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Privati, Imprese - 15 Novembre 2023

Una regione sportiva

Il Piemonte può vantare una tradizione sportiva che ha radici antiche. Dalla fondazione del Club Alpino (1865) e del primo sci club d’Italia (1906), alla gara di ciclismo più antica del mondo (la Milano-Torino, nel 1876), per arrivare, in epoche più recenti, all’organizzazione dei Mondiali di Sci (1997), ai XX Giochi Olimpici Invernali (2006) e, infine, alle attuali Atp Finals. 

Una tradizione che si specchia anche nel lavoro delle numerose associazioni sportive e delle migliaia di praticanti e appassionati in tutte le discipline.

“In questa tradizione, dunque, va letto il conferimento al Piemonte del titolo di “Regione Europea dello Sport” avvenuto nel 2022, dopo la conclusione del processo di candidatura avviato a fine del 2021” spiega Ires Piemonte, che ha dedicato un suo rapporto proprio al Piemonte sportivo.

Ires Piemonte ricorda che con deliberazione della Giunta regionale del 13 maggio 2022 è stato stilato il programma “Piemonte Regione Europea dello Sport 2022”, in cui sono stati individuati e calendarizzati gli eventi sportivi e approvati i criteri per la definizione del relativo sostegno economico e le corrette modalità di erogazione del contributo.

Gli obiettivi dell’iniziativa “Piemonte Regione Europea delle Sport” sono molteplici e vanno nella direzione di rafforzarne l’immagine di territorio a forte vocazione sportiva in collaborazione con tutte le organizzazioni private e pubbliche coinvolte e, inoltre, rafforzare la visibilità internazionale del territorio piemontese, anche in una prospettiva turistica per i visitatori interessati a praticare attività sportive e/o assistere a eventi collegati e, non meno importante, di stimolare e rafforzare la pratica sportiva nei residenti.

Gli eventi sportivi hanno un impatto significativo su vari aspetti della società.

“A livello economico – scrive Ires Piemonte – possono generare entrate significative attraverso la vendita di biglietti, il merchandising e le sponsorizzazioni, oltre al flusso di turisti che, oltre ai tifosi, include gli atleti e i team che li assistono e arrivano da altri Paesi, creando opportunità di lavoro e di investimento per la città o la regione ospitante”.

A livello culturale, possono creare un senso di appartenenza e promuovere la diversità e l’inclusione, attraverso la celebrazione di diverse culture e tradizioni.

Inoltre, possono anche promuovere uno stile di vita attivo e la salute fisica e mentale, non solo per i partecipanti ma anche per gli spettatori.

“È universalmente riconosciuta l’importanza di praticare sport, di qualunque tipo e a qualsiasi livello, un’importanza che si traduce in indubbi benefici da molteplici punti di vista, tra cui tre particolarmente rilevanti: quello sociale, quello sanitario e quello economico” sottolinea Ires Piemonte.

Che aggiunge: praticare sport ha un fondamentale ruolo aggregativo, educativo e formativo per i giovani, ma anche per altre fasce della popolazione, in particolare quelle più deboli e a rischio di emarginazione, favorendo l’integrazione e la coesione sociale; fare attività fisica può aumentare la sicurezza in sé stessi e l’autostima, soprattutto quando si raggiungono obiettivi sportivi.

In generale, l’attività fisica è un fattore importante per il benessere fisico e mentale, e il raggiungimento di un livello di attività fisica adeguato dovrebbe essere considerato una priorità nella vita quotidiana.

Gli stili di vita sono considerati il primo fattore determinante per la salute individuale. Si stima, infatti, che la sedentarietà sia il quinto fattore di rischio comportamentale causa di Daly1 (anni di vita persa, per malattia, disabilità o morte prematura) e quarta causa di morte, la seconda per malattie metaboliche come il diabete e la sesta per le malattie cardiovascolari.

“L’incidenza della sedentarietà sulla spesa sanitaria nazionale è notevole, pari al 1,7% nel 2019 e stimata in 3,8 miliardi di euro complessivi fra costi diretti (60%) e indiretti (40%)” si legge nel rapporto di Ires Piemonte, secondo il quale “dal punto di vista economico, invece, il valore aggiunto del settore dello sport in Italia è pari a 24,5 miliardi nel periodo 2012-2019, di cui 4,4 miliardi per le attività sportive, 11 mld per le attività connesse e 9,1 per quelle connesse in senso lato”.

Nel 2019, sempre nel nostro Paese, il turismo sportivo con un valore di 7,6 miliardi ha contribuito allo 0,42% del Pil, mentre il fatturato della sport industry italiana è calcolato in 9,3 miliardi, di cui l’abbigliamento con il 55% è il settore principale, seguito da quello degli articoli sportivi (27%) e dalle calzature (18%).

È evidente, dunque, l’importanza della prativa sportiva, eppure l’Italia è al quarto posto fra i Paesi Ocse per livello di sedentarietà nella popolazione adulta (il 33,7% dichiara di non praticare alcun sport, quota comunque in calo); paradossalmente, però, siamo uno dei primi Paesi al mondo nelle diverse specialità sportive, alle Olimpiadi come nelle altre manifestazioni a livello mondiale.

Negli ultimi venti anni la pratica sportiva è cresciuta in tutte le classi di età, soprattutto fra i bambini fra 3-10 anni (15%) mentre si è triplicata la quota di ultra 74enni sportivi (7,2%) e in particolare delle donne (5,9%).

Nel Nord Ovest si trova il maggior numero di atleti del resto d’Italia (30%) e anche il maggior numero di società sportive.

Ires Piemonte ha contato in regione complessivamente 308.388 atleti (quarto maggior numero in Italia) 4.187 società sportive (5°) e 62.011 operatori sportivi (6°). Le province di Torino e di Cuneo hanno il più alto tasso di praticabilità sportiva, sono infatti prime per praticanti, associazioni e impianti.

 

 

 

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