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Risposte chiare e semplici su tematiche socio economiche

Tutto quello che devi sapere per sciogliere ogni tuo dubbio

Inflazione

Negli ultimi tempi è riemerso un concetto tanto in voga negli anni ’80 quanto accantonato a partire dalla crisi del 2008: l’inflazione.

Tale fenomeno indica un aumento generalizzato del livello dei prezzi di beni e servizi generato da uno shock della domanda o dell’offerta. In presenza di inflazione con la stessa quantità di denaro oggi puoi comprare meno di quanto potevi comprare ieri.

Per tenere sotto controllo questo fenomeno che comporta un’inevitabile riduzione del potere d’acquisto dei consumatori, le banche centrali aumentano i tassi di interesse che applicano ai prestiti concessi alle banche commerciali che, a loro volta, ribaltano sui clienti (privati ed aziende) e generano conseguenze a catena su prestiti, investimenti, risparmi.

Tasso di interesse

Il tasso di interesse indica il costo del denaro per chi chiede un prestito e, viceversa, la remunerazione a chi presta il capitale: per questo è detto «prezzo del noleggio del denaro».

È espresso come percentuale della somma prestata in un determinato periodo di tempo. Il debitore, infatti, ricevendo una somma di denaro, si impegna a pagare una somma superiore a quella ricevuta: la differenza tra la somma presa a prestito e la somma restituita costituisce l’interesse.

Grandezza importante da monitorare è il tasso di interesse reale ovvero il tasso effettivamente pagato e concordato depurato però dall’inflazione: se teniamo conto dell’indice dei prezzi, capiamo realmente quanto ci costa un prestito e quanto ci rende il risparmio. Il tasso reale è il “potere di acquisto della moneta”.

Obbligazione

Negli ultimi mesi i riflettori del mondo finanziario si sono ri-accessi sul mondo delle obbligazioni. L’aumento dei tassi di interesse, deciso dalle banche centrali per combattere l’inflazione, ha infatti favorito l’innalzamento dei rendimenti del comparto obbligazionario e attirato l’attenzione degli investitori.

Ma quali sono le caratteristiche di questi strumenti? Un’obbligazione (o bond) è un titolo che conferisce il diritto di ricevere, alla scadenza predefinita, il rimborso del capitale (valore nominale) e, ove previsto, una remunerazione sotto forma di interesse (detta cedola).
Tale titolo rappresenta un debito per il soggetto che lo emette, che può essere uno Stato (o un organismo sovranazionale) o una società privata (c.d. corporate bond).

Celebri esempi di bond sono i BTP italiani oppure i Bund tedeschi.

Rating

Obbligazioni Investment Grade e High yield: cosa le differenzia?

Quando un’obbligazione viene emessa, le viene assegnato un giudizio (detto rating) da parte di agenzie specializzate (Standard & Poor’s, Moody’s e Fitch Ratings) che si basa sulla solvibilità dell’emittente.
Il rating di un’obbligazione misura la capacità dell’emittente di rimborsare il capitale e corrispondere gli interessi alla scadenza prefissata.

Tale giudizio viene espresso attraverso un voto in lettere: da AAA (maggior grado di solvibilità) fino a BBB un bond è investment grade, ossia un investimento relativamente sicuro, ovvero poco rischiosi.
Al di sotto di questa soglia un titolo acquista un maggior grado rischio di insolvenza a cui si associa generalmente anche un rendimento più elevato: sono le obbligazioni con rating inferiore a BBB che vengono chiamate speculative o high yield.

Azione

Che cosa significa investire in azioni? Le azioni sono le singole quote in cui è diviso il capitale di una società. Il titolare di un’azione possiede, quindi, un “pezzetto” della società, con tutti i diritti e gli oneri.

Attraverso l’emissione e il collocamento delle azioni, le società per azioni finanziano dunque la propria attività. L’azionista ha diritti su una porzione degli attivi e degli utili della società. La rischiosità dell’investimento dipende dal fatto che le azioni non hanno scadenza e la redditività deriverà dall’andamento dell’attività societaria, senza alcuna garanzia di restituzione del capitale investito o di un rendimento minimo.

Per ovviare al rischio legato all’investimento in una singola azienda, si può investire in fondi comuni o Etf.

Fondi d’investimento

I fondi comuni di investimento sono patrimoni collettivi che raccolgono i risparmi di una pluralità di investitori e gestiscono le risorse investendole in prodotti finanziari.
Ciascun risparmiatore acquista un numero di quote del fondo proporzionale all’importo che ha versato.

La caratteristica più apprezzata di questi strumenti, infatti, consiste nell’offrire a ciascun investitore uno strumento diversificato poiché ogni quota è formata da una pluralità di titoli, anche a fronte di una somma versata non ingente. Esistono diverse tipologie di fondi che si differenziano a seconda delle caratteristiche dell’oggetto di investimento e quindi dal profilo di rischio/rendimento atteso: fondi di liquidità, obbligazionari, bilanciati, azionari e flessibili.

ETF

Gli Etf (Exchange Traded Fund) sono fondi comuni d’investimento negoziati in Borsa, come le azioni delle società quotate, e indicizzati, cioè replicano in modo fedele un indice offrendo agli investitori lo stesso rendimento dell’indice scelto. Le principali ragioni del successo degli ETF risiedono nell’unione di alcune caratteristiche dei fondi di investimento ed altre delle azioni. In particolare, come i fondi comuni si caratterizzano per:

– la diversificazione, poichè sono formati da una moltitudine di titoli diversi: attraverso l’acquisto di una sola quota, ovvero a fronte di una somma non ingente, si investe in un intero indice
– la trasparenza in quanto l’obiettivo di investimento è chiaro e il costo di gestione è esplicito

Caratteristica che li accomuna alle azioni ma li differenzia dai fondi è la liquidità in quanto sono negoziati in borsa

 

 

Risparmio gestito: gestione attiva o passiva?

Nel mondo del risparmio gestito la scelta tra strumenti a gestione attiva e quelli a gestione passiva spesso divide il consenso degli investitori.

Cosa differenzia le due tecniche di gestione?

La gestione passiva prevede la replica dell’indice di riferimento (detto benchmark); il portafoglio viene aggiornato regolarmente per riflettere le variazioni dell’indice di riferimento, al fine di riprodurre il benchmark nel modo più fedele possibile. Gli ETF sono fondi a gestione passiva.

Nella gestione attiva l’obiettivo del gestore è, invece, quello di battere l’indice di riferimento e generare una performance positiva.

Per riuscire nell’impresa, l’abilità del professionista consiste nel selezionare le singole azioni da inserire nel portafoglio individuando il momento di ingresso più opportuno.

Gestioni patrimoniali

La gestione patrimoniale è una forma di investimento attraverso la quale il risparmiatore, sottoscrivendo un contratto (mandato di gestione), affida la gestione del proprio patrimonio ad una società specializzata che opera per suo conto; il cliente delega, quindi, la scelta degli strumenti finanziari in cui investire e l’esecuzione delle relative operazioni.

L’intermediario decide come investire il capitale del cliente, nei limiti stabiliti dal mandato.

La gestione patrimoniale, lasciando spazio all’individualità del cliente pur prevedendo l’affidamento del capitale ad un professionista, si colloca a metà tra un investimento in fondi comuni e l’autogestione da parte del risparmiatore che acquista i prodotti in autonomia.

Strumenti derivati: i certificati

Gli strumenti derivati sono titoli il cui valore è determinato dal sottostante, ovvero dal valore di un altro bene che può essere un’attività finanziaria o reale (ad esempio l’oro oppure il petrolio).

Tra i principali strumenti finanziari derivati ricordiamo i certificati (certificates): il sottostante è solitamente un’azione, un indice o un tasso di cambio, che possono essere presi singolarmente o raggruppati in panieri. Il certificato è composto da una strategia di opzioni che non limitano l’investimento solamente alla replica del sottostante ma consente di ottenere a scadenza un profilo di rischio/rendimento differente.

Questi strumenti vengono emessi da un intermediario che si assume il compito di garantire la negoziabilità dei titoli (generalmente una banca). Questo aspetto è molto importante perché uno dei rischi dei certificati è rappresentato dall’emittente: se la banca emittente fallisce, il nostro certificato è a rischio.

Investimenti sostenibili

La sostenibilità ambientale e sociale sono diventate tematiche sempre più centrali nell’opinione pubblica, nel dibatto politico, nelle scelte dei governi: in ambito finanziario si è dunque fatto spazio il concetto di investimento sostenibile, di prodotto ESG. Gli investimenti sostenibili sono rivolti a imprese e fondi che hanno l’intenzione di generare non solo un ritorno economico ma anche un impatto socio-ambientale positivo e misurabile. L’acronimo ESG designa l’impatto ambientale (Environmental), sociale (Social) e di Governance di una impresa o una organizzazione che opera sul mercato. Nell’ambito Enviromental rientrano la riduzione dei rischi legati all’ambiente: il cambiamento climatico, le emissioni di CO2, la deforestazione; l’ambito Social si riferisce al rispetto dei diritti umani, delle condizioni di lavoro (ad es. il lavoro minorile), l’attenzione all’uguaglianza e all’inclusione nel trattamento delle persone; nell’ambito Governance rientrano la gestione responsabile d’impresa come le politiche di retribuzione dei manager, la composizione del consiglio di amministrazione, le procedure di controllo, i comportamenti dei vertici e dell’azienda in termini di rispetto delle leggi.

Commodity

L’investimento in materie prime (commodities) è una delle attività finanziarie più antiche, consistente nell’acquisto di merce o materia prima tangibile e fruibile sul mercato, facilmente immagazzinabile e conservabile nel tempo.

Esempi tipici di commodities sono il petrolio, il gas, i metalli preziosi.

L’investimento in materie prime rappresenta un elemento di diversificazione all’interno dei portafogli, con l’obiettivo di proteggere il capitale dall’inflazione e dalle crisi cicliche: il loro prezzo tende a rimanere stabile o a salire anche nei periodi di incertezza in cui gli altri mercati sono in sofferenza.
Proprio per questo motivo le commodities sono considerate beni rifugio alla stregua delle valute dei paesi più affidabili (ad es. il dollaro americano). Per ovviare alle problematiche legate all’acquisto e allo stoccaggio delle materie prime fisiche, si può ricorrere all’acquisto di ETC ovvero fondi che replicano l’indice delle commodities.

Mercati finanziari e mercato monetario

I mercati finanziari sono luoghi operativi dove è possibile acquistare o vendere strumenti finanziari (azioni, obbligazioni, derivati, quote di fondi comuni ecc.), favorendo l’incontro tra domanda e offerta di attività finanziarie grazie alla concentrazione delle negoziazioni.
Quando si parla di mercati non bisogna pensare a luoghi fisici (come le vecchie Borse Valori, dove gli operatori si incontravano personalmente) ma a piattaforme informatiche di negoziazione, specializzate per tipologie di strumenti finanziari e/o di soggetti-emittenti.
Il mercato monetario è una parte dei mercati finanziari dove vengono scambiati strumenti molto liquidi e a scadenza molto breve (inferiore ad un anno).

Gli strumenti del mercato monetario sono tipicamente certificati di deposito, titoli di Stato a breve scadenza (BOT), riserve bancarie, Pronti conto Termine: sono considerati particolarmente sicuri per la loro breve scadenza e per la loro elevata liquidità.

Consulenza Evoluta

Il servizio di Consulenza Evoluta è una consulenza finanziaria ad alto valore aggiunto attraverso la quale il cliente definisce insieme al suo consulente la linea d’azione e partecipa alle decisioni per progettare al meglio il proprio piano d’investimento. In particolare, si parte dal check up del patrimonio per controllare che il profilo di rischio ed i bisogni del cliente siano allineati alla situazione patrimoniale; si definisce poi il percorso da intraprendere per ottimizzare il portafoglio; infine è indispensabile un monitoraggio preciso e continuo della strategia adottta.

Tale servizio è dedicato, quindi, ai clienti che vogliono contribuire attivamente alla gestione del loro patrimonio.

Asset allocation e portafogli modello

L’asset allocation è il processo in base al quale si decide come distribuire le risorse fra diversi investimenti possibili, ovvero fra diverse asset class (azioni, obbligazioni, liquidità) e tra differenti orizzonti temporali. L’obiettivo di tale processo è la gestione del portafoglio in modo ottimale per equilibrare nel miglior modo possibile il rendimento e il rischio.

Proprio per questo, vengono identificati dei portafogli modello, ovvero portafogli ottimali, costituiti da diverse asset class e sviluppati con metologie quantitative per ottenere il massimo rendimento possibile dato un certo profilo di rischio.

A ciascun investitore dovrebbe, quindi, essere attribuito un determinato profilo di rischio-rendimento e orizzonte temporale sulla base del quale ripartire le risorse nelle varie asset class.

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