444, il 6,9% dei matrimoni celebrati nel 2021); seguono le celebrazioni in cui entrambi gli sposi sono divorziati (6,3%) e quelle in cui la sposa è divorziata e lo sposo è celibe (5,7%).
Le percentuali più alte di matrimoni con almeno uno sposo alle seconde nozze sul totale delle celebrazioni si osservano in Liguria (36,1%) e Friuli-Venezia Giulia (32,5%).
Dalle statistiche dell’Istat, fra l’altro, emerge che nel 2021 sono state celebrate 24.380 nozze con almeno uno sposo straniero (+29,5% rispetto all’anno precedente). I matrimoni misti, in cui uno sposo è italiano e l’altro straniero, sono stati oltre 18mila. Quasi i tre quarti dei matrimoni misti riguardano coppie con sposo italiano e sposa straniera (13.703, pari al 7,6% delle celebrazioni a livello nazionale nel 2021). Le donne italiane che hanno scelto un partner straniero sono 4.595, il 2,5% del totale delle spose.
Nel 2021, gli uomini italiani hanno sposato una cittadina rumena nel 19,2% dei casi, ucraina nel 13,2% e russa nel 7,1%. Le donne italiane che hanno contratto matrimonio con un cittadino straniero hanno invece più frequentemente uno sposo di cittadinanza marocchina (12,1%) o albanese (9,7%)
La quota dei matrimoni civili osservata nel 2021 è risultata del 54,1%. Il rito civile è chiaramente più diffuso nelle seconde nozze (95%), essendo in molti casi una scelta obbligata e nei matrimoni con almeno uno sposo straniero (91,9%). La scelta del rito civile va però diffondendosi sempre di più anche nel caso dei primi matrimoni (43,1% nel 2021). Considerando i primi matrimoni tra sposi entrambi italiani (89% dei primi matrimoni) l’incidenza di quelli celebrati con rito civile è del 37,5% nel 2021.
La scelta del regime patrimoniale di separazione dei beni è risultata l’opzione prescelta dagli sposi nel 73,4% dei casi (74,7% nel 2020).
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